sinuko ha scritto:GizMo ha scritto:
Certo ma il circuito e' quello non puoi andare oltre i limiti del circuito, ad esempio senza nfb hai solo lo smorzamento del tu+finale che cambiera' in base alla finale e al TU ma poi ti fermi li, non puoi andare oltre quello che e' possibile avere. Se usi selfbias hai una reattanza sotto al catodo della finale che introduce un comportamento non lineare rispetto la frequenza e infila nel segnale i difetti del condensatore piu' una memoria della storia del segnale, girala come ti pare ma ti resta. Io i selfbias li riconosco ad orecchio ormai. Cambia pure componenti come ti pare queste cose le puoi modificare ma non le elimini. In un bias fisso il catodo sta a massa, non puo' materialmente introdurre niente di suo. Cosi' come un moderato nfb locale in un circuito tutto accoppiato DC dove i ritardi di fase sono irrilevanti puo', anche con finali lineari (perche' come il finale e' lineare l'antoparlante non lo e'), puo' migliorare rispetto i limiti di un circuito piu' semplice.
Hai ragione , il mio Zaika, è un SE di 300B semplicissimo (2 stadi) nessuna controreazionee la finale ha polarizzazione automatica IBBBBO con DF bassissimo , effettivamente i bassi che vengono fuori dai padelloni che ho da 38 cm sono inascoltabili, sulla grande Orchestra e sul piano uno schifo totale...molti di quelli che li hanno ascoltati condividono la tua analisi. Anche con altri sistemi hanno (anche da Berga con altri padelloni da 38 veramente un disastro) sempre deluso uno schifo.
Azz... e non non gli hai scritto che usi i trasformatori ISO-Tango XE-20S

, non gli hai scritto che va male da parecchi anni e che non sei riuscito a trovare altri ampli che andavano peggio.
Un'amante della musica masochista votato al martirio. Sei talmente autolesionista che hai, poi, acquistato altri ferri Tango per soffrire anche con i prossimi ampli.
Quando Gizmo era ancora in divenire, ( forse per questo motivo il mondo era popolato da idioti suggestionabili con marcate ipoacusie) quello stupido ampli, pomposamente chiamato Legend da un gruppo di sordi che stampava anche una rivista per onanisti, veniva pubblicamente fatto ascoltare in impianti da sogno (sogno di sordi ovviamente.... non dominavano la nfb locale

e non sapevano nulla delle malizie circuitali che sono il pane quotidiano del nostro novello italico Crowhurst. ). Certo, non sapevano gestire il punto di lavoro di un ampli, non conoscevano molti tubi, non sapevano accendere un DHT, non comprendevano i limiti degli schemi banali, non sapevano usare un analizzatore di spettro e un tracciacurve.
Per fortuna è arrivato Gizmo a fare chiarezza. E' proprio ora di voltare pagina. Si sta aprendo un nuovo mondo.
Tenete in vetrinette o nelle radio d'epoca i tubi antichi gioiello . Con i suoi schemi, qualunque tubo funzionerà magicamente meglio. Un uso accorto della nfb locale, un'accensione ponderata del filamento, un'alimentazione rocciosa faranno la differenza. Gli elettroni sono imparziali. Se non apprezziamo, siamo noi patologicamente deviati, sordi, suggestionabili, vogliosi solo di spendere inutilmente i nostri soldi.
P.s. se confondi i rispettivi livelli di un costruttore di trasformatori come Tango e un costruttore di amplificatori come A.R., sei proprio su un altro pianeta.
In generale, i costruttori di ampli commerciali, soprattutto quelli americani, usano componenti ferro-magnetici eufemisticamente modesti. (sanno sistemare bene il tutto con nfb locale e globale ottenendo dignitosi fattori di smorzamento per controllare bene qualunque altoparlante). E' ovvio, pertanto, che riparando un A.R. ti ritrovi enormi ingenuità ed economie ( associate a inutili complicazioni).
Tango, ha saputo proporre, quando esisteva, una gamma amplissima di componenti ferromagnetici per tutte le tasche e per tutte le necessità. Questo, lo dobbiamo riconoscere.
Si deve elogiare tutta la produzione Tango? No. Nulla è dovuto. Bisognerebbe, però capire il ruolo di Tango nel mondo dell'audiocostruzione, comprendere che il prezzo è gravato da pesanti spese di spedizione e doganali, capire i prodotti, i decenni di presenza sul mercato e provare con molta umiltà e mente serena a usarli seriamente. Io, con i miei limiti, ho impiegato parecchio tempo per usarli in modo corretto. (non sto parlando di correnti e di altre amenità che rientrano più nella "ragioneria elettrotecnica")
Tango ha prodotto degli autentici riferimenti assoluti. Elenco i primi che mi vengono in mente e che ho provato (e che in parte possiedo ancora)
-EQ600P
-MCT-999
-X-10s
-XE-20s
-#10429
-U-808
-NP-206
-NP-216N
-NN-7 (e fratelli)
-NC-20
-NC-19s
Sono una sterile indicazione di numeri per fare a gara a chi ce l'ha più lungo?
NO!.
Possono anche non piacerti ma per criticarli, li devi prima provare per anni. Dopo, il tuo parere, anche se molto diverso dal mio, avrà un altro peso.
Se così non è, e le cose stanno attualmente in questi termini, non si capisce neppure di che si parla.
Se si critica Tango e si afferma che davvero è il circuito a fare la differenza e non i componenti, qualcosa nella logica complessiva mi sfugge.
Se con tubi modesti e ferri modesti, si ottiene con dedizione e maestria un determinato risultato curando il circuito e dosando sapientemente anelli di nfb locale/globale, segui esattamente la logica dei criticati A.R.!!!!