LuCe68 ha scritto:Per me il max è che prenda USB e fornisca l'I2S nel miglior modo possibile, nello spazio più basso possibile e con una alimentazione umana e che costi quanto vale.
facile a dirsi... molto meno a farsi.
Il problema maggiore dell'audio digitale -ormai dovrebbero averlo capito anche i sassi- è il jitter/phase noise. Quello che forse è meno noto è che per ottenere buoni risultati non basta un buon clock ed una alimentazione pulita. Un minimo, subdolo errore nel layout e/o in una connessione sono sufficienti per rovinare il migliore dei progetti. Una delle scelte più intelligenti dell'Audio Widget è proprio quella di mettere i clock fisicamente a ridosso del chip del DAC (sulle schede "AB") e di inviarlo "indietro" all'interfaccia USB, rendendo lo stream I2S sincrono al clock locale del DAC.
Se vuoi ottenere i risultati migliori, devi necessariamente fare altrettanto... ed a quel punto l'interfaccia USB del widget è praticamente l'unica soluzione possibile che hai a portata di mano (a meno di non reinventarti tutto da solo, partendo da zero).
Ad esempio, nel tuo caso potresti integrare il widget nel tuo "Argento Vivo". Puoi farlo in due modi: o aggiungendo il minimo indispensabile per montare il modulo uC/USB sul tuo PCB (trasformando il tuo progetto in un tuo personale "AB", che è quanto suggerito e raccomandato da Børge in questi casi) oppure, se preferisci, puoi addirittura integrare tutto (inclusa l'interfaccia USB) direttamente sul tuo PCB, come fa' ad es.
George Boudreau nelle
sue schede.
Oltretutto farlo è facile, oltre che perfettamente lecito. Hai a disposizione tutti gli schemi ed i disegni di tutti i PCB (incluso i file "sorgente" degli stessi), quindi volendo basta poco più di un "copia-incolla" per integrare il widget nei tuoi progetti. E naturalmente hai a disposizione tutti i sorgenti del firmware e del software di controllo (ed ora perfino del driver windows...).
Ti pare una cosa da poco?
LuCe68 ha scritto:Non è che poi, l'essere un progetto aperto sia sempre un vantaggio, a meno che tu non abbia tutti gli strumenti software, hardware e firmware per fartelo come vuoi, il che alla fine si traduce in farselo da solo.
gli strumenti ce li hai, sono a disposizione di chiunque voglia metterci le mani. A costo zero. Il problema cosomai è saperli usare.
Permettimi di dissentire anche sull'ultima affermazione: un conto è fare qualche modifica/personalizzazione ad un progetto esistente e funzionante, ben altro è partire da zero.
LuCe68 ha scritto:essere un sistema aperto non è ne condizione necessaria ne sufficiente per essere un progetto valido esattamente come non lo è per un progetto chiuso.
che sia software, firmware e/o hardware, un progetto aperto offre sempre vantaggi enormi rispetto ad uno chiuso. Due teste ragionano sempre meglio di una sola. Molte teste sono ancora meglio. In un progetto aperto non c'è limite al numero di persone che possono collaborare ed apportare il proprio contributo, grande o piccolo che sia.
Anche la parafrasi di Platone è quanto mai fuori luogo: se le esigenze (e/o le idee) di uno (o più) sviluppatori sono contrastanti ed inconciliabili con quelle degli altri, non si fa' una sorta di "massimo comune denominatore" che non accontenta nessuno. Si fa' invece quello che in gergo si chiama "fork": dal progetto iniziale ne nasce un altro, più o meno indipendente a seconda dei casi, ma che comunque anziché ripartire da zero può avvantaggiarsi di quanto fatto in precedenza (ed entro certi limiti anche di quanto faranno in seguito gli altri). Come in biologia, sarà poi la "selezione naturale" a decidere se e quale/i versione/i andranno avanti e quale/i saranno invece eventualmente abbandonate.
Un altro vantaggio di non poco conto è che un progetto aperto "non muore mai". Se un progetto chiuso viene abbandonato da chi lo ha creato, il progetto muore... e chi lo aveva adottato si ritrova tra le mani uno "zombie". Al contrario, anche se un progetto aperto viene abbandonato dal suo/suoi sviluppatori iniziali, in qualsiasi momento può essere nuovamente "adottato" da qualcun altro e continuare/tornare a vivere.
Infine, c'è la non secondaria "questione morale" cui accennava campedel. La libertà non ha prezzo...