Mauro.....prova a leggere ( e rileggere più volte nel tempo) questi scritti di Van den Hul:
http://www.vandenhul.com/userfiles/docs/Phono_FAQ.pdf
Ci sono molte (ma davvero molte cose interessanti), alcune osservazioni sono ampiamente condivisibili, altre un po' meno, ma sono sempre un bell'insieme di spunti di riflessione.
Alla voce Antiskating, troverai l'ovvia conclusione sul settaggio, cioè, piuttosto che niente è meglio piuttosto.... ma sopratutto, che la musica NON ha mai la stessa forza!
Ora dobbiamo deciderci se affrontare il discorso tenendoci le limitazioni del sistema standard, oppure, tentare di capire come risolvere il problema a livello di forza che varia nel tempo, non solo perchè spostandoci verso il centro la forza diminuisce.
Continuiamo a parlare del vettore rosso che esemplifica perfettamente il problema, come sostiene qualcuno, o cominciamo a parlare di quale forza possa compensare DINAMICAMENTE il sistema, continuando a parlare di cosa succede ad un cantilever che si torce a ritmo di musica per la variazione della forza di attrito che varia con l'intensità del segnale musicale?
Già, quel cantilever che si torce a ritmo di musica sia rispetto al piano orizzontale che verticale, cosa produce? ... chi può tenerlo fermo?
Braccio tangenziale?... leggiti le note di Van den Hul.. e di tanti altri, e vedrai che quella soluzioni ha più difetti che pregi...
Come lo aggiustiamo il problema su un braccio imperniato?... rigidità ed inerzia forse?
Mi piacerebbe sapere quale sia il prezzo da pagare, anche qui i pareri sono controversi, credo che l'unica sia metterci il naso.....
Prova a fare una ricerca sul concetto di monolite ideale con google... purtroppo, non esce niente di buono.... aggiungi alle due parole, un ulteriore chiave: vibrazioni....
Toh!
http://epidauro.org/phpBB3/viewtopic.php?t=2990
Le strutture di tali bracci (come di tutti i bracci noti) non perseguono correttamente il fine della rivelazione del segnale inciso (più che una colpa sembra una DIMENTICANZA!).
Il requisito UNICO di un braccio (come di tutto il giradischi analogico) è quello di realizzare la massima rigidezza della catena dinamica che va dal punto in lettura del vinile al centro di articolazione del cantilever.
Cosa avrà voluto dire?
Russo è incredibile... lui non spiega, nessuno lo capisce, è palese che siano tutti paroloni da imbonitore...
Ma si sa, io sono tossicodipendente....mi piace la pozione del taumaturgo.....
...... a man who makes potions in a travelling show
I know it's not much but it's the best I can do...
E. J.
Dicevo, non spiega, ma lascia in giro più indizi di un serial killer che si vuol fare catturare, ma gli indizi sono da interpretare....
La definizione di catena dinamica e l'assioma della necessità del conseguimento del massimo valore sono dati del tutto acquisiti e mai posti in discussione in alcuna sede; diverso è trarne le conseguenze e soprattutto arrivare al risultato.
Olè... ci risiamo coi paroloni... però sul fatto che molte cose siano date per scontate... quasi quasi.. mi ci ritrovo...
Il segnale rivelato è dato dalla differenza di movimento (velocità) tra la puntina e chi la sostiene (braccio) ad ogni frequenza della banda audio.
Ohi!... ma se il nostro antiskating pur diminuendo la sua forza verso l'interno, compensa solo in maniera "pseudostatica", quella torsione ( che come abbiamo visto significa ANCHE scorrimento lungo il solco, altro che il solo skating come comunemente inteso, che non può avvenire, finchè rimaniamo dentro il solco, la cosa è ben pù complessa ed investe molte problematiche) che segue con un certo ritardo gli stimoli dovuti alla variazione dell'attrito, cosa determina?... quali alterazioni comporta sul segnale?
Puoi quindi ridurre la torsione, ed è già un successo, a livello "pseudostatico",
mantenere la giusta geometria è un obbligo,
ma la variazione di forza, continuerà a generare uno spostamento fra puntina e solco, qual'è il prodotto di un tal spostamento in avanti ed indietro, che è riconducibile al messaggio sonoro?
Regalo 5 cents, a chi lo dice per primo, ma in in PM... non vorrei che si sapesse in giro...
Ciao, Roberto