Delle tre tensioni che definiscono il bias ed il comportamento anodico di una valvola ( Vfil , Vgk e Vak), è saggio stabilizzarne una sola?
Nel mio caso la stabilizzazione della tensione filamenti ha portato benefici consistenti e facilmente udibili.
Azzarderei che buona parte del beneficio derivi in realtà dalla rettificazione. Il rumore era dato dall'AC, non credo dall'imprecisione della tensione. La maggior parte delle valvole prevede un +-10% per la tensione filamento.
Probabilmente un semplice ponte + condensatore sarebbe stato già un bel passo avanti.
Ma visto che non è possibile in fase progettuale prevedere esattamente quali saranno la reale tensione della fornitura ENEL, la perdita sui diodi bisognerebbe "stare alti" quando si forniscono le specifiche al trasformatorista e poi affinare la tensione filamenti con qualche resistenza.
Molto più comodo uno stabilizzatore.
E non mi venite a dire che l'energia sprecata fa male al pianeta. Mio figlio l'altro giorno è tornato a casa da scuola convinto che se spegnessimo i led degli elettrodomestici riusciremmo a risolvere i problemi del pianeta. Ho dovuto fargli fare alcuni calcoli alla buona per verificare a quanti mesi di led corrisponde la luce che lascia accesa in camera senza che ci sia nessuno.
Per la tensione di griglia e soprattutto anodica il discorso è diverso, li lavoriamo già in DC. A parte il segnale audio (che immagino no ci interessi cancellare) e il ripple residuo.
Sbaglio qualcosa? Ho notato in altre discussioni una certa ostinazione a rispettare rigorosamente i punti di lavoro di progetto. Ma giocando con software come TubeCad o con i grafici delle curve mi sembra che spesso non faccia molta differenza avere 20V in più o in meno di anodica. Magari buttiamo via mezzo watt di potenza.