tetrodo ha una figura di distorzione molto forte, che ha necessariamente bisogno di una qualche correzione, quali sono le tecniche migliori?
Secondo me così la questione è mal discutibile: non si può prescindere dal circuito in cui quei tetrodi sono messi a lavorare.
Premesso che un po' di CR "aggiusta" molti dati, dalla cancellazione armonica a particolari tecniche di polarizzazione, all'uso di determinati accopiamenti, sono molte le possibili strade per correggere "naturalmente" un po' di distorsione. Questo se si parla di tetrodi a fascio.
Se si parla di tetrodi e basta, il discorso ancorché "accademico" (sono pochi i cd. "space charge tetrode" e tutti generalmente molto antichi, cioé rari) è molto diverso per via dell'effetto dynatron non compensato e credo che in quel caso non si possa prescindere dalla CR.
- il pp corregge la distorzione di 2^ armonica delle finali, o la tramuta in 3^ armonica?
Corregge nel senso che la attenua grandemente (idealmente, annulla tutte le armoniche di ordine pari).
il pp in classe A ha lo stesso rendimento di un PSE!?
In linea generale, in prima approssimazione, limitandosi strettamente alla classe A1, può dirsi di si.
Ma messa così, solo come rendimento, il paragone non può avere molto senso, secondo me: PSE e PP obbediscono a logiche diverse avendo altri e forse più importanti aspetti da considerare.
Oltre al fatto che tra questi due esistono molti design intermedi o complementari, come il differenziale (vedi circuitazioni WE) o il SEP, ecc...
il pp in classe AB potrebbe compensare la distorzione a tetrodo, ma enfatizza quella della pseudotriodo?
Non è chiara la tua domanda... in prima istanza considera che la distorSione è distorSione (a questo punto non mi sembra più un lapsus digiti, il tuo), qualunque sia il dispositivo attivo considerato.
lo pseudotriodo ha una resistenza interna in genere più contenuta, permette un miglior fattore di smorzamento?
Originariamente inviato da hobbit - 21/02/2007 : 18:25:08
In linea generale, rispetto al tetrodo e al pentodo si: ma che ce ne si fa di un DF più alto dopo che lo si è ottenuto?
Voglio dire, anche qui non si può prescindere dall'applicazione concreta, ed in questo caso coinvolge anche l'interazione con i concreti diffusori con cui si andrà ad interfacciare (se rimaniamo nel campo dell'autocostruzione: industrialmente sono tutto un'altro - pardon, lo stessissimo - paio di maniche). E mi pare che inviti in tal senso li abbia già formulati, con accezioni e modi diversi, lo stesso Giaime.
Per quanto riguarda il fattore di smorzamento consiglierei di leggere (con cura) le seguenti sei paginette, piuttosto risalenti ma sempre altamente "formanti", se non altro perché forniscono una serie di conclusioni che a tutt'oggi paiono ragionevoli (e dunque in via di principio condivisibili, imho).
Sono presenti nella "nostra" biblioteca, e sono opera di uno dei padri dell'acustica "moderna", Edgar Villchur (della mai troppo "compianta" AR):
Il fattore di smorzamento
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Ciao, Luca
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