Ok,
mi piace quando la discussione si accende!
Inizio col dire che l’
Ultimate ha sempre avuto, quale scopo primario, quello di mantenere una coerenza abbastanza pronunciata con il
Progetto Primo di Piergiorgio.
Perciò non ho alcuna intenzione di “uscire dal seminato”, né (tanto meno) di innescare ripensamenti sulla presunta utilità della retroazione o sulle eventuali distorsioni armoniche dei monotriodi.
In questa logica, infatti, ben presto l’ultimate diverrebbe un ampli a stato solido, col mero intento di far felice il solo “banco di misura”.
Voglio pure chiarire che questo modo di pensare ed agire è lontano “anni luce” dalla mia filosofia, e perciò, anche non avessi scelto di agire partendo dal Progetto Primo, lo schema finale sarebbe comunque sfociato in una tipologia single ended priva di retroazione.
Con questo voglio dire che sono abbastanza d’accordo col messaggio lanciato da Lucignolo (che io ho interpretato in chiave non polemico/rissosa, bensì come proposito “costruttivo”, anche se la veste “ermetica” della tastiera di un computer si presta a fraintendimenti) e cioè che le prerogative di ogni tipologia circuitale sono ormai note a tutti, e le relative discussioni sul “sesso degli angeli” (p.es. retroazione) una sorta di “ouroboros” (termine quanto mai calzante nel contesto, ed interpretabile in doppia accezione).
L’errore di tali fraintendimenti, comunque, è solamente mio, perché non ho premesso la mia filosofia (che è molto personale, per carità, e non ha alcuna pretesa, se non quella di essere appunto MIA).
Vogliate perdonare quindi questa mia inadempienza, dovuta soprattutto al fatto che pensavo che il “modus operandi” fosse chiaro a tutti, perché emerso più volte nelle discussioni passate.
Comunque sia, colmo subito questa mancanza e spendo due righe.
Piccolo accenno sulla
FILOSOFIA ADOTTATA.
Esordendo con la banale (ma doverosa) premessa che la prima regola fondamentale vuole innanzitutto che gli schemi elettrici usati siano a posto elettricamente, proseguo col chiarire che molte delle scelte fatte vertono su considerazioni abbastanza diverse dal “comune agire”.
In primo luogo attribuisco una scarsa importanza alle misure al banco di prova.
Non che siano considerate inutili, ma l’importanza di esse è solamente relativa alla previsione del comportamento reale (in sala ascolto insomma)
Il “nudo” valore numerico “da laboratorio”, perciò, non è considerato significativo.
L’idea di intendere come fedeltà del segnale (spesso indicata con il tanto abusato e quindi logoro termine “hi-fi”) la non alterazione dello stesso per quel che concerne alcuni parametri (pochi) scelti ad hoc, non ha nulla a che vedere con la riproduzione musicale.
Rientra, semmai, in una scienza diversa, animata dai “tecnicisti”, e rappresenta la sola “felicità” degli strumenti di misura.
Io invece voglio occuparmi di riproduzione musicale.
Ed in questo contesto si deve realizzare che il SISTEMA reale è composto da fattori ed elementi estremamente diversi dal sistema “tecnicista”.
SISTEMA TECNICISTA (esempio sintetico)
Software: forme d’onda
Ambienti: laboratori
Fruitore finale : Strumento di misura
SISTEMA REALE:
Software: registrazioni (di musica)
Ambienti: Casa
Fruitore finale: Uomo
Tralasciando appositamente il discorso sul software (che varrebbe una parentesi abbastanza ampia), troviamo, in primis, l’interazione tra più dispositivi elettrici:
Sorgente – Amplificatore – Diffusori
Tali dispositivi, a loro volta, interagiranno con l’ambiente, ed infine produrranno uno stimolo sonoro.
Tale stimolo sonoro verrà captato dall’apparato uditivo ed elaborato dal cervello umano.
Ancora una volta, il prodotto finale dell’interazione tra le varie componenti sopra esposte in ambiente reale, non può essere valutata con strumenti di misura.
O meglio, gli strumenti di misura possono fornire indicazioni utili per determinati affinamenti, ma i valori risultanti, se analizzati in modo “tecnicista”, rappresentano poco o nulla rispetto al “percepito” emozionalmente, cioè REALMENTE, dall’utente finale
UOMO.
Voglio dire, senza mezzi termini, che
la “giusta” realtà è quella percepita dall’utilizzatore finale.
Il resto sono chiacchiere, grafici, “disegnucci”, “numerini” e speculazioni
INUTILI allo scopo reale prefissato.
La “carta” non suona.
E, onestamente sorrido di fronte a chi si auto-impone una “tortura”, ascoltando oggetti poco o per nulla NATURALI ed emozionali, convincendosi (misure alla mano) che quello che ascolta è “il segnale fedele”, e quindi “così va fatto”.
Naturalmente io credo che quello che si è imposto di ascoltare NON è affatto un segnale fedele, semplicemente perché non è in grado di offrire degli INPUT adeguati al sistema “orecchio-cervello”
Il sistema “orecchio-cervello”, per farla breve, NON RICONOSCE i “segnali”, ed i “segnali” non sono in grado di innescare una FISIOLOGIA DEL RICORDO.
Non ritrova SIMILITUDINI ELETTIVE verso le ESPERIENZE.
La sera della cena al Bottom Audio, si era innescata una discussione simile.
Ricordo che portavo come esempio (e mi pare di averlo fatto anche in una discussione su VHF) il comportamento del sistema “occhio-cervello” rispetto alla fotografia (altro mezzo di riproduzione di un “evento”).
Di sera può capitare di accendere qualche lampada ad incandescenza.
Questa lampada avrà tipicamente una temperatura colore minore della luce del sole di mezzogiorno.
Il sistema “occhio-cervello” è in grado di elaborare l’informazione in modo tale che questa diversità sia minimizzata (non notata).
Perciò gli eventi vissuti in quelle “condizioni ambientali” sono percepiti senza particolari anomalie, e il ricordo conserva pochissime informazioni in tal senso (temperatura colore bassa rispetto alla luce del sole di mezzogiorno).
Se scattiamo una fotografia con una pellicola tarata per luce diurna però, la foto si presenterà a noi in modo molto diverso.
Guardando in un secondo momento questa fotografia, essa ci apparirà innaturale (presentando una dominante giallognola) rispetto al ricordo della situazione vissuta.
Eppure quella fotografia rappresenta abbastanza realmente la situazione “strumentale” del momento in cui è stata scattata.
Questa presunta realtà strumentale riprodotta, somministrata al sistema “occhio cervello” però, viene percepita come ANOMALA ed INNATURALE.
Questo perché il presunto mantenimento strumentale della “fedeltà del segnale” per quel che concerne la temperatura colore, in realtà non rappresenta un mezzo adatto a fornire il giusto INPUT al sistema “occhio-cervello” per evocare il ricordo dell’evento in MODO NATURALE E FEDELE.
La stessa cosa avviene nello standardizzato (più o meno) “modus operandi” della cosiddetta (a torto) hi.fi moderna, che in nome di quattro “misure spelacchiate” (eseguite con mezzi e metodologie differenti dall’utilizzo finale) ha la pretesa di somministrare un programma musicale fedele.
Ma fedele a cosa?? Fedele in cosa? ...e per chi/cosa??
Ecco come invece io cerco di intuire quali possano essere i parametri da considerare, affinché si riesca ad offrire all’ascoltatore una serie di “stimoli”, atti a far ricordare con NATURALEZZA l’evento musicale.
Non mi importa se determinate scelte progettuali sono in controtendenza col comune pensare ed agire “tecnicista”…
A me importa l’emozione…il ricordo della realtà.
Il sistema “tecnicista” presenterà oggetti tra loro simili e diversi dai miei.
In questo senso, voglio raccontare un piccolo aneddoto.
A distanza di qualche giorno dalle prove del Bottom Audio avvenute la sera del sabato, un forumer (che per rispetto della privacy del pvt non cito, non avendogli chiesto il consenso) mi ha scritto in pvt:
“Fabio, non riesco a capacitarmi di come l’ampli XXXXXXX (a stato solido, quindi con potenza di abbastanza superiore ai monotriodi, e presunte misure “distorsive” impeccabili ) distorcesse in modo abnorme nell’applicazione pratica del setup nel Teatro Pagani”
Questo aneddoto lo riporto proprio in risposta alle considerazioni di cui sopra (ed anche alle problematiche sollevate da Pilot in questa discussione).
In definitiva, nel setup “pratico/reale” del Teatro Pagani al Bottom Audio, la sera del sabato, nel confronto tra l’ampli XXXXXXX (a stato solido) e l’eloge de la folie (monotriodo di 2W, SENZA retroazione), la sensazione REALE parlava chiaro:
a dare l’impressione di distorcere era l’ampli a Stato Solido.
Il setup, uguale per tutti, era:
Sonus Faber (alternate alle DCM Time Window)
CDP Naim cd5i
Cavi di segnale ISODA Hybrid
Confesso anche che l’esperienza in Teatro (in verità ne ho fatte molte altre in locali enormi, ma erano soprattutto chiese) mi ha confermato l’esattezza di alcune intuizioni ed idee che avevo maturato (sempre nell’ottica del discorso di cui sopra).
Infine, per rispondere brevemente sui perché delle resistenze da 2W KIWAME, e nel ribadire che le obiezioni elettrico/prestazionali sollevate al riguardo non hanno fondamento tecnico (il circuito, dal punto squisitamente elettrico non ne risente minimamente, ed anzi diviene più stabile), preciso che tale scelta è molto precisa e rientra nell’ottica di quanto sopra esposto a livello filosofico.
Visto anche che tale 3D sta debordando in maniera OT, invito chiunque fosse interessato ad approfondire questa particolare tematica, ad aprire una apposita discussione, ove naturalmente sarò lieto di intervenire per qualsiasi approfondimento in merito.
E qui per ora mi fermo (per rientrare IT),
specificando che quanto sopra detto vuole essere presentato solamente “in ottica IMHO”.
saluti,
Fabio.