La questione della gestione dell' ordine pubblico credo sia un problema specifico...
Quella del senso di alcune forme di contestazione è un problema completamente diverso e di ordine sociologico....
Quella delle ragioni di manifestazioni pacifiche di piazza una questione ancora diversa (ma sempre sociologiche ed antropologiche)....
Mettere tutto insieme è un errore che non aiuta nessuno a comprendere. Personalmente non ambisco a far fare ammenda agli "intellettuali in erba" di quel periodo (anni 70), i danni che essi hanno provocato sono tutti nella vita quotidiana contemporanea e le ideologie troppo radicate nella formazione personale di quella gente.
Mi interessa molto cercare di evitare che le nuove generazioni, quelle di Giaime, per fare un esempio, evitino di mitizzare quegli eventi e di farsi strumentalizzare come successe negli anni 70.
La differenziazione, nei movimenti di pensiero, è tutto, è la necessità ultima, non un optionals. In questo tutti i movimenti di piazza, in quanto tali, hanno sempre fallito, e prima la gente se ne accorgerà, meglio sarà per tutti.
Negli anni 70 si concretizzarono condizioni in cui fascisti e comunisti si allearono contro i celerini, oggi accade con le violenze di stadio e con le promiscuità con frange anarchiche violente come i black block o certi "centri sociali".
Di analisi sociali e politiche sull' epoca e contemporanee ne sono piene le biblioteche, per cui inutile ribadire la questione.
Le piazze attuali, Genova e Savona ?
Figlie di un pensiero unico per cui non esistono emancipazioni senza "contestazioni" e senza violenza. Quando si accetta il concetto non ha più senso verificare da che parte si innesca la violenza. La violenza è nell' aria, è nelle parole, è negli atteggiamenti, non solo nei manganelli.
La classe dirigente contemporanea utilizza la violenza in modo molto più scientifico e massiccio di quella degli anni 70. Evidentemente essere stati protagonisti di quegli anni hanno permesso un'affinamento delle tecniche.
I celerini ?
Ricordiamo 2 cose:
1. quella gente è selezionata per contrastare tutti i giorni dei delinquenti chiamati "ultras". O meni o vieni menato. Per capire la mentalità di queste persone bisogna esserci stati, da quella parte....
2. Un contestatore ha la possibilità di scegliere (se esserci o non esserci o se contestare o non contestare), un celerino no, è comandato in quel posto anche se dentro di lui preferirebbe stare con la sua famiglia. Anche questa differenza la può capire solo che l'ha vissuta.
Pasolini l' aveva capito e detto questo, negli anni 70, ma fa più comodo ricordarlo perchè era gay o per le sue poesie....
Cominciamo ad andare agli stadi senza scorta armata, cominciamo ad imparare a parlare in modo civile con i nostri oppositori, cominciamo a vedere le forze dell' ordine come delle normali persone dietro una divisa, e forse anche loro la smetteranno di caricare la gente a testa bassa.
Le responsabilità di eventi nefasti sono sempre dei comandanti di quei reparti, e la preparazione di quelle persone è un problema serio. Essi dipendono totalmente dal sistema politico.
Genova, ad esempio, non avrebbe avuto quei risvolti senza la presenza di "personaggi strani ed estranei alle gerarchie militari" nei centri di comando operativo....
PS: sento il dovere di aggiungere, rileggendomi, un concetto che mi permea ma rischia di non passare dalle mie frasi:
Io sono l' antitesi dell' idea del "ordine costituito", e non "difendo" le posizioni delle forze dell' ordine per un astratta simpatia destrorsa.
Prediligo una analisi critica di questi eventi, evitando di dividere in bianco e nero, cercando di "comprendere" anche la posizione del "vessatore" del momento, per un concetto di "illuminismo intellettuale", non per simpatia od ideologia come va di moda troppo spesso.
Ogni qualvolta esiste una vittima di un pestaggio, a maggior ragione se perpetrato dalle forze dell'ordine, esiste un dolore personale ed un fallimento strutturale della società. Questo è un dato di fatto, non una opinione.
Il vero punto è che nessuno si prende la briga di andare a monte degli eventi, per correggere le tendenze prima che sfocino in queste situazioni.
Una persona intelligente non contesta od impedisce le manifestazioni avverse, al contrario, le incentiva per "capire" meglio la realtà.
Insegniamo questo ai nostri figli, non gli eventi di piazzale Loreto o fosse Areatine, e forse non ci sarà, in futuro, manco il bisogno di schierare i celerini.
Qualcuno avrà pure insegnato ai ragazzini a tirare i pomodori (e sedie) a chi non la pensa come te, e posso garantire, non sono stati ne agenti di polizia fascisti ne progressisti intelligenti.....
ciao
Mauro