[QED, tutto in caciara, tra qualche put|ta|nà|ta (stupidaggine, sciocchezza: De Mauro, 1) di Giaime, ed i "bassi" istinti semplificatori di mr2a3: nessun intento moralistico da parte mia - di puttanàte ne ho scritte e ne scrivo anche io, a bizzeffe -, se vi divertite, avanti pure!
--- --- ---
Ciao, Luca
Originally posted by Luc1gnol0 - 10/12/2007 : 12:50:31
Allora Luca, proviamo a ripartire da quello che ho capito della tua posizione.
In particolare mi sembra che con l'affermazione (che ammetto mi è piaciuta) :<< ascolto CD in doppio cieco = aporia scientifica>> e tuoi successivi riferimenti a interferometri o altri metodi di ricerca non superficiali tu veda il subject come folcloristico fin dal titolo, a meno che gli interventi non siano in negazione della possibilità/utilità dello stesso.
Ho capito bene?
E' possibile che con coerente argomentazione filosofica tu riesca anche a convincermi, parlo seriamente, ma fatico a pensare l'utilità di una simile discussione al di fuori della sua stessa logica.
Tornando alla crema di nocciole avevo letto da qualche parte che contiene 400 e più aromi diversi, neppure troppo chiari chimicamente (ma visto il tempo passato e l'ignoranza specifica potrei aver capito male questo punto).
In pratica però nonostante la loro (ammettiamo esaustiva) individuazione direi che per descrivere in modo definitivo il gusto della nutella bisognerebbe prima aver descritto in via definitiva l'uomo (almeno come singolo se non come genere) che la assaggia.
Confesso che nel merito non saprei neppure confutare le teorie di Belt/Sheldon di quelle che chiamano "risonanze morfiche" secondo cui la percezione uditiva (qualitativa) ancora oggi funziona con i mecanismi sviluppati da nostri antenati genetici privi del senso della vista.
Insomma se in questo caso regredisco volentieri al livello dei sensi (limitando solo le suggestioni più evidenti) è perchè credo che una comprensione scientifica esaustiva degli aspetti qualitativi dell'ascolto sia ancora così lontana da non sapere neppure in che direzione cercare, non perchè sapendolo non mi interesserebbe.
Tempo fa avevo letto qualcosa di molto simile sul meccanismo chimico di azione dei prodotti omeopatici, e devo dire (davvero) che avendoli provati (quasi mi vergogno a dirlo ma spesso ottengo il risultato) avevo tutte le buone intenzioni per farmi convincere.
Bho, direi che se vuoi evitare troppe digressioni o semplificazioni dovresti provare tu a scrivere il primo capitolo.
Ciao
Massimo