GizMo ha scritto:dueeffe ha scritto:Non ci vuole poi molto a capire questi semplici "primi rudimenti" di Scienza. Eppure...
Secondo chi sai quell'articolo li pero' non conferma che servono amplificatori valvolari per ottenere certi risultati, in quanto il sistema dal microfono all'altoparlante deve essere
invariante, mentre diventa
invariante dalle casse all'esterno (stanza) e i segnali devono essere elaborati in maniera consapevole che da spazio alla teoria del DSP, leggendo lo avevo pensato anche io.
Stai facendo un sacco di confusione.
Tuttavia capisco che la materia di per sè non è "immediata" nè semplice.
Iniziamo innanzi tutto col dire che l'articolo di Nuti è solo uno spunto (non è la legge).
Ci interessa perchè è stato il primo in Italia a scrivere di NON INVARIANZA nel sistema di riproduzione audio.
In sostanza Nuti dice che il Sistema è Tempo Invariante fino ai morsetti degli altoparlanti, e diventa Tempo Variante da lì in poi.
Quindi non è pensabile intervenire sulla parte Tempo Invariante per "sistemare" la parte Tempo Variante, cioè qualsiasi correzione/intervento nel segnale (compresa qualsiasi elaborazione, equalizzazione ecc.) è inutile.
Non dà assolutamente spazio al DSP (come invece tu dici), quindi...
A parte questo, come appunto dicevo, a noi quell'articolo torna utile per iniziare a ragionare sulla questione.
Ammesso (infatti) che il Sistema sia Tempo Invariante sino ai morsetti dell'altoparlante (cosa questa tutta da dimostrare), è pacifico che esso diviene Tempo Variante per la presenza dell'uomo, come utente finale.
Non v'è quindi motivo di "scomodare" teorie sull'interazione ambientale (puntualmente attaccate brutalmente dai detrattori dell'articolo di Nuti) per dimostrare tale Tempo Varianza del sistema, data (appunto) la ovvia presenza dell'uomo nel Sistema stesso.
Il risultato finale, perciò, ricade nella Realtà Percepita che non è affatto correlabile matematicamente alla Realtà Fisica (nè tantomeno coincidente).
Le misure della risposta in frequenza in ambiente (o di qualsiasi altra cosa) vengono a ricadere nella Realtà Fisica, e quindi risultano inutili (non essendo utilizzabili, ovvero esattamente/matematicamente correlabili in qualche modo alla Realtà Percepita).
Questa è Scienza ufficiale ed acclarata.
Chi pensa il contrario ricade in quello che la Scienza (attuale, ufficiale) definisce "
Realismo ingenuo".
In proposito puoi leggerti, se vuoi, questo documento dell'Università di Macerata (oppure puoi cercare il termine in rete):
http://docenti.unimc.it/docenti/barbara ... nload/file
Purtroppo (e nonostante il parere Scientifico ufficiale) ad oggi il 99% delle persone che si occupa di riproduzione musicale ricade capronicamente in questo Realismo ingenuo, ed i (non) risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Questi continuano cioè a ragionare esclusivamente nell'ambito della Realtà Fisica (misure, "misurette", SPL ecc. ecc.)
Della posizione ufficiale della Scienza non ne vogliono proprio sapere.
Al limite ti iniziano ad affermare (con tono "seccato") che gli ampli si progettano con le misure.
Non capendo la differenza degli ambiti.
Se è vero, infatti, che qualsiasi componente elettronico è provvisto di un datasheet, fatti salvi gli inevitabili scostamenti (tolleranze) esso risponderà in modo prevedibile, cioè secondo le sue proprie caratteristiche di progetto.
Perciò è perfettamente vero che per progettare un qualsiasi apparato sono indispensabili i calcoli e le misure.
Diverso è il discorso che riguarda il risultato finale di un sistema di riproduzione musicale.
Tale Sistema, infatti, annovera l'uomo come utente finale e diviene perciò Tempo Variante.
Capisci bene che l'uomo (a differenza della valvola, del mosfet ecc. ecc.) un datasheet non ce l'ha...
Questo per dire che bisogna intendere cosa usare e dove usarlo.
Una misura su un transistor va benissimo.
Una misura di risposta in frerquenza in ambiente non serve a nulla (e non ci può dire nulla sul risultato finale percepito).
Anche qui qualche "sempliciotto" ti opporrà degli esempi "grezzi" a sua "difesa".
Ti dirà:
"Ma se alzo i "toni bassi" lo sento! E se equalizzo sento la differenza, quindi alla misura ed all'intervento corrisponde una variazione percepita".
In realtà trattasi sempre del "solito" Realiasmo Ingenuo.
Nel campo della percezione non si può agire "a palmi".
Noi vogliamo ragionare ed agire col "saggiatore".
Se la questione fosse così semplice come la descrivono, esisterebbe un "datasheet" dell'uomo, ovvero esisterebbe una precisa funzione matematica atta a correlare la Realtà Fisica a quella percepita.
Gli è invece che l'uomo non conosce la Realtà Fisica!
L'uomo "funziona" in modo diverso!!!
L'uomo non conosce frequenze...conosce suoni.
La significazione è un processo complessissimo.
Noi sentiamo il cane che abbaia, il violino che suona. Cioè diamo significato agli stimoli sensoriali.
In Natura i colori non esistono (per esempio).
Esistono invece le frequenze.
Se, in una stanza dov'è accesa una luce ed un impianto di riproduzione musicale, c'è un uomo, in quella stanza esistono i colori ed esiste la musica.
Se l'uomo esce, in quella stanza non vi saranno più nè colori nè musica!
Perchè tali "significazioni" sono interne all'uomo (si formano nel cervello dell'uomo, quando è esposto a determinati stimoli sensoriali...ed a volte anche quando non lo è)!
Fuori esistono solo "campi".
Finchè si continuerà (in questo piccolo mondo) a (s)ragionare su risposta in frequenza, SPL, distorsioni ecc. ecc. si otterrà solo il risultato di appagare lo strumento di misura e di sbandierare dati nelle brochures.
Esiste infatti tutto un mondo, quello della Realtà Percepita, quello dell'Uomo, che chiede vendettta...
FF