Faticosamente:
se diamo per scontato l'assioma del sig. X, che il fenomeno non si manifesta se non alla sola presenza dell'ascoltatore, e che questo assioma determina la difficoltà di interpretazione attraverso delle misure, è lecito interrogarsi su quale possa essere il metodo di individuazione dell'errore, affidato alla soggettività?
Lo studio e l'esame dell'avvenimento, attraverso quale strumento iniziale può essere possibile?
Perchè se la misuranon ci soccorre tuttavia ci deve essere un mezzo, pragmatico, da utilizzare per la presa di coscienza del fenomeno e per incamminarsi sulla strada dell'eliminazione dell'errore.
Le misure, ben si sa, in fin dei conti sono una scorciatoia, rispetto a indagini soggettive ripetute centinaia, migliaia di volte.
Se sono condivisibili le affermazioni di Roberto, o di Piercarlo, sulla incertezza del comportamenti dei componenti, d'altro canto il Signor X afferma la ripetibilità di condizioni che portano al risultato voluto.
La radice del metodo a queste condizioni, deve essere il MEZZO attraverso il quale di forma la coscienza osservate.
Applicare un metodo consentito dal mezzo, dovrebbe abbreviare la ricerca dei limiti e quindi degli errori.
Oppure: se andiamo alla ricerca del limite teorico fisico di ognuno dei componenti, in questo campo di indagine, la fisica, troviamo le misure, ad aiutarci. Individuato l'errore, ossia la contrarietà al naturale, qual'è il passo ulteriore che lega questa esperienza "scientifica" da "legge naturale" con la variabilità soggettiva, individuale, della percezione psichica del fenomeno per come si presenta?
..hai detto niente Riccardo!
Ribadisco ..perchè uno zappatera trova logico perderci tempo
Riprovo a rispondere ( cercando di rispondere anche a PG), inutile cercare di spiegare più di tanto il concetto di errore, inutile cercare di quantificarlo, inutile dire cosa io consideri preminente, inutile fare tante cose.
...provate a dire che è inutile tentare di evitarli a priori, persando a cosa lo può creare?
METODO!... il metodo fa parte della scienza, non è roba da acchiappa nuvole.
Togli con metodo possibili ( possibili, ribadisco) influenze e cominciamo la valutazione e poi ne parliamo, poi pontifichiamo in un senso e nell'altro...perchè ne dobbiamo parlare prima?
Cosa c'è di sbagliato PG, nel prevenire iterazioni rischiose?
Cosa ti deve far pensare che l'errore sia quello?
Se pensi che questo possa solo rappresentare un piccolo, microscopico, passettino, mi aiuti a dire cosa fare per compierlo....piuttosto che continuare ad analizzare sul piano teorico, cose di difficile valutazione all'atto pratico?
Banale es. (banale?), un AP montato in cassa come viene perturbato dalle onde riflesse dal cabinet, esistono modi di caricarlo che offrono alternative?..pensi che il cestello infici il perfetto funzionamento?..perchè pochi propongono alternative?..quanto vale il cambiamento dell'assorbente sul comportamento all'ascolto?..quanto il cambiamento del materiale costituente il cabinet?..cosa succede se cabinet non vibra più?....potrei continuare all'infinito..
Mi spiace del solito tarazum, avrei voluto continuare analizzando ogni singolo aspetto in ordine logico, ma sembra che un analisi siffatta sia sempre da negare per amore della bagarre più inconcludende. Bleah!
Ciao, Roberto