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Inviato: 24 ott 2008, 22:13
da gluca
Appunto. Regolazione in tensione. Per i filamenti alimentati in DC è meglio che l'alimentatore si presenti con un'alta impedenza, cioè con una induttanza finale oppure con gli LM/LT impostati per regolare la corrente al filamento (1.25A). Dovrebbe suonarti molto meglio. OH! Ci metti due minuti, magari prima di partire la prossima volta
** if god seems far away guess who moved (unknown) **
Inviato: 24 ott 2008, 22:22
da MBaudino
...Per i filamenti alimentati in DC è meglio che l'alimentatore si presenti con un'alta impedenza, cioè con una induttanza finale oppure con gli LM/LT impostati per regolare la corrente al filamento (1.25A). Dovrebbe suonarti molto meglio. OH! .
Originariamente inviato da gluca - 24/10/2008 : 17:13:43
Nel caso quindi di filtro LCLCLC (senza stabilizzazione) suggerisci quindi l' uso di una L finale?
Per curiosità, perchè? Perchè dovrebbe 'suonare meglio' ? No polemica, solo mio acculturamento passsssssivo .
Mauro
Inviato: 24 ott 2008, 22:48
da PPoli
Dovrebbe suonarti molto meglio. OH! Ci metti due minuti, magari prima di partire la prossima volta
Guarda che ormai questo è fatto così e non ho nemmeno lo spazio per modificarlo, ma per il prossimo ho presente i tuoi suggerimenti....o meglio, me li sono già dimenticati ma stai sicuro che ti stresserò adeguatamente. Purtroppo ora non è il momento. Più avanti.
Nel caso quindi di filtro LCLCLC (senza stabilizzazione) suggerisci quindi l' uso di una L finale?
Iniziale?
Il problema è che se uno non ha un laboratorio pieno di componenti per sostituire le varie induttanze per trovare la tensione esatta l'unica strada è rimanere "alti" di secondario filamenti nel trasformatore e poi abbassare con delle resistenze.
Non si era detto in passato che da un 5VAC con diodi "normali" NON si tira fuori un 5VDC?
O qualcuno una soluzione migliore?
Inviato: 24 ott 2008, 22:56
da MBaudino
Iniziale?
Originariamente inviato da PPoli - 24/10/2008 : 17:48:21
No. A parte la L iniziale, chiedevo se GLuca ritenesse opportuno anche in questo caso una L finale, come nel caso di stabilizzatori serie controreazionati. Soprattutto mi chiedevo il perchè questa L influesse positivamente sul suono. In sostanza vorrei capire se la L di cui parla GLuca è vantaggiosa solo con l' uso di IC stabilizzatori serie o è vantaggiosa comunque (quindi anche nel caso di un LCLC o di un CLCLC )
Mauro
Inviato: 24 ott 2008, 23:41
da Luc1gnol0
Così, senza cambiare il circuito?
La 6C45 è una (possibile) sostituta della 437A, sorella MOLTO maggiore della 417A, e come tale qualche aggiustatina credo le necessiti, circa i valori del circuito (personalmente nemmeno la vedo altrettanto adatta come stadio d'ingresso, vieppiù che già così - con 400mV circa - mi sembra sensibile quanto e più di un integrato linea).
Il totem di 6922 invece comporta l'ovvio design di un nuovo circuito d'ingresso, uno spunto lo puoi forse trovare sul vecchio Kismet 3i di Fabio Camorani.
E la 6N6 invece della 6H30?
Originariamente inviato da PPoli - 23/10/2008 : 23:13:49
Mi pare che ci sia bisogno di un'alta transconduttanza ed un alto guadagno (35), nell'impostazione seguita da walge per lo stadio d'ingresso di questo progetto: il guadagno di ca. 15-20 a transconduttanza media offerto dalla 6N6P (o PI) IMVHO non appare una soluzione felicissima, per quanto in astratto non assolutamente incompatibile (bisognerebbe simulare se, diminuendo la sensibilità dell'ampli, si riesca ugualmente a mantenere le caratteristiche di swing e distorsione dell'invertitore-pilota).
--- --- ---
Ciao, Luca
"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"
Inviato: 25 ott 2008, 00:31
da gluca
Iniziale?
Originariamente inviato da PPoli - 24/10/2008 : 17:48:21
No. A parte la L iniziale, chiedevo se GLuca ritenesse opportuno anche in questo caso una L finale, come nel caso di stabilizzatori serie controreazionati.
Originally posted by MBaudino - 24/10/2008 : 17:56:44
OK. Ormai siamo OT. Poi apro un 3D ad hoc.
Ciao
** if god seems far away guess who moved (unknown) **
Inviato: 27 ott 2008, 01:43
da walge
Dunque:
1- le alternative proposte hanno bisogno di una messa punto del circuito.
Direi che la 6922 connessa in totem con circa 8-10 ma di corrente anodica ed alimentazione di circa 200 vdc si puo' poi collegare, in diretta, con la 6463, in questo caso il guadagno sara' di circa 30, piu' o meno in linea con quello ottenuto con la 417A; infine in questo modo non e' necessario riferire a massa il filamento ( siamo a circa 100 vdc). Se si vuole poi usare la 6H30 come sfasatore (cosa che prima o poi faro' ) e' necessario impostare bene lo schema dato che si potrebbe polarizzare la valvola per far scorrere una elevata corrente anodica (direi 10 ma per ramo) e quindi impiegare un valore di resistenza anodica ( e catodica) piu' basso migliorando di fatto il pilotaggio delle griglie delle 300B (lo sfasatore avrebbe una Rout piu' bassa) non penalizzando lo swing.
Tengo a precisare che l'impostazione attuale e' collaudata e, sonicamente, bensuonante, poi chiunque si puo' divertire a modificare l'impostazione.
2- per le 300B e' mia opinione personale che la JJ sia quella piu' affidabile e piu' vicina ai parametri della originale. La costruzione e' robusta e la selezione non e' difficoltosa. Le uniche che in passato mi hanno dato un senso di affidabilita' erano le Svetlana (parlo di almeno 5-6 anni fa) ma le varie vicissitudini (piu' o meno note) mi hanno indotto a cercare altre soluzioni (le Valve art 98B non sono male). Per le W.E. riprodotte ogni commento, al momento, e' sospeso, ho bisogno di altro tempo.
Aggiungo una nota molto positiva riferita sempre alle JJ 2A3-40; e' una ottima soluzione ai problemi legati alla alimentazione dei filamenti. In questo momento sono in funzione due apparecchi che adottano queste valvole e che rispettano le caratteristiche delle 300B, molto consigliate.
3- per l'alimentazione dei filamenti delle 300B ho raggiunto la detrminazione che la soluzione migliore e' in AC. Ho provato altre alternative sopratutto perche' le mie prime esperienze di alimentare i filamenti in alternata non erano state convincenti dato che l'adozione di potenziometri di non elevata qualita' (disponibile in quel periodo) mi aveva indotto, appunto, a cercare altre strade.
Per fortuna si sono resi disponibili potenziometri da 2-3 w in Cermet o film plastico (su RS si trovano e non sono economici) che garantiscono una elevata affidabilita' del punto di contatto dell'elemento strisciante (l'aspetto che mi ha sempre preoccupato); per farla breve adottando (come descritto) un trafo toroidale solo per i filamenti con le sezioni separate per ogni 300B ( e dimensionati per 3-4 A minimo) e collegandoli in AC quindi impiegando i pot. si e' ottenuto un rumore residuo in uscita inferiore ad 1 mv (al mio setup di laboratorio) non pesato, cio' significa che per 13 vac out (circa) il rapporto s/n e' di 83 db (non male, ricordo che non e' pesato, in pesato siamo a circa 90 dB).
Il filamento, in AC, rende meglio e la durata e' maggiore; per il suono e' sicuramente la soluzione piu' performante e lo dico con cognizione dato che la riprova l'ho avuta sul campo acoltando in differenti configurazioni e differetni persone. Preciso inoltre che con la 2A3-40 siamo a circa 0,5-0,6 mV residui.
A presto per ulteriori considerazioni relative al trafo di uscita.
WG
Inviato: 27 ott 2008, 01:52
da walge
Dunque:
1- le alternative proposte hanno bisogno di una messa punto del circuito.
Direi che la 6922 connessa in totem con circa 8-10 ma di corrente anodica ed alimentazione di circa 200 vdc si puo' poi collegare, in diretta, con la 6463, in questo caso il guadagno sara' di circa 30, piu' o meno in linea con quello ottenuto con la 417A; infine in questo modo non e' necessario riferire a massa il filamento ( siamo a circa 100 vdc). Se si vuole poi usare la 6H30 come sfasatore (cosa che prima o poi faro' ) e' necessario impostare bene lo schema dato che si potrebbe polarizzare la valvola per far scorrere una elevata corrente anodica (direi 10 ma per ramo) e quindi impiegare un valore di resistenza anodica ( e catodica) piu' basso migliorando di fatto il pilotaggio delle griglie delle 300B (lo sfasatore avrebbe una Rout piu' bassa) non penalizzando lo swing.
Tengo a precisare che l'impostazione attuale e' collaudata e, sonicamente, bensuonante, poi chiunque si puo' divertire a modificare l'impostazione.
2- per le 300B e' mia opinione personale che la JJ sia quella piu' affidabile e piu' vicina ai parametri della originale. La costruzione e' robusta e la selezione non e' difficoltosa. Le uniche che in passato mi hanno dato un senso di affidabilita' erano le Svetlana (parlo di almeno 5-6 anni fa) ma le varie vicissitudini (piu' o meno note) mi hanno indotto a cercare altre soluzioni (le Valve art 98B non sono male). Per le W.E. riprodotte ogni commento, al momento, e' sospeso, ho bisogno di altro tempo.
Aggiungo una nota molto positiva riferita sempre alle JJ 2A3-40; e' una ottima soluzione ai problemi legati alla alimentazione dei filamenti. In questo momento sono in funzione due apparecchi che adottano queste valvole e che rispettano le caratteristiche delle 300B, molto consigliate.
3- per l'alimentazione dei filamenti delle 300B ho raggiunto la detrminazione che la soluzione migliore e' in AC. Ho provato altre alternative sopratutto perche' le mie prime esperienze di alimentare i filamenti in alternata non erano state convincenti dato che l'adozione di potenziometri di non elevata qualita' (disponibile in quel periodo) mi aveva indotto, appunto, a cercare altre strade.
Per fortuna si sono resi disponibili potenziometri da 2-3 w in Cermet o film plastico (su RS si trovano e non sono economici) che garantiscono una elevata affidabilita' del punto di contatto dell'elemento strisciante (l'aspetto che mi ha sempre preoccupato); per farla breve adottando (come descritto) un trafo toroidale solo per i filamenti con le sezioni separate per ogni 300B ( e dimensionati per 3-4 A minimo) e collegandoli in AC quindi impiegando i pot. si e' ottenuto un rumore residuo in uscita inferiore ad 1 mv (al mio setup di laboratorio) non pesato, cio' significa che per 13 vac out (circa) il rapporto s/n e' di 83 db (non male, ricordo che non e' pesato, in pesato siamo a circa 90 dB).
Il filamento, in AC, rende meglio e la durata e' maggiore; per il suono e' sicuramente la soluzione piu' performante e lo dico con cognizione dato che la riprova l'ho avuta sul campo acoltando in differenti configurazioni e differetni persone. Preciso inoltre che con la 2A3-40 siamo a circa 0,5-0,6 mV residui.
A presto per ulteriori considerazioni relative al trafo di uscita.
WG
Inviato: 28 ott 2008, 05:18
da hobbit
Ciao. Se non è un disturbo vorrei approfittare della tua presenza come autore per chiederti i motivi di alcune delle tue scelte tecniche relative all'amplificatore in questione.
La mia prima curiosità è perché hai preferito questa circuitazione al classico Williamson.
L'altra curiosità che ho è perché hai ritenuto necessario l'accoppiamento in DC tra il 1° e il 2° stadio, mentre hai preferito il collegamento in AC tra il secondo stadio e le finali?
Ciao
_________
Francesco
Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E alcuni che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze.
(J.R.R. Tolkien)
Inviato: 31 ott 2008, 02:48
da walge
Lo sviluppo dello schema e' durato un bel po'; vuoi per il poco tempo a disposizione e vuoi perche' mi ero fissato con la 417A.
Lo schema che ne e' scaturito ha il vantaggio di avere, tra l'ingresso e la sezione finale, un solo condensatore (quello di accoppiamento alle griglie delle 300B).
Come gia' accennato, non gradisco il pilotaggio in continua delle valvole finali; se si innesca un problema alla pilota c'e' il grosso rischio di ammazzare la 300B; il negativo di griglia e' piu' sicuro; e questa e' una mia opinione.
Ritornando al progetto, il circuito di alimentazione prevede una GZ34 che alimenta tutto il circuito.
Chiaramente la qualita' della 34 e' importante dato che la corrente che scorre e' di circa 220 mA e siamo al 90% della capacita' di questa valvola.
Il primo condensatore e' di capacita' contenuta, a seguire una induttanza da 10H e quindi una batteria di 4 SIc Safco da 330uF/500Vdc ( l'alternativa piu' economica sono i JJ da 200uF cadauno); la capacita' totale e' di 1320 uF per circa 160 Joule di riserva di energia ( e non e' poco).
Questa configurazione consente di avere una capacita' elevata di erogazione impulsiva di corrente , mantenendo una buona regolazione della tensione (l'induttanza aiuta).
La caratteristica di carico limite ( sia continua che impulsiva) esprime molto bene quello che ho scritto; con il diminuire del carico la potenza tende ad aumentare e l'andamento della curva risulta avere una buona verticalita'. Si passa dai circa 20 watt su 8 ohm ai circa 31 watt a 2 ohm, in regime impulsivo.
Ricordo che il trafo di uscita ha un solo secondario settato per 3 ohm; l'intento era quello di privilegiare il comportamento con carichi aventi un modulo di impedenza, a bassa frequenza, piuttosto tortuoso.
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
WG
Inviato: 31 ott 2008, 03:31
da dueeffe
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
WG
Originally posted by walge - 30/10/2008 : 21:48:07
Incuriosito da ciò che hai scritto sulla rivista, attendo le considerazioni sui trasformatori di uscita.
Anche perchè le mie esperienze (confronti tra TU orientali, americani ed europei) mi hanno spesso fornito risultati ed impressioni opposti ai tuoi.
Con l'unica (e non trascurabile) differenza che le mie esperienze sono riferite per lo più al single ended, ovviamente.
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"You can get more with a kind word and a gun than you can with a kind word alone."
(Al Capone)
Inviato: 06 nov 2008, 01:26
da walge
Riguardo i trafo di uscita, credo di essere la persona sbagliata per formulare un giudzio completo.
Ho abbandonato da tempo le prove con i prodotti commerciali; ho fatto le mie esperienze ( a mie spese) con numerosi prodotti e, nel bene e nel male, normalmente lo standard non era male.
Credo che i Tango siano sopravvalutati; aggiungo a latere che che i prodotti di Imai lo siano ancora di piu', ovviamente considerando anche i costi.
Ho lavorato molto con gli inglesi (Sowter e Ripley, all'inizio con Partridge) e con alcuni americani come Hammond, qualche UTC e Dyna (nos), con la francese Millerioux (notevole).
Ho lavorato anche con AN (conoscevo PQ ma da tempo l'ho perso di vista), non male i loro trafo anche se oggidi' credo siano leggermente differenti.
Alla fine, spinto dalla volonta' di provare configurazioni piu' o meno standard ma con accoppiamenti dello stadio finale che usassero parametri elettrici differenti dalla consuetudine, ho cominciato a farmeli fare. E, all'inizio, mi sono fatto male!
Dapprima con Trau poi con Ripley a seguire con FIAT di Roma ( loro sono all'inizio, per fortuna ci si diverte) dalla quale mi aspetto grandi cose.
Devo dire che le sorprese non sono mancate e le pubblicazioni su Audioreview sono una parte di quello che ho sviluppato ( a breve, spero, ci sara' una interessante novita').
Tengo a precisare che anche il trafo di alimentazione e' importante e comunque tutte le mie realizzazioni hanno il trafo relativo ai filamenti separato da quello della alta tensione; ne beneficia sia il rendimento che il suono.
Come si puo' notare dallo schema, io adotto un singolo secondario settato a 3 ohm (con il filo di diametro piu' grande possibile in funzione dello spazio del cartoccio), l'impedenza al primario e' in funzione di questo valore e normalmente e' quella standard riferita al tipo di valvola che si impiega, questo significa che se collego i soliti 8 ohm, l'impedenza riflessa al primario si incrementa di molto aiutando, di fatto, il lavoro della valvola finale.
Non mi interessa il dato di potenza massima ottenibile ma mi interessa come essa viene erogata variando il carico , aggiungo che normalmente completo i test con un carico complesso (tipicamente capacitivo) che mi puo' evidenziare i limiti progettuali; chiaramente controllo anche che l'andamento decrescente delle armoniche sia "lineare" ( se mi e' consentito il termine).
Concludo che un altro obiettivo e' quello di raggiungere la massima ampiezza di banda ad anello aperto ( e questo e' normale) non solo ad 1 w (misura standard) ma anche a massima potenza.
Nel caso del progetto con le 300B si evince una notevole risultato (- 3dB a 70 KHz circa) che diventa molto buono con un tasso di controreazione di soli 6 dB. Alle basse frequenze cerco di avere 0 dB almeno a 10 Hz a qualunque potenza.
Preciso anche che, raggiunto l'obiettivo di buone prestazioni ad anello aperto, non disdegno l'uso del feedback non per la risposta in frequenza o per una migliore THD ma per il fatto che l'impedenza di uscita si abbatte e questo da' la possibilita di gestire molto bene i woofer di grossa dimensione. I valori di FB che impiego sono, normalmente, 6 e 12 dB.
Nella configurazione con 12 dB, nel caso del 300B, l'impedenza di uscita diventa di circa 0,45 ohm, un buon risultato.
A disposizione per qualunque chiarimento.
Saluti
WG
Inviato: 25 nov 2008, 03:14
da walge
Mi consenta Lucignolo:
Mi pare che ci sia bisogno di un'alta transconduttanza ed un alto guadagno (35), nell'impostazione seguita da walge per lo stadio d'ingresso di questo progetto: il guadagno di ca. 15-20 a transconduttanza media offerto dalla 6N6P (o PI) IMVHO non appare una soluzione felicissima, per quanto in astratto non assolutamente incompatibile (bisognerebbe simulare se, diminuendo la sensibilità dell'ampli, si riesca ugualmente a mantenere le caratteristiche di swing e distorsione dell'invertitore-pilota).
Riporto quello che ha scritto tempo fa e volevo soffermarmi sulla frase: "bisognerebbe simulare..................."
Molto tempo fa sul forum di Audio impostai un thread dal titolo: Simulazione si, simulazione no.
A me la simulazione non piace ed e' un mezzo fuorviante perche' rende facile da risolvere alcuni problemi che in realta' non lo sono.
Le prove al banco, partendo da una base di schema almeno decente, consentono di raggiungere un risultato tecnico adeguato che dovra' essere sempre verificato dal risultato sonoro oltre che da misurazioni adeguate.
Azzardare alcune soluzioni tecniche e risolverle solo con la simulazione non da la certificazione che esse siano perfettamente funzionanti.
Secondo me i danni provocati dai vari programmi di simulazione sono enormi dato che chiunque puo' impostare uno schema, eseguire le misure virtuali (addirittura le FFT) e presentare il risultato come progetto finito e pronto per l'uso.
Ho detto la mia.
Dite la vostra.
Saluti
WG
Nota: direi che la 6N1P in totem possa essere un buon stadio di ingresso; l'alimentazione e' piu' o meno simile, la connessione in diretta con la 6463 non sarebbe complicata e non ci sarebbe bisogno del riferimento dei filamenti; il valore di guadagno e' compatibile con l'attuale configurazione. Per la transconduttanza non mi preoccuperei affatto.
WG
Inviato: 25 nov 2008, 04:15
da Luc1gnol0
Mi consenta Lucignolo
Prego, per carità, walge.
volevo soffermarmi sulla frase: "bisognerebbe simulare"
...
A me la simulazione non piace ed e' un mezzo fuorviante perche' rende facile da risolvere alcuni problemi che in realta' non lo sono.
...
Azzardare alcune soluzioni tecniche e risolverle solo con la simulazione non da la certificazione che esse siano perfettamente funzionanti.
Capisco le vostre preoccupazioni, tuttavia temendo di esser stato frainteso, ci tengo a sottolineare che:
- non ho mai preteso o sostenuto che la simulazione possa essere impiegata come unico strumento di progettazione (né tantomeno che un progetto possa esistere solo dentro spice);
ritengo che Paolo Poli - mio interlocutore e destinatario dunque della "istigazione" alla simulazione - sia sufficientemente "sgamato" o "scafato" da saperlo a sua volta;
per una prima comparazione tra soluzioni, o una sgrossatura preliminare dei calcoli, la simulazione circuitale aiuta senz'altro a ridurre i tempi di sviluppo e ad evitare alcuni punti morti.
direi che la 6N1P in totem possa essere un buon stadio di ingresso; l'alimentazione e' piu' o meno simile, la connessione in diretta con la 6463 non sarebbe complicata e non ci sarebbe bisogno del riferimento dei filamenti; il valore di guadagno e' compatibile con l'attuale configurazione. Per la transconduttanza non mi preoccuperei affatto
Originariamente inviato da walge - 24/11/2008 : 21:14:08
A sentimento a me ispirerebbe di più la 6N3P (per quanto con le russe io non ci faccia l'amore).
Quanto alla transconduttanza, secondo me non è vero che non debba affatto preoccupare, vista la generale relazione tra transconduttanza e linearità in tensione (AFAIK, in genere in un triodo di segnale, in cui la resistenza di placca tende ad essere maggiore che nei triodi di potenza, più elevata è la transconduttanza, meno tendono ad essere equispaziate le curve anodiche a parità di modulazione del segnale in ingresso: con le dovute eccezioni, in genere costosissime, vedi EC8020).
--- --- ---
Ciao, Luca
"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"
Inviato: 25 nov 2008, 21:18
da walge
A completamento del mio post precedente vorrei aggiungere che se le simulazioni possono aiutare, si dovrebbe far seguire ( e quindi presentare) una realizzazione pratica del progetto completo di misure.
Questa e' l'unica strada, a mio parere, per fornire indicazioni precise ed utili a chi volesse poi realizzare quel specifico progetto.
Girando per il mondo di internet, sui vari siti di audio ho notato una sfilza di progettisti, che definisco "su carta" ,impressionante; la cosa imbarazzante (almeno per me) e' che poi ci sono fiumi di discussioni imperniati sul nulla.
Perche' tanto e' un progetto che non viene realizzato, che poi sia il migliore o no e' un'altro problema.
Ho ridetto la mia, ri-dite la vostra!
Nota: ribadisco la non importanza, in quel punto del progetto, del valore di transconduttanza anche perche' stiamo parlando di una valvola che, bene o male, ha una buona linearita' ed in ingresso essa dovra' accettare uno swing massimo di circa 2 Vpp ( ma se fossero 3 non cambierebbe nulla); se andiamo a guardare le curve caratteristiche sicuramente si trova un punto di lavoro adeguato affinche le distorsioni siano contenute; avendo Sofia riesco a impostare il test per ottenere fino a 21 curve caratteristiche con differenti valori di Va max e Imax ( con un range di Vg adeguato).
Per la 6N3, non la conosco e non metto in dubbio che possa essere adeguata lalla bisogna.
Saluti
WG
Inviato: 25 nov 2008, 23:24
da Luc1gnol0
A completamento del mio post precedente vorrei aggiungere che se le simulazioni possono aiutare, si dovrebbe far seguire ( e quindi presentare) una realizzazione pratica del progetto completo di misure.
Questa e' l'unica strada, a mio parere, per fornire indicazioni precise ed utili a chi volesse poi realizzare quel specifico progetto.
A parte una generale concordanza con quanto sopra citato, il mio intervento in risposta a Paolo Poli aveva intenti alquanto più limitati.
Paolo Poli si chiedeva se poteva in qualche maniera adattare un progetto già sviluppato a del materiale in suo possesso, e gli ho dato le mie impressioni allo specifico riguardo.
Di qui l'invito a simulare quello stadio d'ingresso ed a compararlo: se ci si chiede se un qualcosa possa funzionare, una simulazione può dare una prima risposta, una risposta almeno in linea teorica (e se non funzionasse nemmeno astrattamente, è giocoforza consigliabile cambiare strada, no?).
Nota: ribadisco la non importanza, in quel punto del progetto, del valore di transconduttanza anche perche' stiamo parlando di una valvola che, bene o male, ha una buona linearita'
Ho un'opinione (per quel che vale) ostinata e contraria sulla 417A (io la vedo "bene" solo a basso livello, come sui phono).
ed in ingresso essa dovra' accettare uno swing massimo di circa 2 Vpp ( ma se fossero 3 non cambierebbe nulla); se andiamo a guardare le curve caratteristiche sicuramente si trova un punto di lavoro adeguato affinche le distorsioni siano contenute; avendo Sofia riesco a impostare il test per ottenere fino a 21 curve caratteristiche con differenti valori di Va max e Imax ( con un range di Vg adeguato).
Originariamente inviato da walge - 25/11/2008 : 15:18:11
Non ho molti dubbi su ciò che si possa ottenere con una buona perizia ed un ottimo strumento come Sofia, Walter.
Ritengo in generale però che si riesca solo con qualche difficoltà ad ottenere la stessa quantità e composizione della distorsione con un tubo che abbia un andamento delle anodiche molto diverso quanto a pendenza ed equispaziatura, pur se in astratto compatibile quanto a fattore di amplificazione. E queste difficoltà non aiutano nell'operazione (in questo caso, ancora ad uno stadio ipotetico) di "adattamento" di materiali diversi ad un progetto globale già sviluppato, secondo me.
Dopodiché, chi fa sa, mentre chi non fa, non sa: ed il progetto l'ha sviluppato ed implementato Walter Gentilucci, e non io.
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Ciao, Luca
"Necessity is the plea for every infringement of human freedom. It is the argument of tyrants; it is the creed of slaves"
Inviato: 26 nov 2008, 04:09
da plovati
Dopodiché, chi fa sa, mentre chi non fa, non sa: ed il progetto l'ha sviluppato ed implementato Walter Gentilucci, e non io.
Originally posted by Luc1gnol0 - 25/11/2008 : 17:24:25
OT ma mica tanto
Per l'appunto, ma non ti sembra ora di postare un TUO progetto?
/OT ma mica tanto
_________
Piergiorgio
Inviato: 26 nov 2008, 04:25
da Luc1gnol0
OTPer l'appunto, ma non ti sembra ora di postare un TUO progetto?
Originariamente inviato da plovati - 25/11/2008 : 22:09:34
"Si-si, no.. moo... mo' me lo segno, proprio... c'è 'na cosa... non vi preoccupate..."
/OT
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Ciao, Luca
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Inviato: 27 nov 2008, 04:33
da walge
Riguardo la 417A nel tempo mi sono dovuto ricredere e il finale con le 300B ne e' la prova.
La considero una valvola facile ( dopo averla "frequentata")
E' una valvola molto duttile, ha una Req bassa ( grazie ad un valore di gm interessante ed una Rp contenuta).
Le Raytheon sono di piu' facile reperibilita' ma hanno bisogno di una buona selezione; si trovano ancora le W.E., ne ho alcune e devo dire che sono ottime ma i costi sono alti.
Tempo fa riuscii a fare uno stepup per moving coil alimentato a circa 100 Vdc senza resistenza di catodo; il suono non era affatto male e il rumore ( con una alimentazione molto curata) basso.
Ritornando a quello che ci siamo detti, concluderei con una nota che ritengo molto importante ( e che ho, in parte, gia' accennato).
Se si imposta un progetto e lo si mette in rete si dovrebbe avere l'accortezza di proporlo anche come realizzazione pratica, magari poi con gli eventuali aggiustamenti ; questo darebbe un senso di sicurezza e garanzia di funzionamento per chi poi quel circuito lo vorrebbe realizzare.
Del resto se qualcuno di noi, me compreso chiaramente, pubblica un progetto lo fa anche per una forma di narcisismo che si completerebbe se poi, effettivamente, anche altre persone lo realizzano con successo magari migliorandolo (io non sono geloso!).
A presto
WG
Nota: confermo quanto scritto sulla 6N1P.
Inviato: 27 nov 2008, 05:33
da PPoli
Del resto se qualcuno di noi, me compreso chiaramente, pubblica un progetto lo fa anche per una forma di narcisismo che si completerebbe se poi, effettivamente, anche altre persone lo realizzano con successo magari migliorandolo (io non sono geloso!).
Che ci dici delle prove con le JJ 2A3 40W?
C'è un progetto finito o solo qualche esperimento?
Scusa se sono stato troppo "azzardato".
Anche in un altra discussione se è meglio.