Fatica d'ascolto

Discussioni varie, audio e non.
mauropenasa
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Messaggio da mauropenasa »

quote:
Quale pensate che il nostro PG ritenga "più godibile" ?
Originariamente inviato da mauropenasa - 19/04/2007 : 19:06:39


Se ce lo dici tu, poi possiamo confrontare con la risposta di plo'!
Se ve lo dico prima capace che lui dice il contrario solo per farmi rabbia.... :D :D

In ogni caso collega un poco la cosa con questo:
...magari è prprio la banda passante limitata in alto e il fatto che sia un solo altoparlante a suonare a limitare la fatica...
detto da Filippo, e vedrai che qualche lampadina si accende.... :D

Scherzi a parte (e non solo e non sempre in merito alla questione di questo 3D), da qualche anno io ho notato che una tendenza come quella piuttosto comune del primo grafico, ossia diminuzione graduale del DF al aumentare della frequenza, accoppiata a diffusori comuni con taglio classico a 2 o 3 vie, pone vissuti di maggiore "naturalezza" del suono e minore "metallicità".
Quel genere di curva tende a dare "il meglio apparente" in molti sistemi economici o meno economici, nel senso che le gamme basse e quelle di incrocio sono discretamente controllate da un DF calante ma di una certa entità, mentre solo in zona TW esso "molla" molto, tendendo a condizioni "simil retro" che piacciono tanto.....

Va detto che questo non è tanto in relazione a chissà quali cali di risposta in asse, ma piuttosto sembrerebbe andare in contro ad una certa "fisiologicità" di molti TW a cupola.
Insomma, sembrerebbe che ogni driver disponga di un DF adeguato e variabile in base all' energia back_emf emessa....
Agli esperti di diffusori l' ardua risposta.... :)

Diversamente, quando si ha di fronte un gruppo di driver ben progettato e di elevate prestazioni, la curva più flat del grafico 2 da un migliore senso di equilibrio di emissione in tutta la gamma audio, ma per molti un poco "fredda".

Io propendo comunque per il grafico 2, ma credo che dipenda dalle condizioni che uno cerca.....

ciao



Mauro
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nullo
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Messaggio da nullo »

Devo essere extraterrestre :oops:

La radio della nonna, l'ascolto mentre NON si pensa ....ed altre cose del genere, possono non ingenerare fatica, così come l'impianto da discoteca....se si ha il testosterone a mille, per la bionda che si dimena a due passi...

Se la risoluzione è bassa, se l'impianto suona all'Inglese anni '70, se la testa è da un'altra parte, tutti i Santi aiutano...

Me se vi chiedo di ascoltare ogni singolo strumento e seguirlo, se vi chiedo di cercare nello spazio cantanti e strumenti, e questo per un lungo periodo, la differenza fra un impianto e l'altro....la facilità di ascolto o la fatica....la dinamica, la trasparenza naturale o la chiusura ....la percepite?

Ciao, Roberto

PS..perchè mai, l'ascolto dal vivo, non dovrebbe avere le stesse problematiche?..echi ecessivi, rumore, tecnici del suono incapaci, ecc. ecc., si fanno sentire, eccome!
Ciao, Roberto

Conoscete qualcuno che scelga i propri apparecchi ed accessori con le misure e non con l'ascolto degli stessi in un particolare contesto?
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Messaggio da Piercarlo »

Me se vi chiedo di ascoltare ogni singolo strumento e seguirlo, se vi chiedo di cercare nello spazio cantanti e strumenti, e questo per un lungo periodo, la differenza fra un impianto e l'altro....la facilità di ascolto o la fatica....la dinamica, la trasparenza naturale o la chiusura ....la percepite?

Ciao, Roberto

PS..perchè mai, l'ascolto dal vivo, non dovrebbe avere le stesse problematiche?..echi ecessivi, rumore, tecnici del suono incapaci, ecc. ecc., si fanno sentire, eccome!


Originariamente inviato da nullo - 19/04/2007 :  22:06:20
Credo che qui vada precisato bene cosa ognuno intende per "ascoltare". Il tuo modo di ascoltare è analogo a quello di alcuni di leggere... facendo analisi grammaticali di ciò che leggono anziché immergersi nel mondo (magari anche quello limitato di un saggio) descritto da ciò che leggono. Io, per esempio, non riuscirei assolutamente ad ascoltare "analizzando" strumenti, passaggi o "stecche": spegnerei l'impianto - *QUALSIASI* impianto! - dopo trenta secondi netti. D'altra parte ho avuto modo di conoscere in amicizia un critico di musica classica che ascoltava in questo modo per dovere e mestiere (scriveva recensioni su una rivista specialistica) e, con un impianto onesto, buono senza esagerare (diciamo da un due milioni e mezzo una quindicina di anni fa, tutto compreso), riusciva a seguire tutto quanto senza grandi problemi e senza grande fatica (non l'ho MAI sentito lamentarsi della qualità di un impianto o anche di una incisione ma sempre e soltanto della qualità delle esecuzioni.. e degli esecutori, su cui ogni tanto scappava - non scritto ovviamente - qualche commento decisamente acido!).

Mi sa tanto, alla fine, che questa storia della "fatica di ascolto", è - a dispetto di alcuni presupposti fisiologici, evolutivi e, in apparenza oggettivi e obiettivi quasi in modo "assoluto" - una questione soggettiva all'ennesimo grado. E che forse, più che gli impianti, le incisioni, le esecuzioni ecc. contino molto di più le nostre *aspettative* nei loro confronti.

Forse è anche per questo che, nonostante tutti i tentativi, non si è rusciti a stabilire una misura (o un gruppo di misure) che certifichino UNIVOCAMENTE la bontà o meno di un impianto sul piano della sua ascoltabilità. E' un po' come misurare la "bellezza assoluta" di una donna: ad alcuni piacciono bionde, ad altri more, ad altri magre, ad altre ancora grasse da scoppiare... Come si fa a misurare qualcosa di definito in mezzo a una simile variabilità di gusti? Al più puoi stabilire una media, una sorta di "opinone della maggioranza" che però, per il singolo, vale al più un "amen".

Tutto imho come sempre.

Ciao
Piercalro
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Messaggio da riccardo »

Musica dal vivo: Mito e piacevolezza.
Una sera estiva percorrevo in macchina una piazza di roma, con i finestrini aperti. Nel largo spartitraffico-giardino al centro, una band jazz dell'estate romana suonava per il pubblico presente. Per un'improvviso blocco del traffico, si creò un ingorgo. Io ero proprio a lato dei musicisti, qualche metro, e per distrazione, dimenticai di spegnere il motore.
COn tutte le ragioni del mondo, un trombettista, da qualche metro, pensò di farmelo notare , e voltata la tromba verso il mio finestrino - e orecchio- soffiò un accordo sublime.
Non so quale santo mi abbia salvato da un attacco epilettico, a stento riuscii a spegnere il motore, ma a anni di distanza, ancora ricordo quello come un episodio di vero dolore.
Poi per quel che mi concerne, sono capace di ascoltare musica anche per 20 ore al giorno, e non sono pochi, davvero, i giorni in cui l'ho fatto.
Vi voglio ricordare, IMHO, però, che aspetti come la qualità del suono di un impianto, e se sia percebibile in modo fisiologico e con quanta fatica il messaggio musicale, non sono cose da fare in ascolto diretto. Va evitata la posizione di ascolto e la concentrazione perchè il cervello in condizioni come quelle si mette a ricostruire, mostrando come congruo, spesso, un messaggio che oggettivamente non lo è. La concentrazione stessa ritarda la coscienza "fisica" dell'affaticamento, pur rafforzandolo.
E' cosa buona disporsi, per queste valutazioni, a mansioni le più varie, e rigorosamente in ambienti diversi (ovviamente limitrofi) a quelli in cui suona l'impianto.
NOn c'è bisogno, per metabolizzare la REALE qualità di un impianto, di prestare attenzione a dati potenzialmente illusori come il palcoscenico riprodotto o altro, che ovviamente, possono esistere ed essere discreti o ampi anche in impianti scadenti e poco capaci rispetto alla resa della naturalezza complessiva del messaggio.

Saluti

R.R.
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Riccardo
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Messaggio da Arge »

Il mio è un lavoro strano, fatto di colpi di mazza, di trapani o smeriglie che vanno a iosa, e anche se ascolto la musica in sottofonfo, quando non è prevalicata da rumore ( immaginate che casino ),non "percepisco" questa fatica di ascolto...
Invece quando ascolto musica a casa, quella che a me piace, cioè un po tutta, a volte mi son venuti degli impulsi omicidi dove la vittima sacrificale era l'ampli di turno.
Per come la vedo io, più che fatica di ascolto , io la chiamerei fatica fisica/mentale, la quale ci porta il più delle volte a scegliere il silenzio o a non soffrire certe tonalità o passaggi sonori....


OT....
Piccolo aneddoto....

A volte capita che lavoro anche presso privati....quindi mi rilasso le orecchie...

un bel dì mi recai a casa di una signora ( benestante :D ), mentre lavoravo per fare delle modifiche, in sottofondo c'era un personaggio che suona il pianoforte....
dopo circa due ore del mio lavoro e del suo suonare, mi rivolsi alla padrona di casa : è suo marito ? e la signora con un sorriso appena accennato disse : SI !!
IO: però, suona bene! cosa sta suonando, sa io non me ne intendo di musica classica .
la signora divertita disse: Mozarth , ti piace ?
IO: si, e sempre bello ascoltare musica dal vivo.
LEI: ( sorriso a tutta bocca ) in effetti......
passa un' altra ora ed ho finito...IO Arrivederci, se ha bisogno sa dove trovarmi , arrivederci.....

Ora vi starete chiedendo chi era il Pianista......, ma forse e meglio non dirlo..

L' unica fatica di ascolto che ho, e quando mi telefona mia suocera, il telefono riesce a " ingentilire" ulteriormente la sua splendida voce..... :)

ciao da JOE
Ciao da JOE
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Messaggio da nullo »

Credo che qui vada precisato bene cosa ognuno intende per "ascoltare". Il tuo modo di ascoltare è analogo a quello di alcuni di leggere... facendo analisi grammaticali di ciò che leggono anziché immergersi nel mondo (magari anche quello limitato di un saggio) descritto da ciò che leggono. Io, per esempio, non riuscirei assolutamente ad ascoltare "analizzando" strumenti, passaggi o "stecche": spegnerei l'impianto - *QUALSIASI* impianto! - dopo trenta secondi netti. D'altra parte ho avuto modo di conoscere in amicizia un critico di musica classica che ascoltava in questo modo per dovere e mestiere (scriveva recensioni su una rivista specialistica) e, con un impianto onesto, buono senza esagerare (diciamo da un due milioni e mezzo una quindicina di anni fa, tutto compreso), riusciva a seguire tutto quanto senza grandi problemi e senza grande fatica (non l'ho MAI sentito lamentarsi della qualità di un impianto o anche di una incisione ma sempre e soltanto della qualità delle esecuzioni.. e degli esecutori, su cui ogni tanto scappava - non scritto ovviamente - qualche commento decisamente acido!).

Mi sa tanto, alla fine, che questa storia della "fatica di ascolto", è - a dispetto di alcuni presupposti fisiologici, evolutivi e, in apparenza oggettivi e obiettivi quasi in modo "assoluto" - una questione soggettiva all'ennesimo grado. E che forse, più che gli impianti, le incisioni, le esecuzioni ecc. contino molto di più le nostre *aspettative* nei loro confronti.

Forse è anche per questo che, nonostante tutti i tentativi, non si è rusciti a stabilire una misura (o un gruppo di misure) che certifichino UNIVOCAMENTE la bontà o meno di un impianto sul piano della sua ascoltabilità. E' un po' come misurare la "bellezza assoluta" di una donna: ad alcuni piacciono bionde, ad altri more, ad altri magre, ad altre ancora grasse da scoppiare... Come si fa a misurare qualcosa di definito in mezzo a una simile variabilità di gusti? Al più puoi stabilire una media, una sorta di "opinone della maggioranza" che però, per il singolo, vale al più un "amen".

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Ciao
Piercalro
Se dal vivo ti poni in condizioni ottimali, NON FAI FATICA, non ti devi impegnare, le cose sono e basta, e questo a prescindere dalla tua attenzione.

In riproduzione, sono poche le situazioni che si possano paragonare con l'ottimale di cui sopra. ma esistono, In posizioni intermedie, la fatica può manifestarsi, in alcuni casi è insopportabile; negarsi la possibilità di poter leggere in maniera approfondità, quando lo si volesse, è una scelta soggettiva, quanto cercare il massimo.

Dura dire chi ha ragione.....

Piergiorgio aveva però chiesto quando si manifesta la fatica e se non c'è impegno, la fatica stenta ad affiorare.

Che l'impianto da 2,5 milioni di qualche anno fa, ti mettesse in grado disaggiare l'essenza del registrato, non lo metterei invece fra le verità assodate...con quella cifra si metteva insieme un banale accrocchio, niente a che vedere con qualcosa di serio..

Es. all'epoca con l'acquisto di un Mission Cyrus two ed un Onkio 803 integra, non avevi più i soldi per le casse... e non erano certo apparecchi validi in assoluto, ma solo nella loro fascia di prezzo.

Pensa ( per farti un idea) che il Mission è stato felicemente sostituito dal volks-amplifier a casa di un amico, l'Onkio l'ho avuto anch'io per diverso tempo se penso ad un confronto col Lector, mi vien da sorridere...

Ciao, Roberto
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Messaggio da Arge »

l'Onkio l'ho avuto anch'io per diverso tempo se penso ad un confronto col Lector, mi vien da sorridere...

Ciao, Roberto


Originariamente inviato da nullo - 19/04/2007 :  23:51:28
in che senso ?

JOE
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Messaggio da nullo »

..hai avuto una Fiat 500, prima dell'Alfa?

Beh, la differenza in positivo è maggiore...anche se sono passato per varie esperienze per approdare a quello.

Crescendo, a volte ci si guarda indietro sorridendo, altre volte con rammarico....in questo caso mi è andata bene. :)

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Messaggio da Arge »

..

Crescendo, a volte ci si guarda indietro sorridendo, altre volte con rammarico....in questo caso mi è andata bene. :)

Ciao, Roberto


Originariamente inviato da nullo - 20/04/2007 :  00:07:32
Io al contrario di te, lo costudisco gelosamente, perchè se è vero che si cresce con l' esperienza e con la consapevolezza e altrettanto bello vedere da dove si è partiti, ecco io sono partito propio da li....

proverò anche io il Lector....,ma l' onkio A-807 Integra ( l' 803 non è integra )non lo venderò mai , troppo affezionato, anche a tutti i suoi limiti

ciao da JOE
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Messaggio da nullo »

..la memoria...803...807..comunque integra era, questo è certo e non era l'809, costava ll'epoca circa 1,2 milioni, se non ricordo male.

Ne comprammo due dopo averne testati molti, quando incontrammo Lector grazie ad un amico, io presi il CDP 7, l'altro il piccolo 0.5 T, più che sufficiente per stendere l'Onkyo, comunque.

In seguito presi il due telai ( in realtà 4, visto che che i trasformatori sono in due case separati) Digidrive + Digicode, più un anti jitter Monarchy audio, da porre tra i due, una macchina che ancora tiene duro a testa alta, nonostante il tempo che scorre...

Il CDP 7, finì al posto dello 0.5 T, quest'ultimo mandò in pensione il Micromega di un altro amico....

Se avrai occasione di testarlo, non rimarrai deluso.

Fine OT..

Ciao, Roberto
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Messaggio da plovati »

Quindi, a quanto pare di capire, si delineano due approcci all’ascolto:

l’audiofilo, che si concentra per seguire la focalizzazione (altro termine ambiguo), il palcoscenico, lo strumento etc..
ascolta musica come se dovesse fare una recensione. Dopo un certo tempo si stanca di fare questa attività che a tutti gli effetti è un lavoro e come tale stanca. Anche in caso di ascolto di musica lirica dal vivo, ad esempio, questo tipo di ascoltatore si concentrerà per cercare di capire le parole. Un impegno notevole, che senza dubbio affatica.
Va da sé che non è possibile per tale tipo di ascoltatore impegnarsi in una qualsiasi altra attività, l’impegno di ascoltare musica deve essere assoluto.
E’ indispensabile per rientrare in questa categoria, possedere una cultura musicale ma anche in senso generale piuttosto al di sopra della media e/o una lunga esperienza di ascolti dal vivo e riprodotti.

Il Cirenaico
(*) ascolta la musica, non le categorie di classificazione dell’impianto. Gode dell’interezza dell’evento che si ricrea (con un grado di aderenza all’evento originario) oppure trova meglio cambiare brano, ma sempre apprezzando o meno la prestazioni sonica complessiva, assimilata più che ascoltata.
Tale tipo di ascoltatore ascolta musica prevalentemente facendo altro, lasciando mani e mente libere di impegnarsi in altra attività o pensieri.
Cosa possibile in quanto la musica rappresenta una sorta di alfabeto innato dell’uomo, la musica infatti fa presa in tutti gli strati sociali e culturali.

Mi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.

(*) Dice di Aristippe di Cirene Diogene Laerzio :
[…] Si adattava con disinvoltura a luogo, a tempo, a persona e recitava il suo ruolo convenientemente in ogni circostanza. Perciò più degli altri godeva del favor di Dioniso, poiché riusciva sempre a rendere accettabile ogni situazione. Godeva il piacere dei beni presenti, ma rinunziava ad affaticarsi per il godimento di beni non presenti. Fu per queto che Dioniso lo chiamava cane (o cinico) regale.


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Messaggio da marziom »

io sono entrambi..... :-)
nel senso che a volte mi piace fare l'audiofilo, ma generalmente la musica mi accompagna mentre faccio altro....sarà per la cronica mancanza di tempo?! 8)

marzio
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Messaggio da MBaudino »



Scherzi a parte (e non solo e non sempre in merito alla questione di questo 3D), da qualche anno io ho notato che una tendenza come quella piuttosto comune del primo grafico, ossia diminuzione graduale del DF al aumentare della frequenza, accoppiata a diffusori comuni con taglio classico a 2 o 3 vie, pone vissuti di maggiore "naturalezza" del suono e minore "metallicità".
Quel genere di curva tende a dare "il meglio apparente" in molti sistemi economici o meno economici, nel senso che le gamme basse e quelle di incrocio sono discretamente controllate da un DF calante ma di una certa entità, mentre solo in zona TW esso "molla" molto, tendendo a condizioni "simil retro" che piacciono tanto.....



Originariamente inviato da mauropenasa - 19/04/2007 :  20:36:02
Faccio sempre molta fatica a capirti, per noti limiti conoscitivi miei e non certo per come tu esponi le cose.
Il tuo ragionamento mi sembra molto interessante anche se incomprensibile.
Non voglio che tu perda tempo a spiegarmelo meglio, prima o poi ci arrivo: solo una cosa mi sarebbe utile sapere.
Ritenevo trascurabile il discorso DF sulle vie alte per il fatto che i tweeter (ed in misura minore i middle) sono quasi sempre pesantemente attenuati da resistenze ( 2-10- 15 ohm) e che lavorano sempre almeno un ottava al di sopra della risonanza. Dove sbaglio?


Ciao Mauro
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Messaggio da Luc1gnol0 »

Faccio sempre molta fatica a capirti, per noti limiti conoscitivi miei e non certo per come tu esponi le cose.
Originariamente inviato da MBaudino - 20/04/2007 : 10:43:45
Secondo te Mauro (Baudino), a prescindere da "naturalezza", "metallicità", dalle risposte non date da plovati e dai suggerimenti preziosi di Mauro (Penasa), quale dei due andamenti postati è quello corretto e perché? :oops:

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Ciao, Luca
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Messaggio da mauropenasa »

Ritenevo trascurabile il discorso DF sulle vie alte per il fatto che i tweeter (ed in misura minore i middle) sono quasi sempre pesantemente attenuati da resistenze ( 2-10- 15 ohm) e che lavorano sempre almeno un ottava al di sopra della risonanza. Dove sbaglio?
Credo nel sottovalutare il damping elettrico nei crossover reattivi, ma potrei anche sbagliarmi.....
Da questo punto di vista mi limito a girarvi alcune mie valutazioni, senza elaborare in forma super teorica la cosa.


ciao



Mauro
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Messaggio da plovati »

Fatica d’ascolto, ci sarà una definizione? In italiano pare di no, tutti discetto di tanta o poca fatica d’ascolto, ma nessuno sembra curarsi di definirla. Una breve ricerca su “Listener fatigue” dà contributi decisamente più utili.
Da Meadowlark Audio:
“Have you ever noticed that you rarely suffer from listening fatigue in the 'real world'? Even in noisy, complex environments like busy restaurants and factory floors one rarely experiences this weird form of fatigue. Live acoustic music almost never causes fatigue, even the really wild stuff like massed, blasting brass and marching steel drum bands! Understanding the mechanism that gives rise to listening fatigue requires a brief discussion of the human hearing system.
When you listen to a completely natural sound environment - the real world - each sound arrives at your ears in its natural state, and with an amplitude and phase relationship that agree because the sound was created by a real event. The mind can readily turn the signal coming from the ears into a picture of reality. We can readily perceive the location and distance of each sound around us. But, in stereo reproduction there is a huge opportunity to scramble things. If gross errors are made, try as it may, your mind cannot put together a picture of reality from the garbage that's coming up from your ears. Wire one speaker out of polarity and you'll see! As errors in sound reproduction get smaller, a stereo picture will form, though sometimes just bits and pieces. Perhaps you've heard a system that can get the singer to image, but spreads the string bass around the room. When a system works pretty well, you will perceive good imaging, soundstaging and ambiance. But unless the waveform reaching your ears looks "natural" to your mind, your mind will still have to work rather hard, though subconsciously, to put together that picture of reality. “
Da http://www.digitalprosound.com/2002/03_ ... cerpt1.htm :

“Low Mids — The midrange between 250Hz and 2000Hz contains the low order harmonics of most musical instruments and can introduce a telephone-like quality to the music if boosted too much. Boosting the 500Hz to 1000Hz octave makes the instruments sound horn-like, while boosting the 1kHz to 2kHz octave makes them sound tinny. Excess output in this range can cause listening fatigue.
[an error occurred while processing this directive] “

Da 6moons.com:

“Some people have taken to listening at low volumes because of the listening fatigue that most systems induce at higher volumes, particularly the girlie ear crowd. It's just too hard on those delicate ears otherwise. I confess that my volume levels have come down over the years too, with sanity and self preservation in mind. With the Shindo rig, I never felt the stress and strain normally associated with louder volumes. “


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Piergiorgio
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Messaggio da mr2a3 »

Quindi, a quanto pare di capire, si delineano due approcci all’ascolto:

l’audiofilo, che si concentra per seguire la focalizzazione (altro termine ambiguo), il palcoscenico, lo strumento etc..
ascolta musica come se dovesse fare una recensione. Dopo un certo tempo si stanca di fare questa attività che a tutti gli effetti è un lavoro e come tale stanca. Anche in caso di ascolto di musica lirica dal vivo, ad esempio, questo tipo di ascoltatore si concentrerà per cercare di capire le parole. Un impegno notevole, che senza dubbio affatica.
Va da sé che non è possibile per tale tipo di ascoltatore impegnarsi in una qualsiasi altra attività, l’impegno di ascoltare musica deve essere assoluto.
E’ indispensabile per rientrare in questa categoria, possedere una cultura musicale ma anche in senso generale piuttosto al di sopra della media e/o una lunga esperienza di ascolti dal vivo e riprodotti.

Il Cirenaico
(*) ascolta la musica, non le categorie di classificazione dell’impianto. Gode dell’interezza dell’evento che si ricrea (con un grado di aderenza all’evento originario) oppure trova meglio cambiare brano, ma sempre apprezzando o meno la prestazioni sonica complessiva, assimilata più che ascoltata.
Tale tipo di ascoltatore ascolta musica prevalentemente facendo altro, lasciando mani e mente libere di impegnarsi in altra attività o pensieri.
Cosa possibile in quanto la musica rappresenta una sorta di alfabeto innato dell’uomo, la musica infatti fa presa in tutti gli strati sociali e culturali.

Mi pare di poter sostenere, in base a queste classificazioni piuttosto abbozzate e incomplete, che la fatica di ascolto è una qualità dell’ascoltatore, non dell’impianto. In quanto tale andrebbe abolita dal gergo dei recensori, o almeno dai termini usati correntemente per descrivere la qualità di un impianto.

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Piergiorgio


Originariamente inviato da plovati - 20/04/2007 :  09:25:30
In generale potrei anche riconoscermi nel primo schema.
Non nelle conclusioni però.

Provo ad entrare nel dettaglio del perchè riesco solo ad ascoltare "con attenzione" per cercare di essere più chiaro.
Quando ascolto un'opera sinfonica ad esempio non riesco a "goderla" se non seguo le melodie che contiene e come vengono modificate ad ogni riproposizione, più edonisticamente poi trovo che i contrasti o le collaborazioni delle diverse sezioni dell'orchestra siano tra le cose più gustose, ma non le più facili da seguire . . . . .
Con la musica settecentesca invece senza "appoggiarmi" sulla struttura del basso continuo o sulle differenze (di colore) date da cose per me non immediate da percepire, come i raddoppi strumentali nelle ripetizioni, fatico a seguirne il contenuto, ho provato ad ascoltare distrattamente (facendo altro) ma così finisce che seguo poco e "mi sveglio" solo sul tema principale, in pratica come quando si mangia già sazi.
Potrei continuare con il jazz, dove le scale modali a me "distraggono" quasi per costruzione, ma anche l'apparentemente più semplice folk inglese, magari senza strumenti ritmici, riesco ad apprezzarlo soprattutto attraverso le sfumature, difficili per me da percepire se sto facendo altro o sono nel locale accanto.
Potrei dire del rock, che sotto un "volume minimo" per me perde quasi tutto l'interesse ma la smetto prima che anche l'ultimo che sta leggendo si addormenti :D

Però la minor/maggior fatica di ascolto con diversi sistemi la sento, eccome. Ricordo che sono un sostenitore del my-fi, con valvole, convertitori zero oversampling, giradischi e vecchiumi vari che probabilmente distorcono piacevolmente.
Ad esempio attualmente ho un impianto per cuffia che mi soddisfa completamente e con questo riesco ad ascoltare di continuo anche per ore (quando le ho naturalmente) senza fatica, e in questo caso bisogna anche aggiungere l'handicap della cuffia in testa.
Avevo invece dei monovia con i Fostex FE 103S che mi strapiacevano ma che dopo (diciamo un paio d'ore?) "mi stancavano".

Secondo me quindi non dipende da come si ascolta, questa alla fine credo sia solo un'abitudine.
Un po' come fare qualche chilometro a piedi, se sei allenato li fai di corsa senza fatica, se abitualmente usi l'ascensore anche per un piano probabilmente anche a passo tranquillo sarai stano (lo stesso vale per le verifiche del conto dall'ortolano).

Ciao
Massimo
P.S. In realtà un'eccezione c'è, il lavoro manuale "muscolare" ma questo di fatto lo pratico solo quando in cantina lavoro il legno.
Ciao, Massimo
mr2a3
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Messaggio da mr2a3 »

Da 6moons.com:

“Some people have taken to listening at low volumes because of the listening fatigue that most systems induce at higher volumes, particularly the girlie ear crowd. It's just too hard on those delicate ears otherwise. I confess that my volume levels have come down over the years too, with sanity and self preservation in mind. With the Shindo rig, I never felt the stress and strain normally associated with louder volumes. “

_________
Piergiorgio

Questa la quoto al 100%.

Da sempre quando mi sembra di "aver migliorato" mi scopro ad ascoltare a volume (relativamente) più alto.

Ciao
Massimo
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Luc1gnol0
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Messaggio da Luc1gnol0 »

Da sempre quando mi sembra di "aver migliorato" mi scopro ad ascoltare a volume (relativamente) più alto
Originariamente inviato da mr2a3 - 20/04/2007 : 12:53:12
Mi pare che ci siano filosofie di progettazione di tendenza opposta a questa situazione (per es. Chiomenti), e che fanno della completezza, della piacevolezza, del dettaglio a basso livello uno dei risultati cardine.

Verrebbe da chiedersi: a che pro alzare il volume? Forse perché a volume più moderato non si "capisce bene", una fatica d'ascolto da mancanza di informazioni (vedi post di riccardo, anche).

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Ciao, Luca
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mr2a3
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Messaggio da mr2a3 »

Mi pare che ci siano filosofie di progettazione di tendenza opposta a questa situazione (per es. Chiomenti), e che fanno della completezza, della piacevolezza, del dettaglio a basso livello uno dei risultati cardine.

Verrebbe da chiedersi: a che pro alzare il volume? Forse perché a volume più moderato non si "capisce bene", una fatica d'ascolto da mancanza di informazioni (vedi post di riccardo, anche).

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Originariamente inviato da Luc1gnol0 - 20/04/2007 :  13:05:59
Forse siamo entrambi un po' troppo generici (è che dopo il lungo post precedente non volevo esagerare :D ).

Da un lato dipende dal genere.
Quando dico che mi piace "alzare il volume" non intendo con i quartetti d'archi ma con rock o musica da jazz club (hai presente un sax . . . .)

Dall'altro forse dovrei precisare meglio cosa intendo con "relativamente".
In altri 3D parlavo di livelli medi di 70/80dB, niente che danneggi le orecchie insomma e, se sono un po' tolleranti, neppure i rapporti di vicinato condomiale :)

Ciao
Massimo
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