ma, guardando la rev C, a cosa servono R6 ed R7?
Gulp... :o ehm...

ti consiglio di rileggere gli scritti di Mauro, in particolare la "relazione tecnica" sul progetto.
Comunque, in breve:
R7 ed R10 formano il partitore che determina il loop di NFB globale. Il guadagno in tensione ad anello chiuso dell'ampli e` dato proprio da Av=R7/R10 (C9 serve a far si` che il guadagno dell'ampli diventi unitario per la DC in modo da minimizzare l'offset di uscita).
(per visualizzare la cosa, puoi pensare che e` come se l'insieme del 318+3886+circuiteria annessa formassero un nuovo op-amp configurato come amplificatore non invertente...).
Gli altri componenti che ci sono intorno (R42/C32, C10, cosi` come R43/C34 [con R39] ed R37/C30) fanno parte del complicato schema di compensazione che determina molte delle caratteristiche peculiari di questo ampli.
R5, R6, R8 ed R9 invece formano il "ponte" della Howland Current Pump, cioe` (insieme ad R3) formano la rete di NFB che trasforma il 3886 in un generatore di corrente controllato in tensione (AKA VCCS, Voltage Controlled Current Source/Sink), che e` in effetti il "cuore" di tutto il progetto.
Per inciso, ovviamente il comportamento della HCP approssima tanto piu` un VCCS "ideale" quanto piu` il "ponte" e` bilanciato, cioe` tanto piu` R5/R6=R8/R9... per essere piu` precisi, nello schema in questione ad R6 va` aggiunta la Zo dello stadio a monte, ovvero all'uscita del 318 (tenuto conto ovviamente degli effetti del FB locale "interno" attraverso il pin 8 del 318 stesso nonche` di C10), per cui la relazione precedente andrebbe riscritta come R5/(R6+Zout)=R8/R9 ovvero, supposto R5=R6 ed R8=R9 (come e`, tolleranze a parte), tanto piu` Zo->0.
In prima approssimazione l'impedenza in questo punto dovrebbe essere trascurabile rispetto ad R6 (i.e. Zo<<R6) ma, entro certi limiti, certamente essa "modula" la caratteristica di trasferimento della HCP che, a sua volta, determina l'impedenza di uscita ad anello (globale) aperto e, di conseguenza, ha importanti ripercussioni sulla "risposta" (*) complessiva dell'ampli.
(*) N.B.: ovviamente intendo dire "risposta" in senso ampio: non parlo banalmente della risposta in freq. su carico resistivo costante, ma e.g. delle variazioni del DF al variare del carico e della frequenza, etc.
Una delle cose interessanti e "divertenti" di questo schema probabilmente e` proprio questa... c'e` una infinita` di modi in cui se ne puo` alterare e controllare il funzionamento... vedi ad es. le varie Rev. A, B e C dello stesso Mauro.
Per inciso (e due

) una delle tante caratteristiche interessanti di questa topologia - che forse e` sfuggita a chi non lo abbia compresa a fondo - e di cui IMHO e` il caso di parlare e` che in generale la sua impedenza di uscita NON e` costante al variare del carico!
Infatti, l'impedenza di uscita ad anello chiuso e` data dall'impedenza di uscita del VCCS divisa per il tasso di NFB globale in tensione. Ma il guadagno in tensione ad anello aperto NON e` costante, in quanto questo e` determinato dalla transconduttanza del VCCS moltiplicata per l'impedenza del carico stesso... il che fa` si` che il tasso di NFB globale (e quindi l'impedenza di uscita) variano con il carico!
In definitiva, il DF anziche` variare linearmente con il carico (come farebbe nel caso di un generatore di tensione reale con impedenza di uscita =/= 0 ma costante) varia con il quadrato di Zload!
Ora, nel caso del my_ref di Mauro, dato che il guadagno e quindi il DF si mantengono sempre su livelli molto alti (se non per impedenze di carico prossime allo zero), questo ha probabilmente poche conseguenze pratiche...
ma apre la strada ad una infinita` di possibili sperimentazioni se si fa` in modo che invece il DF non sia sempre cosi` alto!
Se ad es. si progetta il tutto in modo che il DF sul carico nominale (4 od 8 ohm) sia dell'ordine dell'unita` o giu` di li`, si dovrebbe ottenere un risultato interessante: lo smorzamento sale molto rapidamente al crescere dell'impedenza del carico (risonanze) mentre decresce altrettanto rapidamente nei "picchi di assorbimento" (antirisonanze).
In definitiva, si dovrebbe riuscire ad ottenere qualcosa che approssima un generatore di tensione nelle risonanze ed un generatore di corrente nelle antirisonanze.
Questo quindi potrebbe portare ad avere un amplificatore che, entro certi limiti, riunisce i vantaggi del pilotaggio in tensione (controllo delle risonanze e quindi della risp. in freq., etc) a quelli del pilotaggio in corrente (riduzione di alcune forme di distorsione degli altoparlanti, etc).
Senza contare che, cosi` facendo (stando a qualche veloce simulazione che mi sono divertito a fare ; ) ), e` facile ottenere un amplificatore che "non clippa mai", i.e. che resta sempre lineare e continua a funzionare normalmente e senza problemi
qualsiasi valore (dinamico/istantaneo) assuma il carico, dal circuito aperto al corto circuito!
edit: P.S.: peccato che Mauro non sia piu` qui` (**) per discuterne...
Ciao,
Paolo.
(**) nel forum, si intende... mi risulta che sia vivo e vegeto!
