Fra, temo di non essermi spiegato bene: mi pare tu abbia frainteso completamente il senso di quanto volevo dire.

Provo a spiegarmi meglio.
hobbit ha scritto:Non denigrare la ricerca empirica.
lungi da me. Tutta la scienza ha per definizione basi empiriche.
Quello che stavo criticando è il metodo, il modo di procedere. Che questo sia sbagliato lo dimostrano i fatti. Dalla prima metà del secolo scorso ad oggi la scienza e la tecnica hanno ottenuto progressi incredibili praticamente in ogni campo... tranne che nella riproduzione audio, almeno se intesa in termini di qualità percepita: i migliori sistemi audio di 50 e più anni fa non erano sostanzialmente peggiori di quelli di oggi. Probabilmente non per caso, ancora oggi molti tra gli apparecchi ed i sistemi migliori continuano ad essere rielaborazioni (se non addirittura riproposizioni pedisseque) di cose già viste nella prima metà del secolo scorso. Dal momento che eravamo (e siamo ancora) ben lontani dalla perfezione, evidentemente qualcosa non ha funzionato...
A mio modesto avviso, il problema è stato che l'audio "mainstream" si è fossilizzato sulla strada intrapresa fin dai suoi esordi e non ha saputo/voluto cambiare strada, limitandosi così a progressi tecnici poco o nulla rilevanti dal punto di vista della qualità percepita.
D'altro canto, gli "esoteristi" (termine decisamente improprio, ma tant'è) hanno avuto il merito di capire che per quella strada non si andava più da nessuna parte ma, per dirla con LuCe, "hanno buttato via il bambino con l'acqua sporca" e, anziché capire che era necessario aprire e percorrere strade nuove ed inusitate (cosa che per altro probabilmente non avrebbero avuto i mezzi per fare), si sono limitati a razzolare come cani sciolti girando attorno a strade già ampiamente battute in passato. Cosa che ovviamente non ha dato (ne poteva dare...) risultati sostanzialmente diversi da quelli già ottenuti in precedenza.
Se veramente si vuole superare lo stallo ed andare avanti è necessario fare il punto della situazione, inquadrare il problema ed affrontarlo in un modo nuovo e diverso.
Nello specifico è necessario partire dalla scienza della percezione e cercare di capire cos'è che si deve fare per ottenere i risultati desiderati, cioè per ottenere l'illusione migliore. Così da poter poi utilizzare al meglio le tecnologie di cui disponiamo per realizzarlo in pratica.
Contrariamente a quello che molti sembrano pensare (o peggio danno per scontato), la parte difficile è la prima, non la seconda! Con l'elettronica (e l'acustica) oggi si può fare praticamente (quasi) qualsiasi cosa si voglia. Il difficile è capire (caratterizzare e
quantificare) cos'è che vogliamo/dobbiamo ottenere. Che è condizione indispensabile per poter progettare con cognizione di causa qualsiasi mezzo tecnico.
(nell'analogia del cinema, per prima cosa dovevamo capire che per dare l'illusione del movimento bisogna far apparire le immagini in sequenza e poi stabilire anche quali caratteristiche debba avere tale sequenza per creare al meglio l'illusione di un movimento naturale, stabile, fluido, senza artifici, "sfarfallamenti" o altro. Quella è la parte difficile: una volta capito cosa si deve fare, trovare il modo per farlo in pratica diventa quasi banale).
Ad es., realizzare un amplificatore che "suona bene" non è difficile perché amplificare un segnale audio sia una cosa così incredibilmente difficile da fare, ma semplicemente perché non abbiamo la più pallida idea di quali siano le caratteristiche che il nostro amplificatore deve avere per "suonare bene".
È come se dovessimo costruire dei motori senza sapere quale sarà il loro impiego. Abbiamo realizzato dei fantastici motori da F1. Eppure il committente continua a lamentarsi che non gli vanno bene. Ma, anziché pensare (come sarebbe logico) di chiedere al committente a cosa debbano servire quei motori (e quindi quali siano le caratteristiche che questi devono avere per far bene il lavoro cui sono destinati), noi continuiamo imperterriti a costruire e perfezionare motori da F1, facendo i salti mortali per rendenderli sempre più leggeri e veloci... senza avere la minima idea che quei motori non dovranno correre in pista, ma muovere una grossa e lenta petroliera!
(...quindi i nostri motori da F1 non andranno mai bene al committente, anche se continuiamo a svilupparli e migliorarli fino alla fine dei tempi).
Fuor di metafora, se prima non capiamo cosa dobbiamo ottenere possiamo continuare a giocare con transistors, valvole, "ferri", condensatori e quant'altro per l'eternità, ma continueremo sempre a girare in tondo. Potrà anche essere una bella giostra, che magari qualcuno può trovare divertente (e che per altri è certamente molto proficua economicamente...) ma è un gioco che non ci porta da nessuna parte.
hobbit ha scritto:Personalmente non creerei la distinsione "audio esoterico" perché questo ha lo stesso obiettivo dell'HIFI ed è sbagliato pensare semplicemente che l'apparato migliore tecnicamente sia quello che tende meglio alla riproduzione HIFI.
basta mettersi d'accordo sulla definizione del termine. Quando è stato introdotto, il termine "HiFi" si riferiva semplicemente ad alcune ben precise caratteristiche tecniche del sistema, nulla di più. E quello resta il suo significato ufficiale anche oggi (normative varie, fino agli attuali standard DIN ed ISO).
Ovviamente ciò aveva (ed ha) ben poco a che vedere con la qualità percepita, se non per il fatto che quando il termine è stato introdotto si riteneva (erroneamente) che tali caratteristiche fossero condizioni necessarie e sufficienti a rendere la ripoduzione "fedele" all'originale anche da un punto di vista percettivo.
L'audio "esoterico", negando la validità delle misure quali strumento di valutazione degli apparecchi audio ha introdotto un radicale cambio di paradigma, legando la qualità di apparecchi ed impianti audio non più alle loro caratteristiche tecniche ma ad una valutazione soggettiva. Sia pur inconsapevolmente, così facendo si è di fatto completamente staccato dal concetto stesso di HiFi e non ha nulla a che vedere con questo!
Poi ovviamente i termini si possono anche ridefinire e cambiare di significato ma, per evitare ambiguità e confusione (e di confusione in questo campo ce n'è già fin troppa...), IMHO sarebbe meglio evitarlo ed utilizzare termini diversi.
P.S.:
hobbit ha scritto:se lo fossero avrebbero raggiunto il risultato desiderato (quello di farci provare un emozione)
Ehm... la "risposta emotiva" può anche essere il fine ultimo della riproduzione audio domestica, ma ha ben poco a che fare con la riproduzione audio di per se (e con le tecniche relative).
Le emozioni hanno a che fare casomai con l'informazione trasmessa (la musica) piuttosto che con i mezzi tecnici impiegati per trasmetterla. Si può ipotizzare che la qualità della riproduzione possa in qualche modo influenzare la trasmissione del "messaggio emotivo" contenuto nella musica (degradandolo), ma si tratterebbe appunto di un effetto secondario, conseguente ad una riproduzione non corretta dal punto di vista percettivo.
Si può anche ipotizzare che prima o poi diventi possibile ottenere una riproduzione "percettivamente" perfetta (cioè in tutto e per tutto indistinguibile dall'evento reale riprodotto), ma parlare di una riproduzione "emotivamente" perfetta probabilmente non ha neanche senso.
