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Inviato: 17 apr 2007, 17:09
da plovati
ma che è?
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Piergiorgio
Inviato: 17 apr 2007, 17:14
da PPoli
..forse quando tu vorresti ascoltarti un bel disco e i tre bimbi urlano e si picchiano e ti chiedono (pretendono) di guardare le ultime 120 puntate di Dragonball...

Inviato: 17 apr 2007, 17:45
da mr2a3
Potrei anche aggiungere una moglie (= abbassailvolume) che poi "si spara a palla" Renato Zero (solo quello però) ma credo che sia OT.
Da quello che ho capito la "fatica di ascolto" è messa in relazione con le (eccessive?) HF, che da un lato migliorano la percezione dei dettagli (anche di ricostruzione tridimensionale) ma che in qualche modo dopo una mezzoretta "stancano", proprio come se ascoltare fosse una lavoro muscolare e in definitiva (non subito, ho detto dopo un po') riducono il piacere di ascolto.
E voi che invece credevate di non sopportare i "terzi movimenti" delle sinfonie
Spesso questa è rilevata (anch'io) come la principale differenza tra ampli SS e a valvole, ma su questo ovviamente non prendo posizioni preconcette, lo dico solo perchè è opinione abbastanza diffusa.
IMHO naturalmente!
Ciao
Massimo
Inviato: 19 apr 2007, 18:18
da nullo
ma che è?
....perchè preoccuparsi, se non la percepisci?
...è una domanda retorica, oppure vuoi veramente sapere cosa "potrebbe" ingenerarla?
Ciao, Roberto
Inviato: 19 apr 2007, 18:57
da Giaime
Io personalmente la collego (la fatica d'ascolto) all'eccessivo riverbero dell'ambiente: più o meno la differenza che fa suonare nel garage del batterista, o suonare in un ambiente trattato e insonorizzato...
Quella sensazione lì credo di associarla anche ad un'esaltazione dell'estremo acuto della banda audio, credo.
Saluti termoionici
Giaime Ugliano
http://giaime.altervista.org
Inviato: 19 apr 2007, 19:12
da plovati
...è una domanda retorica, oppure vuoi veramente sapere cosa "potrebbe" ingenerarla?
Originally posted by nullo - 19/04/2007 : 13:18:09
più che una domanda, una riflessione.
più che una riflessione, una constatazione.
Fatica di ascolto qui fatica di ascolto là.. ma se si fa così fatica, perchè torturarsi? Spegnere lo stereo e andare a lavorare? Si fa fatica lo stesso ma invece che spendere si guadagna!
Belinate a parte, recentemente ho assistito ad un duetto di flauti, eseguito in una piccola cappella piuttosto riverberante.
Da spaccare le orecchie e far venire un mal di testa tremendo.
E con musica non amplificata, piacevole e ben suonata .
Fatica di ascolto dal vivo?
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Piergiorgio
Inviato: 19 apr 2007, 19:14
da riccardo
A me dopo qualche anno di azzardi, la fatica di ascolto appar(iva) correlata in massima parte alla mancanza di informazioni.
Non sono le HF a causarla, ma piuttosto delle mancanze, a macchia di leopardo, magari, che costringono il cervello a lavorare moltissimo per "integrare" quel che manca.
A distanza di tempo, sembrerebbe evidente che questo fenomeno sia dovuto al "mascheramento". Di fatto, a mio umile avviso, una larga parte di responsabilità è ascrivibile all'ambiente.
Però, e ci sono molti però, imho, lasciando fermo l'ambiente - sforzarzi di strutturarlo elementarmente, magari, ma a puro fine abitabile - e concentrando gli sforzi sui componenti, è possibile eliminare quasi completamente "l'incongruo comportamento elettroacustico" dello stereo che causa la parte fenomenologica più evidente del fenomeno.
A mio umile avviso, a quel punto sarà il momento di lanciarsi nella sperimentazione di un set up ambientale capace di rendere inabitabile una casa e di provocare il deterioramento dei rapporti coniugali.
Saluti
R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 19 apr 2007, 20:00
da audiofanatic
A me dopo qualche anno di azzardi, la fatica di ascolto appar(iva) correlata in massima parte alla mancanza di informazioni.
Non sono le HF a causarla, ma piuttosto delle mancanze, a macchia di leopardo, magari, che costringono il cervello a lavorare moltissimo per "integrare" quel che manca.
A distanza di tempo, sembrerebbe evidente che questo fenomeno sia dovuto al "mascheramento". Di fatto, a mio umile avviso, una larga parte di responsabilità è ascrivibile all'ambiente.
Però, e ci sono molti però, imho, lasciando fermo l'ambiente - sforzarzi di strutturarlo elementarmente, magari, ma a puro fine abitabile - e concentrando gli sforzi sui componenti, è possibile eliminare quasi completamente "l'incongruo comportamento elettroacustico" dello stereo che causa la parte fenomenologica più evidente del fenomeno.
A mio umile avviso, a quel punto sarà il momento di lanciarsi nella sperimentazione di un set up ambientale capace di rendere inabitabile una casa e di provocare il deterioramento dei rapporti coniugali.
Saluti
R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Originariamente inviato da riccardo - 19/04/2007 : 14:14:28
quoto, anche per mio conto la fatica è massimamente data dalla mancanza di dettaglio, ma non tanto come fattore legato alla definizione del componente, quanto a problematiche di fase nell'interazione tra le vie, in pratica "confusione" nell'immagine, con ovvie cancellazioni e sottrazione di informazioni.
In linea di massima nei sistemi peggiori si osservano entrambi i fenomeni (e i peggiori risultati), con le cancellazioni energetiche brutalmente compensate da alterazioni (esaltazioni) nella risposta, per recupeare "informazioni", un po' quello che succede usando gli equalizzatori, si cerca di risolvere a valle un problema posto alla fonte.
Altri sistemi finiscono per avere lo stesso effetto di fatica e mancanza di dettaglio utilizzando invece cancellazioni nella risposta, questo per accentuare la "scena", cosa che si può artificiosamente ottenere deprimendo ad arte l'intervallo di frequenze tipiche della risonanza del condotto uditivo...
Filippo
Inviato: 19 apr 2007, 20:50
da plovati
ma scusate, avete presente le radio a valvole con il cabinet di legno aperto dietro?
Ritenete un suono simile, assolutamente privo di informazioni e dettaglio, dalla banda passante limitata e distorsione elevata, soggetto a mille interazioni (altoparlante a 10cm dalla valvole di ingresso etc..) un suono affaticante?
Vi viene veramente voglia di spegnerla?
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Piergiorgio
Inviato: 19 apr 2007, 21:59
da riccardo
Ma ti risulta che noi oggi si ascolti musica con quelle radio?
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Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 19/04/2007 : 15:50:01
[/quote]
Saluti
R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 19 apr 2007, 21:59
da audiofanatic
ma scusate, avete presente le radio a valvole con il cabinet di legno aperto dietro?
Ritenete un suono simile, assolutamente privo di informazioni e dettaglio, dalla banda passante limitata e distorsione elevata, soggetto a mille interazioni (altoparlante a 10cm dalla valvole di ingresso etc..) un suono affaticante?
Vi viene veramente voglia di spegnerla?
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Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 19/04/2007 : 15:50:01
magari è prprio la banda passante limitata in alto e il fatto che sia un solo altoparlante a suonare a limitare la fatica, d'altra parte una radiolina a transistor ha la stessa distorsione e un solo altoparlante, ma la risposta è concentrata nella zona di massima sensibilità, quindi più fastidiosa...
Filippo
Inviato: 19 apr 2007, 22:14
da Natali
Ehm, io veramente ogni tanto la ascolto e mi piace molto il suono di una vecchia radio Magneti Marelli trovata in soffitta dalla nonna. Purtroppo ormai in AM è rimasta solo RAI 1, peccato.
Comunque trovavo a volte molto faticoso ascoltare CD registrati male con gainclone e monovia fostex, lo stesso non accade con gli stessi CD, ampli a valvole e monovia goodmans, che sia forse la maggiore distorsione del secondo sistema?
Comunque per me la fatica di ascolto si ha quando la musica non è piu' musica, cioè quando ad esempio un disco non è come penso che dovrebbe essere/suonare.
A volte anche la memoria fa dei brutti scherzi.
Ciao, Andrea
Inviato: 19 apr 2007, 23:25
da Piercarlo
quoto, anche per mio conto...
Originariamente inviato da audiofanatic - 19/04/2007 : 15:00:13
Quoto tutti e due!

. Sarebbe interessante a questo punto che anche Mauro Penasa si facesse vivo a dire la sua. Ho il sospetto che il famoso "DF" c'entri non poco a rendere sistemi, per altri versi simili, differenti dal punto di vista della fatica di ascolto, soprattutto per quanto riguarda il diverso andamento delle attenuazioni/esaltazioni che avvengono in banda audio in un impianto. Personalmente posso solo dire una cosa: quando l'impianto è fatto in modo da rendere dominante l'amplificatore sui diffusori (ovvero in grado di imporre la SUA risposta in frequenza su quella dei diffusori) la fatica di ascolto tende ad essere abbastanza costante e quasi unicamente dipedente da magagne INTERNE all'amplificatore rispetto alla linearità della risposta in frequenza (che possono riguardare anche la costanza del rapporto S/N sull'intera banda audio, neutro o "colorato" che sia).
Tutto imho come sempre...
Ciao
Piercarlo
Inviato: 19 apr 2007, 23:34
da mauropenasa
Però Piergiorgio ha posto l' attenzione su una cosa che si tende sempre ad ignorare:
Belinate a parte, recentemente ho assistito ad un duetto di flauti, eseguito in una piccola cappella piuttosto riverberante.
Da spaccare le orecchie e far venire un mal di testa tremendo.
E con musica non amplificata, piacevole e ben suonata .
Fatica di ascolto dal vivo?
Singolare che queste riflessioni vengano saltate di pari passo dai principali filoni di pensiero su questo tema.
Cosi come una vecchia radio può essere pure rilassante, un suono dal vivo può benissimo essere affaticante e lontano mille miglia dalla "visione pindarica" dell'audiofilo di turno.
Spesso accade che si ascolti una pessima ripresa, causata da un pessimo ambiente di esecuzione, e che si tenda a lavorare sul sistema di riproduzione per correggere il problema.
Poi si deve sempre distinguere dal "piacevole" o "poco affaticante" al "reale" o "realistico".
Alla stregua, pensiamo ad un pugno in faccia:
esso è estremamente "realistico", con un poco di fortuna si può anche percepirne la provenienza (collocazione spaziale dell' evento), ma di certo non è annoverabile nel contesto del "piacevole"....
Sono certo che qualche insigne fisico potrebbe ipotizzare dubbi sulla "certezza del realismo dell' evento", ovviamente in nome della componente sensoriale definibile "non invariante".....
ciao
opppsss:
scusate, ma forse dovevo parlare di DF ????
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 20 apr 2007, 00:02
da Arge
ma scusate, avete presente le radio a valvole con il cabinet di legno aperto dietro?
Ritenete un suono simile, assolutamente privo di informazioni e dettaglio, dalla banda passante limitata e distorsione elevata, soggetto a mille interazioni (altoparlante a 10cm dalla valvole di ingresso etc..) un suono affaticante?
Vi viene veramente voglia di spegnerla?
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Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 19/04/2007 : 15:50:01
Assolutamento NO !!!!!! anzi l' ascolto quando voglio rilassarmi.......
JOE
PS: la sto ascoltando anche adesso
Inviato: 20 apr 2007, 00:02
da mauropenasa
Quoto tutti e due! . Sarebbe interessante a questo punto che anche Mauro Penasa si facesse vivo a dire la sua. Ho il sospetto che il famoso "DF" c'entri non poco a rendere sistemi, per altri versi simili, differenti dal punto di vista della fatica di ascolto, soprattutto per quanto riguarda il diverso andamento delle attenuazioni/esaltazioni che avvengono in banda audio in un impianto.
Tra questo andamento di DF e fase inversa:
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 20 apr 2007, 00:06
da mauropenasa
....E questo:
Quale pensate che il nostro PG ritenga "più godibile" ?
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 20 apr 2007, 00:58
da Piercarlo
Singolare che queste riflessioni vengano saltate di pari passo dai principali filoni di pensiero su questo tema.
Cosi come una vecchia radio può essere pure rilassante, un suono dal vivo può benissimo essere affaticante e lontano mille miglia dalla "visione pindarica" dell'audiofilo di turno.
(...)
ciao
opppsss:
scusate, ma forse dovevo parlare di DF ????
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Originariamente inviato da mauropenasa - 19/04/2007 : 18:34:21
Io posso dire solo quello che ho vissuto in prima persona. Ho sempre fatto, per un motivo o per l'altro, lavori MENTALMENTE stressanti. Fino a qualche anno fa, ascoltare musica era l'unico modo per ritrovare me stesso e ricordarmi almeno come mi chiamo.... Ora i meccanismi di stress sono cambiati e finisco per ascoltare musica molto di rado (in realtà è lo stesso "rado" di prima con una differenza importante: prima CERCAVO la musica ma non potevo averla, ora posso averla ma tendo a rifiutarla per eccesso di "cottura"): l'impianto è da anni il medesimo e la sua qualità (ottima per quel che posso giudicare per conto mio) pure.
Cosa è cambiato in me, oltre al fatto di aver messo su anni e chili di troppo? Evidentemente il modo di funzionare della mia mente: prima tra le cose che avevo da fare potevo inserirci l'ascolto della musica senza provare fatica; ora se la inserisco mentre sto facendo dell'altro mi distrae e disturba, affaticandomi. La stessa cosa, curiosamente NON vale per il parlato che, anzi, aumenta la mia produttività; a casa, salvo quando devo PROPRIO concentrarmi, la radio rimane quasi sempre accesa (e per me "radio" significa RAI, cioè gente che parla di tutto dal serio al faceto ma continuamente).
Devo dire che io non sono assolutamente il tipo di ascoltatore che si mette serio e compito in poltrona, fa due giri di cottonfioc nelle orecchie e poi si mette ad ascoltare col libretto in mano: questo per me è solo un rito, non un ascoltare musica e lo lascio volentieri a chi ha meno fantasia di me da vivere. Piuttosto ascolto musica come fruisco di ogni altro ingrediente della mia vita: in sè non è vitale ma se manca dopo un po' lo sento. Come sento la mancanza del mio caffé da 6 tazze al colpo o di un panino fatto come si deve. In questo modo di fruire la musica ho notato che la "fatica" è legata non tanto alle qualità dell'impianto (sono riuscito a godermi ore di relax con una radiolina tascabile!) quanto al fruire della musica e della presenza sonora degli altri (i conduttori della radio) in momenti azzeccati piuttosto che controvoglia: solo, quando posso fare tutto il baccano che voglio piuttosto che in compagnia di famigliari che ti dicono "abbassa" ogni volta che metti su qualcosa di diverso dagli "zumpa-pa, zumpa-pa, firufiruli-firufiirula!" che per loro è il massimo della vita in fatto di musica.
Avendo pure degli animali in casa posso, per quanto ho osservato, riferire ciò che mi pare il loro approccio alla musica: i gatti dormono sempre che è un piacere (sui maschi sembra che, oltre ad essere pigri loro, abbia un effetto ultrarilassante la musica classica), ai cani non gliene frega niente. Cani e gatti si "svegliano" solo in caso di "incidenti sonori": la puntina che casca come un peso sul disco, la "ronzata" che segue la rottura di un cavo (perché ci hai camminato sopra) e simili. Per il resto... che suoni o non suoni a loro non gliene frega niente. Proprio niente! Ah una cosa: il suono dei croccantini che cadono in ciotola NON è riproducibile da nessun impianto... e i miei gatti si regolano di conseguenza! (sgrunt!)
Ciao
Piercarlo
Inviato: 20 apr 2007, 01:02
da Luc1gnol0
Quale pensate che il nostro PG ritenga "più godibile" ?
Originariamente inviato da mauropenasa - 19/04/2007 : 19:06:39
Se ce lo dici tu, poi possiamo confrontare con la risposta di plo'!
--- --- ---
Ciao, Luca
Inviato: 20 apr 2007, 01:12
da mr2a3
Devo dire che io non sono assolutamente il tipo di ascoltatore che si mette serio e compito in poltrona, fa due giri di cottonfioc nelle orecchie e poi si mette ad ascoltare col libretto in mano: questo per me è solo un rito, non un ascoltare musica e lo lascio volentieri a chi ha meno fantasia di me da vivere. Piuttosto ascolto musica come fruisco di ogni altro ingrediente della mia vita: in sè non è vitale ma se manca dopo un po' lo sento.
Originariamente inviato da Piercarlo - 19/04/2007 : 19:58:25
Su questo punto si potrebbe tranquillamente aprire un'altro 3D.
Personalmente sono il tuo opposto, non riesco ad ascoltare musica se non concentrandomi su di essa (tipo che se lavo i piatti in cucina dopo poco in sala c'è un laghetto).
E' più forte di me, la musica o la ascolto oppure preferisco spegnerla, a differenza della televisione che "mi fa compagnia" senza attirarmi più di tanto.
Al solito, il mondo è bello perchè è variabile!
Ciao
Massimo
Inviato: 20 apr 2007, 01:36
da mauropenasa
quote:
Quale pensate che il nostro PG ritenga "più godibile" ?
Originariamente inviato da mauropenasa - 19/04/2007 : 19:06:39
Se ce lo dici tu, poi possiamo confrontare con la risposta di plo'!
Se ve lo dico prima capace che lui dice il contrario solo per farmi rabbia....
In ogni caso collega un poco la cosa con questo:
...magari è prprio la banda passante limitata in alto e il fatto che sia un solo altoparlante a suonare a limitare la fatica...
detto da Filippo, e vedrai che qualche lampadina si accende....
Scherzi a parte (e non solo e non sempre in merito alla questione di questo 3D), da qualche anno io ho notato che una tendenza come quella piuttosto comune del primo grafico, ossia diminuzione graduale del DF al aumentare della frequenza, accoppiata a diffusori comuni con taglio classico a 2 o 3 vie, pone vissuti di maggiore "naturalezza" del suono e minore "metallicità".
Quel genere di curva tende a dare "il meglio apparente" in molti sistemi economici o meno economici, nel senso che le gamme basse e quelle di incrocio sono discretamente controllate da un DF calante ma di una certa entità, mentre solo in zona TW esso "molla" molto, tendendo a condizioni "simil retro" che piacciono tanto.....
Va detto che questo non è tanto in relazione a chissà quali cali di risposta in asse, ma piuttosto sembrerebbe andare in contro ad una certa "fisiologicità" di molti TW a cupola.
Insomma, sembrerebbe che ogni driver disponga di un DF adeguato e variabile in base all' energia back_emf emessa....
Agli esperti di diffusori l' ardua risposta....
Diversamente, quando si ha di fronte un gruppo di driver ben progettato e di elevate prestazioni, la curva più flat del grafico 2 da un migliore senso di equilibrio di emissione in tutta la gamma audio, ma per molti un poco "fredda".
Io propendo comunque per il grafico 2, ma credo che dipenda dalle condizioni che uno cerca.....
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 20 apr 2007, 03:06
da nullo
Devo essere extraterrestre
La radio della nonna, l'ascolto mentre NON si pensa ....ed altre cose del genere, possono non ingenerare fatica, così come l'impianto da discoteca....se si ha il testosterone a mille, per la bionda che si dimena a due passi...
Se la risoluzione è bassa, se l'impianto suona all'Inglese anni '70, se la testa è da un'altra parte, tutti i Santi aiutano...
Me se vi chiedo di ascoltare ogni singolo strumento e seguirlo, se vi chiedo di cercare nello spazio cantanti e strumenti, e questo per un lungo periodo, la differenza fra un impianto e l'altro....la facilità di ascolto o la fatica....la dinamica, la trasparenza naturale o la chiusura ....la percepite?
Ciao, Roberto
PS..perchè mai, l'ascolto dal vivo, non dovrebbe avere le stesse problematiche?..echi ecessivi, rumore, tecnici del suono incapaci, ecc. ecc., si fanno sentire, eccome!
Inviato: 20 apr 2007, 04:12
da Piercarlo
Me se vi chiedo di ascoltare ogni singolo strumento e seguirlo, se vi chiedo di cercare nello spazio cantanti e strumenti, e questo per un lungo periodo, la differenza fra un impianto e l'altro....la facilità di ascolto o la fatica....la dinamica, la trasparenza naturale o la chiusura ....la percepite?
Ciao, Roberto
PS..perchè mai, l'ascolto dal vivo, non dovrebbe avere le stesse problematiche?..echi ecessivi, rumore, tecnici del suono incapaci, ecc. ecc., si fanno sentire, eccome!
Originariamente inviato da nullo - 19/04/2007 : 22:06:20
Credo che qui vada precisato bene cosa ognuno intende per "ascoltare". Il tuo modo di ascoltare è analogo a quello di alcuni di leggere... facendo analisi grammaticali di ciò che leggono anziché immergersi nel mondo (magari anche quello limitato di un saggio) descritto da ciò che leggono. Io, per esempio, non riuscirei assolutamente ad ascoltare "analizzando" strumenti, passaggi o "stecche": spegnerei l'impianto - *QUALSIASI* impianto! - dopo trenta secondi netti. D'altra parte ho avuto modo di conoscere in amicizia un critico di musica classica che ascoltava in questo modo per dovere e mestiere (scriveva recensioni su una rivista specialistica) e, con un impianto onesto, buono senza esagerare (diciamo da un due milioni e mezzo una quindicina di anni fa, tutto compreso), riusciva a seguire tutto quanto senza grandi problemi e senza grande fatica (non l'ho MAI sentito lamentarsi della qualità di un impianto o anche di una incisione ma sempre e soltanto della qualità delle esecuzioni.. e degli esecutori, su cui ogni tanto scappava - non scritto ovviamente - qualche commento decisamente acido!).
Mi sa tanto, alla fine, che questa storia della "fatica di ascolto", è - a dispetto di alcuni presupposti fisiologici, evolutivi e, in apparenza oggettivi e obiettivi quasi in modo "assoluto" - una questione soggettiva all'ennesimo grado. E che forse, più che gli impianti, le incisioni, le esecuzioni ecc. contino molto di più le nostre *aspettative* nei loro confronti.
Forse è anche per questo che, nonostante tutti i tentativi, non si è rusciti a stabilire una misura (o un gruppo di misure) che certifichino UNIVOCAMENTE la bontà o meno di un impianto sul piano della sua ascoltabilità. E' un po' come misurare la "bellezza assoluta" di una donna: ad alcuni piacciono bionde, ad altri more, ad altri magre, ad altre ancora grasse da scoppiare... Come si fa a misurare qualcosa di definito in mezzo a una simile variabilità di gusti? Al più puoi stabilire una media, una sorta di "opinone della maggioranza" che però, per il singolo, vale al più un "amen".
Tutto imho come sempre.
Ciao
Piercalro
Inviato: 20 apr 2007, 04:13
da riccardo
Musica dal vivo: Mito e piacevolezza.
Una sera estiva percorrevo in macchina una piazza di roma, con i finestrini aperti. Nel largo spartitraffico-giardino al centro, una band jazz dell'estate romana suonava per il pubblico presente. Per un'improvviso blocco del traffico, si creò un ingorgo. Io ero proprio a lato dei musicisti, qualche metro, e per distrazione, dimenticai di spegnere il motore.
COn tutte le ragioni del mondo, un trombettista, da qualche metro, pensò di farmelo notare , e voltata la tromba verso il mio finestrino - e orecchio- soffiò un accordo sublime.
Non so quale santo mi abbia salvato da un attacco epilettico, a stento riuscii a spegnere il motore, ma a anni di distanza, ancora ricordo quello come un episodio di vero dolore.
Poi per quel che mi concerne, sono capace di ascoltare musica anche per 20 ore al giorno, e non sono pochi, davvero, i giorni in cui l'ho fatto.
Vi voglio ricordare, IMHO, però, che aspetti come la qualità del suono di un impianto, e se sia percebibile in modo fisiologico e con quanta fatica il messaggio musicale, non sono cose da fare in ascolto diretto. Va evitata la posizione di ascolto e la concentrazione perchè il cervello in condizioni come quelle si mette a ricostruire, mostrando come congruo, spesso, un messaggio che oggettivamente non lo è. La concentrazione stessa ritarda la coscienza "fisica" dell'affaticamento, pur rafforzandolo.
E' cosa buona disporsi, per queste valutazioni, a mansioni le più varie, e rigorosamente in ambienti diversi (ovviamente limitrofi) a quelli in cui suona l'impianto.
NOn c'è bisogno, per metabolizzare la REALE qualità di un impianto, di prestare attenzione a dati potenzialmente illusori come il palcoscenico riprodotto o altro, che ovviamente, possono esistere ed essere discreti o ampi anche in impianti scadenti e poco capaci rispetto alla resa della naturalezza complessiva del messaggio.
Saluti
R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 20 apr 2007, 04:42
da Arge
Il mio è un lavoro strano, fatto di colpi di mazza, di trapani o smeriglie che vanno a iosa, e anche se ascolto la musica in sottofonfo, quando non è prevalicata da rumore ( immaginate che casino ),non "percepisco" questa fatica di ascolto...
Invece quando ascolto musica a casa, quella che a me piace, cioè un po tutta, a volte mi son venuti degli impulsi omicidi dove la vittima sacrificale era l'ampli di turno.
Per come la vedo io, più che fatica di ascolto , io la chiamerei fatica fisica/mentale, la quale ci porta il più delle volte a scegliere il silenzio o a non soffrire certe tonalità o passaggi sonori....
OT....
Piccolo aneddoto....
A volte capita che lavoro anche presso privati....quindi mi rilasso le orecchie...
un bel dì mi recai a casa di una signora ( benestante

), mentre lavoravo per fare delle modifiche, in sottofondo c'era un personaggio che suona il pianoforte....
dopo circa due ore del mio lavoro e del suo suonare, mi rivolsi alla padrona di casa : è suo marito ? e la signora con un sorriso appena accennato disse : SI !!
IO: però, suona bene! cosa sta suonando, sa io non me ne intendo di musica classica .
la signora divertita disse: Mozarth , ti piace ?
IO: si, e sempre bello ascoltare musica dal vivo.
LEI: ( sorriso a tutta bocca ) in effetti......
passa un' altra ora ed ho finito...IO Arrivederci, se ha bisogno sa dove trovarmi , arrivederci.....
Ora vi starete chiedendo chi era il Pianista......, ma forse e meglio non dirlo..
L' unica fatica di ascolto che ho, e quando mi telefona mia suocera, il telefono riesce a " ingentilire" ulteriormente la sua splendida voce.....
ciao da JOE
Inviato: 20 apr 2007, 04:51
da nullo
Credo che qui vada precisato bene cosa ognuno intende per "ascoltare". Il tuo modo di ascoltare è analogo a quello di alcuni di leggere... facendo analisi grammaticali di ciò che leggono anziché immergersi nel mondo (magari anche quello limitato di un saggio) descritto da ciò che leggono. Io, per esempio, non riuscirei assolutamente ad ascoltare "analizzando" strumenti, passaggi o "stecche": spegnerei l'impianto - *QUALSIASI* impianto! - dopo trenta secondi netti. D'altra parte ho avuto modo di conoscere in amicizia un critico di musica classica che ascoltava in questo modo per dovere e mestiere (scriveva recensioni su una rivista specialistica) e, con un impianto onesto, buono senza esagerare (diciamo da un due milioni e mezzo una quindicina di anni fa, tutto compreso), riusciva a seguire tutto quanto senza grandi problemi e senza grande fatica (non l'ho MAI sentito lamentarsi della qualità di un impianto o anche di una incisione ma sempre e soltanto della qualità delle esecuzioni.. e degli esecutori, su cui ogni tanto scappava - non scritto ovviamente - qualche commento decisamente acido!).
Mi sa tanto, alla fine, che questa storia della "fatica di ascolto", è - a dispetto di alcuni presupposti fisiologici, evolutivi e, in apparenza oggettivi e obiettivi quasi in modo "assoluto" - una questione soggettiva all'ennesimo grado. E che forse, più che gli impianti, le incisioni, le esecuzioni ecc. contino molto di più le nostre *aspettative* nei loro confronti.
Forse è anche per questo che, nonostante tutti i tentativi, non si è rusciti a stabilire una misura (o un gruppo di misure) che certifichino UNIVOCAMENTE la bontà o meno di un impianto sul piano della sua ascoltabilità. E' un po' come misurare la "bellezza assoluta" di una donna: ad alcuni piacciono bionde, ad altri more, ad altri magre, ad altre ancora grasse da scoppiare... Come si fa a misurare qualcosa di definito in mezzo a una simile variabilità di gusti? Al più puoi stabilire una media, una sorta di "opinone della maggioranza" che però, per il singolo, vale al più un "amen".
Tutto imho come sempre.
Ciao
Piercalro
Se dal vivo ti poni in condizioni ottimali, NON FAI FATICA, non ti devi impegnare, le cose sono e basta, e questo a prescindere dalla tua attenzione.
In riproduzione, sono poche le situazioni che si possano paragonare con l'ottimale di cui sopra. ma esistono, In posizioni intermedie, la fatica può manifestarsi, in alcuni casi è insopportabile; negarsi la possibilità di poter leggere in maniera approfondità, quando lo si volesse, è una scelta soggettiva, quanto cercare il massimo.
Dura dire chi ha ragione.....
Piergiorgio aveva però chiesto quando si manifesta la fatica e se non c'è impegno, la fatica stenta ad affiorare.
Che l'impianto da 2,5 milioni di qualche anno fa, ti mettesse in grado disaggiare l'essenza del registrato, non lo metterei invece fra le verità assodate...con quella cifra si metteva insieme un banale accrocchio, niente a che vedere con qualcosa di serio..
Es. all'epoca con l'acquisto di un Mission Cyrus two ed un Onkio 803 integra, non avevi più i soldi per le casse... e non erano certo apparecchi validi in assoluto, ma solo nella loro fascia di prezzo.
Pensa ( per farti un idea) che il Mission è stato felicemente sostituito dal volks-amplifier a casa di un amico, l'Onkio l'ho avuto anch'io per diverso tempo se penso ad un confronto col Lector, mi vien da sorridere...
Ciao, Roberto
Inviato: 20 apr 2007, 04:55
da Arge
l'Onkio l'ho avuto anch'io per diverso tempo se penso ad un confronto col Lector, mi vien da sorridere...
Ciao, Roberto
Originariamente inviato da nullo - 19/04/2007 : 23:51:28
in che senso ?
JOE
Inviato: 20 apr 2007, 05:07
da nullo
..hai avuto una Fiat 500, prima dell'Alfa?
Beh, la differenza in positivo è maggiore...anche se sono passato per varie esperienze per approdare a quello.
Crescendo, a volte ci si guarda indietro sorridendo, altre volte con rammarico....in questo caso mi è andata bene.
Ciao, Roberto
Inviato: 20 apr 2007, 05:23
da Arge
..
Crescendo, a volte ci si guarda indietro sorridendo, altre volte con rammarico....in questo caso mi è andata bene.
Ciao, Roberto
Originariamente inviato da nullo - 20/04/2007 : 00:07:32
Io al contrario di te, lo costudisco gelosamente, perchè se è vero che si cresce con l' esperienza e con la consapevolezza e altrettanto bello vedere da dove si è partiti, ecco io sono partito propio da li....
proverò anche io il Lector....,ma l' onkio A-807 Integra ( l' 803 non è integra )non lo venderò mai , troppo affezionato, anche a tutti i suoi limiti
ciao da JOE
Inviato: 20 apr 2007, 05:50
da nullo
..la memoria...803...807..comunque integra era, questo è certo e non era l'809, costava ll'epoca circa 1,2 milioni, se non ricordo male.
Ne comprammo due dopo averne testati molti, quando incontrammo Lector grazie ad un amico, io presi il CDP 7, l'altro il piccolo 0.5 T, più che sufficiente per stendere l'Onkyo, comunque.
In seguito presi il due telai ( in realtà 4, visto che che i trasformatori sono in due case separati) Digidrive + Digicode, più un anti jitter Monarchy audio, da porre tra i due, una macchina che ancora tiene duro a testa alta, nonostante il tempo che scorre...
Il CDP 7, finì al posto dello 0.5 T, quest'ultimo mandò in pensione il Micromega di un altro amico....
Se avrai occasione di testarlo, non rimarrai deluso.
Fine OT..
Ciao, Roberto
Inviato: 20 apr 2007, 14:25
da plovati
Quindi, a quanto pare di capire, si delineano due approcci all’ascolto:
l’audiofilo, che si concentra per seguire la focalizzazione (altro termine ambiguo), il palcoscenico, lo strumento etc..
ascolta musica come se dovesse fare una recensione. Dopo un certo tempo si stanca di fare questa attività che a tutti gli effetti è un lavoro e come tale stanca. Anche in caso di ascolto di musica lirica dal vivo, ad esempio, questo tipo di ascoltatore si concentrerà per cercare di capire le parole. Un impegno notevole, che senza dubbio affatica.
Va da sé che non è possibile per tale tipo di ascoltatore impegnarsi in una qualsiasi altra attività, l’impegno di ascoltare musica deve essere assoluto.
E’ indispensabile per rientrare in questa categoria, possedere una cultura musicale ma anche in senso generale piuttosto al di sopra della media e/o una lunga esperienza di ascolti dal vivo e riprodotti.
Il Cirenaico (*) ascolta la musica, non le categorie di classificazione dell’impianto. Gode dell’interezza dell’evento che si ricrea (con un grado di aderenza all’evento originario) oppure trova meglio cambiare brano, ma sempre apprezzando o meno la prestazioni sonica complessiva, assimilata più che ascoltata.
Tale tipo di ascoltatore ascolta musica prevalentemente facendo altro, lasciando mani e mente libere di impegnarsi in altra attività o pensieri.
Cosa possibile in quanto la musica rappresenta una sorta di alfabeto innato dell’uomo, la musica infatti fa presa in tutti gli strati sociali e culturali.
Mi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.
(*) Dice di Aristippe di Cirene Diogene Laerzio :
[…] Si adattava con disinvoltura a luogo, a tempo, a persona e recitava il suo ruolo convenientemente in ogni circostanza. Perciò più degli altri godeva del favor di Dioniso, poiché riusciva sempre a rendere accettabile ogni situazione. Godeva il piacere dei beni presenti, ma rinunziava ad affaticarsi per il godimento di beni non presenti. Fu per queto che Dioniso lo chiamava cane (o cinico) regale.
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Piergiorgio
Inviato: 20 apr 2007, 15:35
da marziom
io sono entrambi.....

nel senso che a volte mi piace fare l'audiofilo, ma generalmente la musica mi accompagna mentre faccio altro....sarà per la cronica mancanza di tempo?!
marzio
Inviato: 20 apr 2007, 15:43
da MBaudino
Scherzi a parte (e non solo e non sempre in merito alla questione di questo 3D), da qualche anno io ho notato che una tendenza come quella piuttosto comune del primo grafico, ossia diminuzione graduale del DF al aumentare della frequenza, accoppiata a diffusori comuni con taglio classico a 2 o 3 vie, pone vissuti di maggiore "naturalezza" del suono e minore "metallicità".
Quel genere di curva tende a dare "il meglio apparente" in molti sistemi economici o meno economici, nel senso che le gamme basse e quelle di incrocio sono discretamente controllate da un DF calante ma di una certa entità, mentre solo in zona TW esso "molla" molto, tendendo a condizioni "simil retro" che piacciono tanto.....
Originariamente inviato da mauropenasa - 19/04/2007 : 20:36:02
Faccio sempre molta fatica a capirti, per noti limiti conoscitivi miei e non certo per come tu esponi le cose.
Il tuo ragionamento mi sembra molto interessante anche se incomprensibile.
Non voglio che tu perda tempo a spiegarmelo meglio, prima o poi ci arrivo: solo una cosa mi sarebbe utile sapere.
Ritenevo trascurabile il discorso DF sulle vie alte per il fatto che i tweeter (ed in misura minore i middle) sono quasi sempre pesantemente attenuati da resistenze ( 2-10- 15 ohm) e che lavorano sempre almeno un ottava al di sopra della risonanza. Dove sbaglio?
Ciao Mauro
Inviato: 20 apr 2007, 16:36
da Luc1gnol0
Faccio sempre molta fatica a capirti, per noti limiti conoscitivi miei e non certo per come tu esponi le cose.
Originariamente inviato da MBaudino - 20/04/2007 : 10:43:45
Secondo te Mauro (Baudino), a prescindere da "naturalezza", "metallicità", dalle risposte non date da plovati e dai suggerimenti preziosi di Mauro (Penasa), quale dei due andamenti postati è quello corretto e perché?
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Ciao, Luca
Inviato: 20 apr 2007, 17:03
da mauropenasa
Ritenevo trascurabile il discorso DF sulle vie alte per il fatto che i tweeter (ed in misura minore i middle) sono quasi sempre pesantemente attenuati da resistenze ( 2-10- 15 ohm) e che lavorano sempre almeno un ottava al di sopra della risonanza. Dove sbaglio?
Credo nel sottovalutare il damping elettrico nei crossover reattivi, ma potrei anche sbagliarmi.....
Da questo punto di vista mi limito a girarvi alcune mie valutazioni, senza elaborare in forma super teorica la cosa.
ciao
Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html
Inviato: 20 apr 2007, 17:31
da plovati
Fatica d’ascolto, ci sarà una definizione? In italiano pare di no, tutti discetto di tanta o poca fatica d’ascolto, ma nessuno sembra curarsi di definirla. Una breve ricerca su “Listener fatigue” dà contributi decisamente più utili.
Da Meadowlark Audio:
“Have you ever noticed that you rarely suffer from listening fatigue in the 'real world'? Even in noisy, complex environments like busy restaurants and factory floors one rarely experiences this weird form of fatigue. Live acoustic music almost never causes fatigue, even the really wild stuff like massed, blasting brass and marching steel drum bands! Understanding the mechanism that gives rise to listening fatigue requires a brief discussion of the human hearing system.
When you listen to a completely natural sound environment - the real world - each sound arrives at your ears in its natural state, and with an amplitude and phase relationship that agree because the sound was created by a real event. The mind can readily turn the signal coming from the ears into a picture of reality. We can readily perceive the location and distance of each sound around us. But, in stereo reproduction there is a huge opportunity to scramble things. If gross errors are made, try as it may, your mind cannot put together a picture of reality from the garbage that's coming up from your ears. Wire one speaker out of polarity and you'll see! As errors in sound reproduction get smaller, a stereo picture will form, though sometimes just bits and pieces. Perhaps you've heard a system that can get the singer to image, but spreads the string bass around the room. When a system works pretty well, you will perceive good imaging, soundstaging and ambiance. But unless the waveform reaching your ears looks "natural" to your mind, your mind will still have to work rather hard, though subconsciously, to put together that picture of reality. “
Da
http://www.digitalprosound.com/2002/03_ ... cerpt1.htm :
“Low Mids — The midrange between 250Hz and 2000Hz contains the low order harmonics of most musical instruments and can introduce a telephone-like quality to the music if boosted too much. Boosting the 500Hz to 1000Hz octave makes the instruments sound horn-like, while boosting the 1kHz to 2kHz octave makes them sound tinny. Excess output in this range can cause listening fatigue.
[an error occurred while processing this directive] “
Da 6moons.com:
“Some people have taken to listening at low volumes because of the listening fatigue that most systems induce at higher volumes, particularly the girlie ear crowd. It's just too hard on those delicate ears otherwise. I confess that my volume levels have come down over the years too, with sanity and self preservation in mind. With the Shindo rig, I never felt the stress and strain normally associated with louder volumes. “
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Piergiorgio
Inviato: 20 apr 2007, 17:46
da mr2a3
Quindi, a quanto pare di capire, si delineano due approcci all’ascolto:
l’audiofilo, che si concentra per seguire la focalizzazione (altro termine ambiguo), il palcoscenico, lo strumento etc..
ascolta musica come se dovesse fare una recensione. Dopo un certo tempo si stanca di fare questa attività che a tutti gli effetti è un lavoro e come tale stanca. Anche in caso di ascolto di musica lirica dal vivo, ad esempio, questo tipo di ascoltatore si concentrerà per cercare di capire le parole. Un impegno notevole, che senza dubbio affatica.
Va da sé che non è possibile per tale tipo di ascoltatore impegnarsi in una qualsiasi altra attività, l’impegno di ascoltare musica deve essere assoluto.
E’ indispensabile per rientrare in questa categoria, possedere una cultura musicale ma anche in senso generale piuttosto al di sopra della media e/o una lunga esperienza di ascolti dal vivo e riprodotti.
Il Cirenaico (*) ascolta la musica, non le categorie di classificazione dell’impianto. Gode dell’interezza dell’evento che si ricrea (con un grado di aderenza all’evento originario) oppure trova meglio cambiare brano, ma sempre apprezzando o meno la prestazioni sonica complessiva, assimilata più che ascoltata.
Tale tipo di ascoltatore ascolta musica prevalentemente facendo altro, lasciando mani e mente libere di impegnarsi in altra attività o pensieri.
Cosa possibile in quanto la musica rappresenta una sorta di alfabeto innato dell’uomo, la musica infatti fa presa in tutti gli strati sociali e culturali.
Mi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.
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Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 20/04/2007 : 09:25:30
In generale potrei anche riconoscermi nel primo schema.
Non nelle conclusioni però.
Provo ad entrare nel dettaglio del perchè riesco solo ad ascoltare "con attenzione" per cercare di essere più chiaro.
Quando ascolto un'opera sinfonica ad esempio non riesco a "goderla" se non seguo le melodie che contiene e come vengono modificate ad ogni riproposizione, più edonisticamente poi trovo che i contrasti o le collaborazioni delle diverse sezioni dell'orchestra siano tra le cose più gustose, ma non le più facili da seguire . . . . .
Con la musica settecentesca invece senza "appoggiarmi" sulla struttura del basso continuo o sulle differenze (di colore) date da cose per me non immediate da percepire, come i raddoppi strumentali nelle ripetizioni, fatico a seguirne il contenuto, ho provato ad ascoltare distrattamente (facendo altro) ma così finisce che seguo poco e "mi sveglio" solo sul tema principale, in pratica come quando si mangia già sazi.
Potrei continuare con il jazz, dove le scale modali a me "distraggono" quasi per costruzione, ma anche l'apparentemente più semplice folk inglese, magari senza strumenti ritmici, riesco ad apprezzarlo soprattutto attraverso le sfumature, difficili per me da percepire se sto facendo altro o sono nel locale accanto.
Potrei dire del rock, che sotto un "volume minimo" per me perde quasi tutto l'interesse ma la smetto prima che anche l'ultimo che sta leggendo si addormenti
Però la minor/maggior fatica di ascolto con diversi sistemi la sento, eccome. Ricordo che sono un sostenitore del my-fi, con valvole, convertitori zero oversampling, giradischi e vecchiumi vari che probabilmente distorcono piacevolmente.
Ad esempio attualmente ho un impianto per cuffia che mi soddisfa completamente e con questo riesco ad ascoltare di continuo anche per ore (quando le ho naturalmente) senza fatica, e in questo caso bisogna anche aggiungere l'handicap della cuffia in testa.
Avevo invece dei monovia con i Fostex FE 103S che mi strapiacevano ma che dopo (diciamo un paio d'ore?) "mi stancavano".
Secondo me quindi non dipende da come si ascolta, questa alla fine credo sia solo un'abitudine.
Un po' come fare qualche chilometro a piedi, se sei allenato li fai di corsa senza fatica, se abitualmente usi l'ascensore anche per un piano probabilmente anche a passo tranquillo sarai stano (lo stesso vale per le verifiche del conto dall'ortolano).
Ciao
Massimo
P.S. In realtà un'eccezione c'è, il lavoro manuale "muscolare" ma questo di fatto lo pratico solo quando in cantina lavoro il legno.
Inviato: 20 apr 2007, 17:53
da mr2a3
Da 6moons.com:
“Some people have taken to listening at low volumes because of the listening fatigue that most systems induce at higher volumes, particularly the girlie ear crowd. It's just too hard on those delicate ears otherwise. I confess that my volume levels have come down over the years too, with sanity and self preservation in mind. With the Shindo rig, I never felt the stress and strain normally associated with louder volumes. “
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Piergiorgio
Questa la quoto al 100%.
Da sempre quando mi sembra di "aver migliorato" mi scopro ad ascoltare a volume (relativamente) più alto.
Ciao
Massimo
Inviato: 20 apr 2007, 18:05
da Luc1gnol0
Da sempre quando mi sembra di "aver migliorato" mi scopro ad ascoltare a volume (relativamente) più alto
Originariamente inviato da mr2a3 - 20/04/2007 : 12:53:12
Mi pare che ci siano filosofie di progettazione di tendenza opposta a questa situazione (per es. Chiomenti), e che fanno della completezza, della piacevolezza, del dettaglio a basso livello uno dei risultati cardine.
Verrebbe da chiedersi: a che pro alzare il volume? Forse perché a volume più moderato non si "capisce bene", una fatica d'ascolto da mancanza di informazioni (vedi post di riccardo, anche).
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Ciao, Luca
Inviato: 20 apr 2007, 18:19
da mr2a3
Mi pare che ci siano filosofie di progettazione di tendenza opposta a questa situazione (per es. Chiomenti), e che fanno della completezza, della piacevolezza, del dettaglio a basso livello uno dei risultati cardine.
Verrebbe da chiedersi: a che pro alzare il volume? Forse perché a volume più moderato non si "capisce bene", una fatica d'ascolto da mancanza di informazioni (vedi post di riccardo, anche).
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Ciao, Luca
Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 20/04/2007 : 13:05:59
Forse siamo entrambi un po' troppo generici (è che dopo il lungo post precedente non volevo esagerare

).
Da un lato dipende dal genere.
Quando dico che mi piace "alzare il volume" non intendo con i quartetti d'archi ma con rock o musica da jazz club (hai presente un sax . . . .)
Dall'altro forse dovrei precisare meglio cosa intendo con "relativamente".
In altri 3D parlavo di livelli medi di 70/80dB, niente che danneggi le orecchie insomma e, se sono un po' tolleranti, neppure i rapporti di vicinato condomiale
Ciao
Massimo
Inviato: 20 apr 2007, 18:58
da nullo
[quoteMi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.][/quote]
...ma tu PG, riesci ad ascoltare un impianto di serie che equipaggia un auto, senza provare fastidio?...riesci a bere del Tavern...icolo, senza provare fastidio?
Il fastidio generato da un impianto è SEMPRE presente, quando questo ha palesi limiti, l'attenzione e l'educazione di chi lo ascolta, possono o meno rilevarlo e descriverlo nelle sue peculiarità.
La soggettività è sempre presente anch'essa, un recensore ha gusti personali, che possono però essere simili, a quelli di chi decide di dargli credito.
Le categorie esistono per pura comodità. All'interno di ciascuna, si può cercare il proprio compromesso.
Quando lavoro oppure sono macchina, uso l'Ipod per ore, alcune canzonette, vengono fuori "quasi" decentamente, altre, mortificate e mortificanti...i fiati ad es. di una grande orchestra che suona dello swing, ti paiono comunque e sempre all'altezza? Con una chitarra ed una voce sei quasi sempre a posto, ma quando fai corrrere 25 elementi, te li raccomando l'Ipod o la radio della nonna
Ciao, Roberto
Inviato: 21 apr 2007, 05:29
da Piercarlo
Mi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.
_________
Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 20/04/2007 : 09:25:30
Diciamo che essendo l'ascoltatore l'ultimo componente dell'impianto (quello che giustifica l'esistenza del resto!

) semplicemente SCEGLIE il tipo di fatica da cui lasciarsi "rovinare". Alla base sta, secondo me, l'accettazione o meno di un postulato di fondo per ora non smentibile dalla tecnica: non esistono impianti perfetti ma solo impianti con rese diverse (e su piani qualitativi diversi) i cui limiti si possono accettare, rifiutare e pure, entro certi limiti aggirare... ma non a costo zero (nel senso che in genere il superamento di un limite comporta la messa in evidenza di altri limiti prima più defilati e in secondo piano... che sono a loro volta da superare).
Secondo me alla fine si tratta anche qui di fare delle scelte un po' più generali, in particolare se valga sempre la pena di superare limiti che con il loro superamento portano a rimettere in discussione equilibri che, con tutti i loro limiti, avevano anche i loro vantaggi (principalmente quello di essere, appunto, equilibri presumibilmente soddisfacenti almeno in base alle possibilità del momento).
Ciao
Piercarlo
PS - Sebbene non mi dispiaccia il continuo progresso delle conoscenze e delle tecniche per migliorare qualità e fruibilità degli eventi musicali (o solo sonori) riprodotti, è da tempo che sto maturando l'idea che la caccia all'assoluto, alla perfezione "ultima" e simili sia, di fatto, un puro e semplice condannarsi da soli a un'eterna fatica di Sisifo: l'ennesimo modo di cercare la massima insoddisfazione con la scusa (e il paravento) di cercare la massima perfezione...
Tutto imho ovviamente...
Inviato: 21 apr 2007, 06:11
da nullo
Sebbene non mi dispiaccia il continuo progresso delle conoscenze e delle tecniche per migliorare qualità e fruibilità degli eventi musicali (o solo sonori) riprodotti,
....................................................................................................................................
è da tempo che sto maturando l'idea che la caccia all'assoluto, alla perfezione "ultima" e simili sia, di fatto, un puro e semplice condannarsi da soli a un'eterna fatica di Sisifo: l'ennesimo modo di cercare la massima insoddisfazione con la scusa (e il paravento) di cercare la massima perfezione...
Contraddizione fra prima e seconda parte?
... i progressi esistono proprio perchè qualcuno non si accontenta, chi li suda ne godrà i frutti con una consapevolezza diversa da chi li acquisisce, gratis od a pagamento, una volta acclarati, belli e pronti....
...infine, ci sono quelli che negano il progresso perchè, mina le proprie certezze, o perchè non sono stuzzicati ed allora meglio lasciar le cose come stanno....così non ci si deve perdere tempo a rivedere le proprie scelte.
Ciao, Roberto
Inviato: 21 apr 2007, 17:40
da riccardo
Una manciata di monete fiori corso, da 5 e 10 lire (tempi beati) e molte da 30 lire coniate da me medesimo. (falso come una moneta da 30 lire, si diceva)
La fatica di ascolto è un "danno" di cui è causa un difetto dell'ambiente o della fonte di riproduzione. L' attitudine a individuare e sopportare l'affaticamento cambia da soggetto a soggetto, e esso stesso (affaticamento) è sovente mascherato dallo sforzo di concentrazione.
L'ascolto indiretto serve a evitare l'inganno della concentrazione. La musica cattura l'ascoltatore distratto nel momento i cui le doti timbriche generali catturano la mente perchè non la infastidiscono. Serve a carpire e individuare delle qualità, non a giudicare un impianto nella sua interezza di prestazione. Il corpo si muove quando la psiche gli dice "è ok".
Il palcoscenico, è uno degli "effetti sonori" la cui analisi richiede una notevole dose di consapevolezza.
Vorrei mi diceste se siete d'accordo o meno con me, quando affermo che impianti scadenti riescono a offrire una dislocazione spaziale illusoria, e spesso solo bidimensionale, che sono in molti a definire "scena".
Poichè il parametro varia, quindi, e è congruo solo nel momento in cui a definire lo spazio virtuale sono tutte o gran parte delle informazioni ambientali preregistrate, è inutile considerarlo prima che l'impianto abbia raggiunto una qualità tale da dare l'impressione di riuscire a estrarre convenientemente il messaggio e a formare una prospettiva plausibile e tale da provocare un una mente distratta un coinvolgimento automatico e quasi immediato..
La sorgente: sebbene il crocevia della musica riprodotta siano i diffusori, la chiave assoluta della qualità (individuabile, raggiungibile, percepibile) è la sorgente. Ha poco senso esibire ardite autocostruzioni di amplificatori alimentate da ipod o cdp commerciali.Il giradischi non lo considero, perchè è un almanacco che richiede un monte di attenzioni e di soldi, e perchè - a me - definitivo e inappellabile, in sintesi giudizio invariante - sta semplicemente sulle balle da 40 anni.
I dischi mal registrati non esistono. O meglio, per dirla grossa, sono lo 0,2 per cento del totale. A parte che, dal punto di vista elettrico, ogni registrazione ha il suo proprio livello, e quindi richiede posizioni del volume diverse, e quindi impedenze le più varie in gioco, e già qui dire "è registrato male o bene", ha molto del soggettivo...
Ad ogni buon conto, mi piacerebbe sottoporre alla vostra attenzione una coppia di cd, vorrei sapere cosa ne pensate, cosa riusciamo insieme a percepire.
Possono essere due casi di registrazioni peculiari, e in entrambi i casi è nodale la capacità dell'impianto di estrarre tutto il contenuto del disco.
Sono:
Pino Daniele: E sona mo'
Carole King: Tapestry
Vi anticipo che per me sono due casi di provocatori di fatica di ascolto, ma le ragioni per cui lo sono sono diverse.
Saluti
R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 21 apr 2007, 21:19
da Piercarlo
... i progressi esistono proprio perchè qualcuno non si accontenta, chi li suda ne godrà i frutti con una consapevolezza diversa da chi li acquisisce, gratis od a pagamento, una volta acclarati, belli e pronti....
Direi che la maggior parte dei "progressi" in campo audio sono frutto della sola spinta del marketing. Personalmente i reali progressi *specifici* in campo audio che mi sento di accreditare come tali (su un arco di più di cinquant'anni!) sono:
A) sul fronte delle sorgenti: l'invenzione del 33 giri microsolco prima e del CD dopo (molto dopo!

)
B] sul fronte della ripresa pura e semplice, l'introduzione del registratore a nastro nella sua forma evoluta a basso rumore (cioè con almeno gli stadi di ingresso a semiconduttore) che ha permesso di differenziare nettamente la fase di ripresa dalla fase di preparazione all'incisione dei lavori musicali.
C) Sul fronte dei diffusori l'invenzione dei sospensione pneumatica.
Non ho incluso VOLUTAMENTE il discorso amplificatori perché, sia pure ottenuti con mezzi diversi, i risultati di punta sono sostanzialmente GLI STESSI dalla seconda metà degli anni quaranta in poi. A rinforzo della tesi di coloro che pensano che dopotutto gli amplificatori... devono solo fare gli amplificatori e basta, non evocare fantasmi!
...infine, ci sono quelli che negano il progresso perchè, mina le proprie certezze, o perchè non sono stuzzicati ed allora meglio lasciar le cose come stanno....così non ci si deve perdere tempo a rivedere le proprie scelte.
Ciao, Roberto
Originariamente inviato da nullo - 21/04/2007 : 01:11:20
Proprio perché le ho riviste molte volte sono arrivato a discriminare ciò che vale la pensa di conseguire (nell'ascolto come in altre cose) e ciò che, anche se al momento appare molto più spettacolare e "stupefacente", finisce semplicemente per lasciare il tempo che trova (spesso proprio perché non è in grado di fare BENE le cose più semplici e quotidiane mi vien da dire...) e quindi non vale la pena di starci dietro.
Ciao
Piercarlo
PS - Aneddoto.... Subito dopo aver scritto il mio post ieri sera mi son messo a caccia con YouTube di filmati in cui cantavano Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e Mel Torme (i i miei piatti "fissi" e irrinunciabili da ascoltare ogni volta che posso!). Ebbene... a parte il fatto che la qualità audio, nonostante le compressioni, nonostante il fatto che DOPOTUTTO mi veniva fuori dalla linea del telefono, e nonostante fosse "processato" dall'hardware di base del Mac G3 senza altri supporti (ci ho attaccato la cuffia direttamente) era fruibilissima... bhe iio, pur essendoci stato attaccato con la cuffia in testa oltre un'ora e mezzo, NON HO PROVATO PROPRIO NESSUNA FATICA DI ASCOLTO. Semplicemente avevo altro a cui dare la mia attenzione. Piuttosto direi che c'è stata una notevole fatica di "visione" causa sia la scadente qualità della trsmissione video sia il fatto che voce e video erano (penso per ragioni di copyriight) volutamente fuori sincronismo.
Non vorrei girare troppo il coltello nella piaga ma ho veramente l'impressione che, quando si parla di "fatica di ascolto" si cerchi, involontariamente, di "oggettivare" un fenomeno puramente soggettivo e soprattutto PERSONALE. Insomma una faccenda di gusti e nient'altro che sarebbe meglio considerare come tale e basta. Poi se qualcuno ha da ridire perché si sente sminuito dal fatto che i suoi gusti non sono "scientificizzabili" (ovvero, non troppo velatamente, imponibili agli altri di autorità...

) bhe... francamente non lo capisco: che male c''è ad avere dei gusti e a considerarli SOLTANTO dei gusti e non una qualche sorta di "bibbia" su cui "legiferare"? - Bibbie dell'audio, del mangiare, del bere, del trombare... Insomma, sembra che se non si fanno le cose a modo degli altri (anche il far "fatica") ma a modo proprio ci si debba vergognare a sangue, sentirsi rimessi in disccussione perché le proprie scelte, se non sono flessibili e malleabili a uso e comodo altrui, allora non vanno bene, non sono normali sono troppo rigide...
E poi vanno a parlare di libertà di pernsiero e di opinione... Mah!
Ciao e buona domenica a tu†ti!

Inviato: 22 apr 2007, 02:28
da riccardo
Eppure c'è una cosa che dovrebbe saltare all'occhio, ed è al di là delle opinioni e delle imposizioni di cui si lamenta garbatamente Piercarlo.
A me pare che la stragrande quantità di mezzi di riproduzione che ci circondano e che siamo costretti ad ascoltare quotidianamente (dagli altoparlanti nei treni alle TV ai telefoni auricolare o vivavoce, impianti hificar etc.) siano di qualità tale da PROVOCARE fatica di ascolto. Ma la vastità, la costanza e abitualità di questo vissuto sono tali da non permettere, nella stragrande maggioranza dei casi, lo sviluppo di una "cultura individuale" capace di discriminare cosa è fastidioso e cosa no.
Pure in mancanza di consapevolezza, tuttavia, lo sgradevole, il non fisiologico, rimane tale, causando nelle persone una forma di stress.
L'irritazione e la sofferenza provate vengono magari sublimati in altro, in gesti ostili e sgradevoli, in inclinazione alla discussione. in furberie e rivalse, in depressione, al correre troppo in macchina, e via discorrendo.
NOn c'è per me davvero altra spiegazione del perchè l'80% delle persone ascolta per 6 ore al giorno l'audio ORRENDO di qualche televisore, o la stessa esistenza di decine di migliaia di impianti cosiddetti Hi fi dal suono oggettivamente collocabile in varie sfumature dal vergognoso all'orripilante.
Parlo di cultura perchè il "gusto personale" se costretto a esercitarsi nella pochezza dell'offerta commerciale normale, non ha modo di esercitarsi. Ci vuole uno sforzo in più per aiutare un istinto - il gusto, appunto- di fatto posto in catene.
Per questo per me, a a mio umile avviso, in grande maggioranza la fatica d'ascolto ha delle cause certe, del tutto visibili, al di là della forza del sistema nervoso di chi sopporta.
Saluti
R.R.
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Atomo e vuoto sono in noi
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Inviato: 27 apr 2007, 18:31
da Piercarlo
Eppure c'è una cosa che dovrebbe saltare all'occhio, ed è al di là delle opinioni e delle imposizioni di cui si lamenta garbatamente Piercarlo.
A me pare che la stragrande quantità di mezzi di riproduzione che ci circondano e che siamo costretti ad ascoltare quotidianamente (dagli altoparlanti nei treni alle TV ai telefoni auricolare o vivavoce, impianti hificar etc.) siano di qualità tale da PROVOCARE fatica di ascolto.
Originariamente inviato da riccardo - 21/04/2007 : 21:28:46
Ci ho pensato un po' su prima di rispondere. A parte il settore consumer di media o bassa qualità (televisori, radio, telefonini...) in cui, penso, la bassa qualità audio è tale perché non ne viene richiesta una migliore, esistono però molti ambiti PROFESSIONALI in cui la qualità audio è secondo me tenuta *volutamente* bassa e questo vale soprattutto per quelle situazioni in cui va privilegiata l'INTELLIGIBILITA del parlato a scapito della sua qualità acustica: l'esempio più ovvio sono gli impinati delle stazioni in cui è più importante capire cosa dice lo speaker (per non perdere il treno, l'aereo o altro) piuttosto che apprezzare la melodiosità della sua voce.
Altre situazioni in cui se la qualità audio è tenuta (relativamente) bassa è perché esistono buoni motivi per evitare che una buona qualità audio possa, paradossalmente, provocare degli incidenti perché più suscettibile a confondersi con il rumore di fondo, sono per dare un'idea le comunicazioni radio che avvengono tra aerei in volo e gli operatori di assistenza al volo a terra.
Il tutto mi pare basarsi su un assunto implicito: la buona qualità audio è fruiblle solo in assenza di altri stimoli sia acustici (rumori di fondo ambientali di varia natura), sia visivi (cinema e televisione a cui, a parte gli effetti, la gente fa caso al "buon audio" SOLO QUANDO VIENE RIPRODOTTA DELLA MUSICA IN COLONNA SONORA). In presenza di questi a quanto pare la questione perde in qualche modo senso non fosse che per il fatto che il probabile deficit di attenzione che generano gli altri stimoli "concorrenti" non solo impedisce di godere appieno della qualità audio ma probabilmente l'azione di contrasto verso questi stimoli che sarebbe richiesto dal tentativo di godere comunque del "buon audio" in un ambiente per esso improprio o sfavorevole, paradossalmente AUMENTEREBBE la fatica di ascolto in misura tanto maggiore quanto il "buon audio" necessita di essere "ripulito" prima di essere fruito.
Cosa che invece non fa l'audio di "cattiva qualità" in quanto la sua bassa qualità è volta appunto a DISTOGLIERE l'attenzione da altre cose che devono, in quel momento passare in secondo piano. Per fare un esempio: se in un cinema vi fosse un pericolo di incendio, le istruzioni alle persone le farei pervenire attraverso UN MEGAFONO - e non attraverso l'impianto principale della sala, dove probabilmente la sua stessa qualità provvederebbe a mitigare la comprensione dell'urgenza di ciò che effettivamente sta accadendo (dopotutto l'audio del cinema proviene da un mondo "irreale" e questo può comportare ritardi pericolosi nella prontezza delle reazioni delle persone di fronte a pericoli reali).
Tutto imho come sempre.
Ciao
Piercarlo