Re: Paolo e Francesco a casa mia
Inviato: 20 dic 2010, 14:53
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Oh che è, che davvero il cervello NON e' analogico?nullo ha scritto:http://www.egocreanetperu.com/cervello_musica1.pdf
Mah...se parliamo a livello atomico e/o subatomico posso anche essere d'accordo con te anche se le mie conoscenze in materia non superano quelle del liceo, molto lontane nel tempo e nella memoria, ma già a livello molecolare vale ancora, a mio parere, l'affermazione di Carl von Linné... "... natura non facit saltus..."UnixMan ha scritto:In natura nulla è analogico! (è tutto discreto e quantizzato...).![]()
continuo a non capire la necessità di reinventarsi strani modi per ridefinire cose note ed ampiamente studiate (quali echi, riverberi, ecc). Ma tant'è.hobbit ha scritto:Gli artifici da te messi in atto mi sembra che tendano:
- le onde emesse in qualche modo devono arrivare direttamente all'ascoltatore e non tramite riflessione in maniera che l'ascolto sia frutto di un emissione simultanea e non un rimescolamento di eventi accaduti in tempi diversi.
Francesco, non farmi sentire il Forrest Gump che corre:hobbit ha scritto:Ciao Roberto, mi scuserai spero delle domande banali e per il linguaggio forse improprio.
.hobbit ha scritto: Gli artifici da te messi in atto mi sembra che tendano:
-ad isolare il sistema dall'ambiente in maniera che non ci sia un accoppiamento tra l'onda che si propaga e il sistema stesso
Diciamo che le due cose dovrebbero essere distinguibili, c'è inoltre il grosso problema che due segnali uguali prodotti dalle due casse, si dovrebbero fondere e creare un solo suono posto al centro, ma la somma è veramente uguale al singolo suono?hobbit ha scritto: - le onde emesse in qualche modo devono arrivare direttamente all'ascoltatore e non tramite riflessione in maniera che l'ascolto sia frutto di un emissione simultanea e non un rimescolamento di eventi accaduti in tempi diversi.
Credo che il problema non sia da porre in questi termini, la mia poca esperienza mi porta a credere che non siano quelli i punti da cui partire, la divisione fra bene e male la si può fare solo sul livello prestazionale. Il limite prestazionale lo definisce il contesto in cui operi.hobbit ha scritto: - nella stanza e da parte del sistema stesso non ci deve essere un emissione indesiderata provocata da diffrazione che alla fine provocherebbe quello già detto nel precedente punto.
Quello che mi sembra di poter capire il sistema da te attuato perciò prescinde da quello che c'è dentro. Potrebbe essere attuato sia con valvolari che con lo stato solido. Nel tuo sistema il DF è molto alto, che cosa ti aspetteresti che accada con sistemi a basso DF o addirittura che pilotino i diffusori in corrente? Con questo non voglio dire che in tutti i modi si possano raggiungere risultati elevati.
Io non ho sentito il sistema di Roberto ma non penso che il suo intento sia quello di ottenere uno strano, più o meno naturale effetto stereo, ma quello di aumentare la "musicalita" (mi si può passare questo termine?) del suo ascoltar musica tra le quattro mura casalinghe.UnixMan ha scritto:continuo a non capire la necessità di reinventarsi strani modi per ridefinire cose note ed ampiamente studiate (quali echi, riverberi, ecc). Ma tant'è.
Uh e questo diversamente secondo te in cosa consiste? Comunque la ritieni una modalità di lavoro più corretta?nullo ha scritto:Non solo, il sistema sospeso lavora proprio diversamente
Io non ho capito quello che si intende per sequenza, forse mi mancano delle nozioni di psicoacustica. Mi chiedo se è collegato al tempo di esistenza dei suoni. La mia domanda sul DF giusto da utilizzare era anche per capire se la musicalità apparente di alcuni sistemi valvolari può essere dovuta a un modo fortuitamente corretto di emettere i bassi? Il fatto che la retroazione spesso produca effetti negativi può essere legato a cosa? Alla backemf e questa altera la sequenza? Lo so sto annaspando e magari qualcuno se la riderà, ma da qualche punto devo pur partire a porre le mie domande. Ho molti fili che vorrei cominciare a collegare. Io ho shakerato e forse anche troppo!nullo ha scritto:In qualche altra parte di questo mondo si è parlato di sequenza, ma ancora pare difficile capirne appieno il significato e le conseguenti implicazioni, prova a shakerare con quello precedentemente sottolineato e dimmi che ne pensi.
La somma con la risultante sorgente virtuale è lì davanti a me, o nella mia testa? Se mi sposta di lato, è ancora lì?due segnali uguali prodotti dalle due casse, si dovrebbero fondere e creare un solo suono posto al centro, ma la somma è veramente uguale al singolo suono?
per inciso, i due segnali non sono affatto uguali, altrimenti staresti ascoltando in mono con due casse, non in stereo...nullo ha scritto:Diciamo che le due cose dovrebbero essere distinguibili, c'è inoltre il grosso problema che due segnali uguali prodotti dalle due casse, si dovrebbero fondere e creare un solo suono posto al centro, ma la somma è veramente uguale al singolo suono?
Paolo, porta pazienza, SE dico UGUALI, ci sarà un perché. Lascia alle persone il tempo di pensarci e di elaborare...UnixMan ha scritto: per inciso, i due segnali non sono affatto uguali, altrimenti staresti ascoltando in mono con due casse, non in stereo...
La domanda era ovviamente retorica. Lascia alle persone il tempo di pensarci e di elaborare...UnixMan ha scritto:
inoltre, il suono unico che senti non si forma fisicamente nell'ambiente, ma solo nella tua testa come elaborazione del cervello!
ovviamente no. E non c'è assolutamente nulla che tu possa fare per evitarlo. Salvo ascoltare in mono con un unico diffusore. Puntiforme...nullo ha scritto:Se i segnali sono uguali e li immetto in ambiente non ottengo quindi una unica sorgente.
In generale no. Con le dovute accortezze, le differenze possono essere marginali.nullo ha scritto:Ora ti/vi chiedo, se in una stanza suonano assieme due strumenti, abbiamo un risultato, se poi registriamo singolarmente i due suoni e poi li misceliamo, abbiamo lo stesso risultato?
In generale l'aria non è lineare, ma nelle condizioni e per il genere di perturbazioni che ci interessano lo è. Per cui non succede nulla di strano, si applica il principio di sovrapposizione. E naturalmente ci possono essere fenomeni di interferenza. Tra cui anche il "filtraggio a pettine (*)", problema ben noto dei sistemi stereo (risolto anche questo dal sistema Ambiophonics).nullo ha scritto:Ora ti/vi chiedo che succede ad un suono che passa/si genera in un fluido già perturbato?
Se parliamo di un sistema stereo (brevetto Blumlein), ricordo di aver letto in un vecchio articolo (IIRC a firma dello stesso inventore o forse di Crowhurst, non ricordo più) che il contributo dell'acustica dell'ambiente di riproduzione è fondamentale ed imprescindibile per completare la corretta riproduzione di una traccia stereo con il sistema stereo (due diffusori, triangolo equilatero, ecc). Se non erro l'articolo in questione era stato postato anche su questo forum (IIRC forse da Plo) in qualche vecchissimo thread.nullo ha scritto:Ora ti/vi chiedo, a che serve il riverbero ambientale della stanza di ascolto?
Non è quello che cerco; Paolo se semplifico per cominciare a ragionare (non sarà certo quello il fine), non replicare in questi termini perché non ha senso.UnixMan ha scritto:ovviamente no. E non c'è assolutamente nulla che tu possa fare per evitarlo. Salvo ascoltare in mono con un unico diffusore. Puntiforme...nullo ha scritto:Se i segnali sono uguali e li immetto in ambiente non ottengo quindi una unica sorgente.
Mi limito a registrare il no.UnixMan ha scritto:In generale no. Con le dovute accortezze, le differenze possono essere marginali.nullo ha scritto:Ora ti/vi chiedo, se in una stanza suonano assieme due strumenti, abbiamo un risultato, se poi registriamo singolarmente i due suoni e poi li misceliamo, abbiamo lo stesso risultato?
Tutto è già risolto o marginale, Paolo, ma ti pare il caso?UnixMan ha scritto:In generale l'aria non è lineare, ma nelle condizioni e per il genere di perturbazioni che ci interessano lo è. Per cui non succede nulla di strano, si applica il principio di sovrapposizione. E naturalmente ci possono essere fenomeni di interferenza. Tra cui anche il "filtraggio a pettine (*)", problema ben noto dei sistemi stereo (risolto anche questo dal sistema Ambiophonics).nullo ha scritto:Ora ti/vi chiedo che succede ad un suono che passa/si genera in un fluido già perturbato?
Se chiedo a cosa serve, rispondere che è fondamentale, ma non perché, mi/ci lascia assolutamente nelle condizioni precedenti.UnixMan ha scritto:Se parliamo di un sistema stereo (brevetto Blumlein), ricordo di aver letto in un vecchio articolo (IIRC a firma dello stesso inventore o forse di Crowhurst, non ricordo più) che il contributo dell'acustica dell'ambiente di riproduzione è fondamentale ed imprescindibile per completare la corretta riproduzione di una traccia stereo con il sistema stereo (due diffusori, triangolo equilatero, ecc). Se non erro l'articolo in questione era stato postato anche su questo forum (IIRC forse da Plo) in qualche vecchissimo thread.nullo ha scritto:Ora ti/vi chiedo, a che serve il riverbero ambientale della stanza di ascolto?
With two microphones correctly spaced and the two channels entirely separate it is known that this directional effect can also be obtained for example in a studio, but if the channels are not kept separate (for example, by replacing the headphones by two loud speakers) the effect is largely lost. The invention contemplates controlling the sound, emitted for example by such loud speakers, in such a way that the directional effect will be retained.
Provate a guardare una foto 3D e capire quale immagine serva ad ogni occhio.The facile answer is that, as the vast majority of people can perceive stereo images, it doesn't. The real answer is that, contrary to what you might have read in Polk's advertising, the brain is able to work out which signal is intended for which ear. If a wavefront reaches the left ear from the left speaker, the brain knows that that wavefront will reach the right ear around 0.7ms later, the time taken for the wave to travel around the head, and therefore can ignore it.
a domanda ho risposto. Il problema è che -se ho capito dove vuoi arrivare- quello che vorresti semplicemente non è possibile. No way.nullo ha scritto:Non è quello che cerco; Paolo se semplifico per cominciare a ragionare (non sarà certo quello il fine), non replicare in questi termini perché non ha senso.UnixMan ha scritto:ovviamente no. E non c'è assolutamente nulla che tu possa fare per evitarlo. Salvo ascoltare in mono con un unico diffusore. Puntiforme...nullo ha scritto:Se i segnali sono uguali e li immetto in ambiente non ottengo quindi una unica sorgente.
non basterebbe neanche quello, perché le sorgenti originali non sono puntiformi. Per riprodurre anche un solo strumento di piccole dimensioni ci vorrebbero infinite sorgenti puntiformi! (e non abbiamo altoparlanti puntiformi).nullo ha scritto:In seguito, quando passeremo alle sorgenti multiple, che facciamo? Un box per sorgente?
Sto solo cercando di spiegarti dove (IMHO) stai andando a parare con il tuo lavoro (almeno x quanto riguarda i trattamenti acustici). Non è tutto già risolto, anche perché nonostante tutte le nuove conoscenze in materia continuiamo ad usare lo stesso identico sistema inventato agli inizi del secolo scorso. Che tutto sommato funziona piuttosto bene, ma nondimeno ha un mucchio di problemi (noti, studiati e documentati). Non mi pare il caso di porsi problemi che non esistono (ce ne sono già abbastanza di reali e concreti), ne tantomeno di inventarsi strane teorie per cercare di rispiegare fenomeni già noti ed ampiamente studiati professionalmente, con mezzi e background ben più solidi dei nostri, negli ultimi 70 anni. Non ti pare?nullo ha scritto:Tutto è già risolto o marginale, Paolo, ma ti pare il caso?
Robbe', certo che i rotoloni funzionano. Ma il trattamento acustico non è una novità! E non richiede nuove teorie strampalate e/o rivoluzionarie per spiegarne l'efficacia!nullo ha scritto:Al bottom 4/6 rotoloni quasi buttati a caso, in un impianto messo lì a caso, hanno reso tutti partecipi di una sensazione di netto miglioramento della intelligibilità e determinato una minor sensazione di fatica.
Se fossi in te, cambierei atteggiamento e mi manterrei su toni meno sicuri e più disponibili ad indagare ciò che non si conosce appieno nei vari risvolti.
PaoloUnixMan ha scritto:
Sempre se ho ben capito dove vuoi andare a parare, quello che cerchi è pura utopia. Irrealizzabile. La riproduzione non può essere perfetta. Sic et simpliciter. Tutto ciò che si può fare è creare una illusione verosimile. Che non ha nulla a che fare con una riproduzione "perfetta".
Problemi che non esistono, teorie...Quali teorie?UnixMan ha scritto:Non mi pare il caso di porsi problemi che non esistono (ce ne sono già abbastanza di reali e concreti), ne tantomeno di inventarsi strane teorie per cercare di rispiegare fenomeni già noti ed ampiamente studiati professionalmente, con mezzi e background ben più solidi dei nostri, negli ultimi 70 anni. Non ti pare?nullo ha scritto:Tutto è già risolto o marginale, Paolo, ma ti pare il caso?
Paolo, ma che stai dicendo? Al bottom avrei ridotto il tempo di riverbero per quei pochi rotoli in una stanza piuttosto grande?UnixMan ha scritto:Robbe', certo che i rotoloni funzionano. Ma il trattamento acustico non è una novità! E non richiede nuove teorie strampalate e/o rivoluzionarie per spiegarne l'efficacia!nullo ha scritto:Al bottom 4/6 rotoloni quasi buttati a caso, in un impianto messo lì a caso, hanno reso tutti partecipi di una sensazione di netto miglioramento della intelligibilità e determinato una minor sensazione di fatica.
Se fossi in te, cambierei atteggiamento e mi manterrei su toni meno sicuri e più disponibili ad indagare ciò che non si conosce appieno nei vari risvolti.
Che ridurre il tempo di riverberazione aumenti l'intelleggibilità di un messaggio sonoro non è certo una novità. È un fatto arcinoto, ampiamente studiato e documentato. Da un mucchio di tempo.
Se poi disponi alcuni "rotoloni" a "coprire" l'emissione diretta di un diffusore verso l'orecchio opposto (come -consciamente o meno- hai fatto sia nel tuo impianto di casa che al Bottom), ottieni una riduzione del crosstalk. Cioè come detto un risultato che in qualche modo va' nella stessa direzione del sistema Ambiophonics, sia come metodo che come risultati. Il che sicuramente determina vari vantaggi significativi (ed anche qualche svantaggio, sfortunatamente).
Insomma, casomai non fosse chiaro, non sto' dicendo che stai sbagliando tutto, o che tutto quello che fai non ha alcun senso. Sto' solo cercando di dirti che quello che fai (ed i risultati che ottieni) secondo me hanno una spiegazione logica, ma diversa da quella che credi tu.
E se fosse che, IMHO, tu avessi trascurato qualcosa? Che tu non dessi il giusto valore ad alcune cose semplicemente perché non hai MAI testato appieno i loro effetti? E che tu non avendo un pregresso in tal senso, semplicemente non puoi affermare nulla al riguardo in piena coscienza?UnixMan ha scritto:Ed aggiungo che, IMHO, se tu cominciassi a guardare le cose "per il verso giusto", potresti trovare delle linee guida che ti permetterebbero di ottenere risultati migliori e/o fare molta meno fatica per ottenere quelli che ottieni già.
Come detto in precedenza, non direi proprio che la disposizione copra alle orecchie parte dell'emissione diretta dei diffusori, almeno come inteso da Paolo, né che l'avesse avuta al Bottom, ecco un semplice schizzo con visione in pianta della situazione:Unixman ha scritto:Se poi disponi alcuni "rotoloni" a "coprire" l'emissione diretta di un diffusore verso l'orecchio opposto (come -consciamente o meno- hai fatto sia nel tuo impianto di casa che al Bottom), ottieni una riduzione del crosstalk.