Quindi, a quanto pare di capire, si delineano due approcci all’ascolto:
l’audiofilo, che si concentra per seguire la focalizzazione (altro termine ambiguo), il palcoscenico, lo strumento etc..
ascolta musica come se dovesse fare una recensione. Dopo un certo tempo si stanca di fare questa attività che a tutti gli effetti è un lavoro e come tale stanca. Anche in caso di ascolto di musica lirica dal vivo, ad esempio, questo tipo di ascoltatore si concentrerà per cercare di capire le parole. Un impegno notevole, che senza dubbio affatica.
Va da sé che non è possibile per tale tipo di ascoltatore impegnarsi in una qualsiasi altra attività, l’impegno di ascoltare musica deve essere assoluto.
E’ indispensabile per rientrare in questa categoria, possedere una cultura musicale ma anche in senso generale piuttosto al di sopra della media e/o una lunga esperienza di ascolti dal vivo e riprodotti.
Il Cirenaico (*) ascolta la musica, non le categorie di classificazione dell’impianto. Gode dell’interezza dell’evento che si ricrea (con un grado di aderenza all’evento originario) oppure trova meglio cambiare brano, ma sempre apprezzando o meno la prestazioni sonica complessiva, assimilata più che ascoltata.
Tale tipo di ascoltatore ascolta musica prevalentemente facendo altro, lasciando mani e mente libere di impegnarsi in altra attività o pensieri.
Cosa possibile in quanto la musica rappresenta una sorta di alfabeto innato dell’uomo, la musica infatti fa presa in tutti gli strati sociali e culturali.
Mi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.
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Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 20/04/2007 : 09:25:30
In generale potrei anche riconoscermi nel primo schema.
Non nelle conclusioni però.
Provo ad entrare nel dettaglio del perchè riesco solo ad ascoltare "con attenzione" per cercare di essere più chiaro.
Quando ascolto un'opera sinfonica ad esempio non riesco a "goderla" se non seguo le melodie che contiene e come vengono modificate ad ogni riproposizione, più edonisticamente poi trovo che i contrasti o le collaborazioni delle diverse sezioni dell'orchestra siano tra le cose più gustose, ma non le più facili da seguire . . . . .
Con la musica settecentesca invece senza "appoggiarmi" sulla struttura del basso continuo o sulle differenze (di colore) date da cose per me non immediate da percepire, come i raddoppi strumentali nelle ripetizioni, fatico a seguirne il contenuto, ho provato ad ascoltare distrattamente (facendo altro) ma così finisce che seguo poco e "mi sveglio" solo sul tema principale, in pratica come quando si mangia già sazi.
Potrei continuare con il jazz, dove le scale modali a me "distraggono" quasi per costruzione, ma anche l'apparentemente più semplice folk inglese, magari senza strumenti ritmici, riesco ad apprezzarlo soprattutto attraverso le sfumature, difficili per me da percepire se sto facendo altro o sono nel locale accanto.
Potrei dire del rock, che sotto un "volume minimo" per me perde quasi tutto l'interesse ma la smetto prima che anche l'ultimo che sta leggendo si addormenti
Però la minor/maggior fatica di ascolto con diversi sistemi la sento, eccome. Ricordo che sono un sostenitore del my-fi, con valvole, convertitori zero oversampling, giradischi e vecchiumi vari che probabilmente distorcono piacevolmente.
Ad esempio attualmente ho un impianto per cuffia che mi soddisfa completamente e con questo riesco ad ascoltare di continuo anche per ore (quando le ho naturalmente) senza fatica, e in questo caso bisogna anche aggiungere l'handicap della cuffia in testa.
Avevo invece dei monovia con i Fostex FE 103S che mi strapiacevano ma che dopo (diciamo un paio d'ore?) "mi stancavano".
Secondo me quindi non dipende da come si ascolta, questa alla fine credo sia solo un'abitudine.
Un po' come fare qualche chilometro a piedi, se sei allenato li fai di corsa senza fatica, se abitualmente usi l'ascensore anche per un piano probabilmente anche a passo tranquillo sarai stano (lo stesso vale per le verifiche del conto dall'ortolano).
Ciao
Massimo
P.S. In realtà un'eccezione c'è, il lavoro manuale "muscolare" ma questo di fatto lo pratico solo quando in cantina lavoro il legno.