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Inviato: 13 nov 2005, 23:23
da mauropenasa
Arriva il "bastian contrario" ad inibire la discussione...
Premessa:
OK, Paolo, progettazione, specifiche, il professionista, le normative... Tutto Condiviso, anche se in parte potrei dire che io le norme le supero mooolto meglio con componenti industriali omologati e certificati, come i trafo con tutti i "marchietti" al loro posto.... ( per i non esperti, ogni "marchietto" presente su un componente per tensione di rete costa decine e decine di migliaia di euro e non te lo danno molto facilmente su un "custom"...)
Forse dovremmo dare una immagine più semplificata del mondo del industria, tipo che sono i costi a pesare.
In molti casi una commessa su misura si fa semplicemente per scopi "economici" e il progettista è tanto se è riuscito a garantirsi un equivalente della versione di serie, non un miglioramento... (ma parlo per me, probabilmente io conosco una sezione dell' industria elettronica che non corrisponde alla realtà della maggioranza dei casi...)
Detto questo, e concorde che meno un autocostruttore si deve occupare di questi problemi meglio è, manca sempre il sodo:
Come lo facciamo sto trafo "stellare" ?
- Per un ottimo isolamento da rete ?
- Per una ottima capacità di corrente ?
- Ci concentriamo sulla saturazione magnetica, sull' induttanza serie, o altro ?
Questi argomenti posso essere interessanti, per questo forum.
Io sto a guardare, perchè sono (mi pare) tra i pochi professionisti che non ambiscono a farsi i trafo, consci dei propri limiti in metallurgia ed elettrotecnica applicata....
Attendo con ansia questo piccolo corso di elettrotecnica....
ciao
Mauro
Inviato: 14 nov 2005, 01:46
da mrttg
Inviato: 14 nov 2005, 03:50
da drpaolo
Come ho scritto nel mio precedente post non ha senso concentrarsi sulla qualità del singolo componente (il trsformatore, o altro) in quanto è importante l'equilibrio di tutti i componenti della singola apparecchiatura audio.
Se io progetto un prodotto industriale non mi devo preoccupare di avere i bollini di certificazione sul singolo componente, perchè devo certificare tutta l'apparecchiatura per la sicurezza elettrica e la compatibilità elettromagnetica.
Nulla mi vieta quindi di rivolgermi all'avvolgitore che mi fà il prodotto custom, se questo mi adempie i requisiti che ho citato (sicurezza, prestazioni e prezzo).
Alcune delle misure che obbligatoriamente vanno fatte sui prodotti elettrici ed elettronici riguardano appunto la distorsione della corrente indotta sulla linea di rete dalle alimentazioni e le spurie condotte (sempre sulla rete elettrica) dagli alimentatori.
In questo modo è possibile accorgersi di molti dei problemi di cui qui si parla e si imparano i metodi per mettere in atto le contromisure.
E' per questo che è molto difficile dire all'autocostruttore: "fai così o fai cosà !" in quanto è impossibile, se non si ha ben sotto controllo tutto il progetto, capire dove dovrebbero essere i problemi !
La cosa che ritengo importante, per l'autocostruttore, è di essere ben consapevole che questi problemi esistono e di considerare l'alimentatore come una [/u]parte fondamentale[/u] dell'apparecchiatura audio.
Intanto per cominciare consiglierei, a partire da un trasformatore commerciale di elevata qualità, di progettare l'alimentatore tenendo presenti i parametri del trasformatore di alimentazione (come pure dei diodi di raddrizzamento, dei condensatori, del layout circuitale ecc..).
Per apparecchiature di qualità, come ho già detto, io prediligo trasformatori custom, con schermatura tra primario e secondario, non necessariamente toroidali (il cui avvolgimento a me costa molto e non rende, in termini di minor flusso disperso e di minor spazio occupato in altezza).
Per quanto riguarda il tipo di materiale magnetico, cerco - nelle occasioni in cui mi faccio fare l'avvolgimento - di far usare il meglio, compatibilmente con il costo, anche se, come ho già detto, la tabella di avvolgimento che usa il produttore non è necessariamente quella standard per quel tipo di ferro.
Mi spiace di non essere in grado di dire di più, ma proprio non riesco a sintetizzare tutta la materia e la (poca ? tanta ) esperienza accumulata negli anni di lavoro; questa esperienza, oltretutto, potrebbe forse non essere utile alla progettazione di apparecchiature audio di alta qualità.
Saluti.
Paolo Caviglia
Inviato: 14 nov 2005, 06:13
da plovati
Mi spiace di non essere in grado di dire di più, ma proprio non riesco a sintetizzare tutta la materia e la (poca ? tanta ) esperienza accumulata negli anni di lavoro;
Originariamente inviato da drpaolo - 13/11/2005 : 21:50:57
E tu non risparmiarti! Abbiamo spazio per un articoletto o articolone che sia nella sezione progetti. A me piacerebbe vedere un alimentatore per un amplificatore Single Ended progettato dall'inizio alla fine, trafo compreso. Sarebbe sicuramente originale...
Mauro, probabilmente hai in mente i trasformatori per amplificatori a stato solido, che hanno problematiche e mercato ben diverso da quelli destinati ad accendere le care (in tutti i sensi) lampadine.
Questo mercato è popolato di produttori casual di trasformatori che di certo hanno solo il prezzo spropositato, mentre nulla si sa delle caratteristiche elettriche. Penso che Roberto avesse questo scenario presente durante la scrittura del post.
Secondo la mia limitata esperienza, mai confermata (1) pero' da un confronto serio all'ascolto (test in
doppio cieco nelle
stesse condizioni), un trafo a bassa induttanza di leakage, dimensionato per arrivare a 1.4T max sulla corrente di picco, e 1.1T su quella RMS
con nucleo a doppia C o meglio bilanciato con una singola C, resinato in contenitore di ferro non potrà certo essere deludente
Un'alternativa economica e valida con tutti i bollini per di più sono i trasformatori con nucleo a doppia C usati in automazione. Ci sono dei 230/230 e dei 230/400, oltre ai 230/115+115 utilissimi per valvole a bassa tensione e forte richiesta di corrente (es. 6080).
(1) nel senso che le condizioni di ascolto non erano costanti (spesso le modifiche erano fatte a notet fonda) e anche solo la voglia di sentire un disco piuttosto che l'altro è differente. Inoltre una volta modificata la nostra apparecchiature non si dispone più dell'originale per un confronto diretto, senza contare il fatto che variare l'alimentazione (es. una valvola raddrizzatrice con un'altra) spesso si traduce nel variare le condizioni operative dell'ampli.
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Piergiorgio
Inviato: 14 nov 2005, 18:09
da mauropenasa
OK, cercherò di essere più chiaro e meno "provocatorio".
a) Per la mia idea. il concetto di Paolo, legato all' insieme e non al singolo trafo, non fa una piega, e lo condivido in pieno.
b) Ok per i bollini, ma nel caso industriale, un cui (si presume... potremmo dirne delle belle, su questo campo...) si deve comunque fare un collaudo di certificazione generale. Non è così per autocostruttori e altre realtà, per cui io consiglio comunque in questi casi di affidarsi a materiale "bollato", anche per la loro sicurezza....
c) Le esigenze sono sempre diverse. Se mi serve una varietà di tensioni non standard, di correnti non standard, di flusso non standard, oppure di margine di regolazione (perdite interne) non standard, piuttosto che capacità di isolamento non standard, uno è COSTRETTO a costruirselo, il trafo. Stessa cosa per un trafo di uscita...
Il nodo del discorso potrebbe essere invece la necessità o meno che un dato circuito ha di questi elementi "non standard". Specie quando essi si associano ad un particolare "suono" la cosa si complica, perchè bisogna anche dimostrare dove sta l' inghippo, altrimenti non si fa altro che alimentare le "leggende esoteriche"....
ciao
Mauro
Inviato: 14 nov 2005, 21:26
da nullo
Il nodo del discorso potrebbe essere invece la necessità o meno che un dato circuito ha di questi elementi "non standard". Specie quando essi si associano ad un particolare "suono" la cosa si complica, perchè bisogna anche dimostrare dove sta l' inghippo, altrimenti non si fa altro che alimentare le "leggende esoteriche"....
CENTRATO IL PROBLEMA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Dato che credo nelle favole, nel senso che il mio orecchio percepisce chiaramente delle differenze, come faccio a distinguere chi mi vende l'acqua calda da chi mi vende un buon prodotto, prima di averlo provato e ascoltato?
Non è certo il marchio ma il prodotto a suonare, anche se a volte le cose possono andare di pari passo, se si potessero conoscere meglio alcuni parametri la scelta sarebbe senz'altro più matura.
Ciao, Roberto
Ps scusa Mauro se metto a dura prova il tuo pragmatismo
Inviato: 15 nov 2005, 02:17
da mrttg
Secondo la mia limitata esperienza, mai confermata (1) pero' da un confronto serio all'ascolto (test in doppio cieco nelle stesse condizioni), un trafo a bassa induttanza di leakage, dimensionato per arrivare a 1.4T max sulla corrente di picco, e 1.1T su quella RMS
con nucleo a doppia C o meglio bilanciato con una singola C, resinato in contenitore di ferro non potrà certo essere deludente
Viste le difficoltà che abbiamo a definire i parmetri decisivi legati al suono sviluppa ulteriormente la tua idea... cosa vorresti fare un alimentatore a diodi a vuoto o magari uno con diodi di tipo softfast e il trafo magari avvolto con le tecniche per gli OPT valvolari (magari limitandosi ad un frazionamento minimo??
Mi sembra di ricordadare di avere visto un trattazione su interazione alimentatore e ampli forse su un libro di Menno Vanderveen.
Saluti Mrttg
Inviato: 15 nov 2005, 05:57
da plovati
La mia idea? Ma era la vostra! Un Trafo top per che cosa?
La mia idea è che un trasformatore di alimentazione decente (top o no poco importa, diciamo correttamenet dimensionato) si calcola con i riferimenti riportati (sono pedante lo so) nel sito del progetto primo.
Intercalare e usare nuclei 'chiusi' come i C, i toroidali o i nuovi R serve ad abbattere l'induttanza di leakage: senza questa precauzione è inutile usare diodi fast perchè commuterebbero comunque con il ritardo causato dalla induttanza di leakage (la commutazione non avverrebbe in concomitanza dello zero crossing).
Usare snubber sui diodi è una cosa che si fa per rimediare (diodi ultrafast e poi un ritardo aggiunto?), non credo debba essere presa in considerazione già nel progetto.
Con i materiali odierni si puo' migliorare molto un progetto fatto con i vecchi sani principi. C'è una larga parte di esperienza che va riversata nella tecnologia costruttiva. Un piccolo gap evita una distorsione forte in caso di squilibri della forma d'onda dei 230V, per questo a mio avviso un nucleo da assemblare è da preferire ad un toroide, a pari dimensionamento di flusso. Una struttura bilanciata come un nucleo UI o meglio R permette di ridurre il campo irradiato e aumentare la reiezione ai disturbi esterni. Nel caso di un trafo valvolare lo schermo elettrostatico puo' essere rimpiazzato da un avvolgimento ausiliario con un capo a massa.
In tutti i casi un ingresso induttivo aiuta a disaccoppiare ampli e rete elettrica oltre che avere benefici influssi sul suono a detta dei 'massimi' (non ho esperienza decisiva in merito).
Quali sono i dati da considerare per vedere se un trasformatore soddisfa le condizioni necessarie (ma evidentemente non sufficienti) per essere considerato top? Basterebbe già conoscere il tipo di materiale, l'induzione a cui lavora, la Rdc degli avvolgimenti e l'induttanza di leakage. Avete mai visto qualcuno che fornisce questi dati?
La presenza dei bollini certifica cose differenti (riscaldamento, isolamento, sicurezza, rispondenza normativa dei materiali..), parametri importanti ma secondari rispetto ai dati primari che influenzano il comportamento sonico di un alimentatore.
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Piergiorgio
Inviato: 15 nov 2005, 07:21
da nullo
ROARRRRRRR!!!!!!
L'abbiamo stuzzicato e......comunque questo è parlar chiaro.
Thank Piergiorgio
Ciao, Roberto
Inviato: 15 nov 2005, 08:54
da d_oris
torno al messaggio originale.
si parlava di un trasformatore per un pre-phono con pc86, ovvero al più 10mA (a tirarli) per stadio.
immagino sua due stadi e due canali, quindi 40 mA a più o meno 250V, fa 12W di assorbimento in regime statico, quindi ad andare larghi 25W di assorbimento dinamico.
siamo su correnti che, secondo me, si gestiscono tranquillamente (ovvero con una certa tolleranza sui comportamenti parassiti) con un 100VA (compresi una ventina di VA per i filamenti).
insomma... nel caso specifico non mi farei troppi problemi sulla qualità del trasformatore, quanto sul tenere sufficientemente bassa l'impedenza di tutta l'alimentazione.
Inviato: 15 nov 2005, 13:29
da drpaolo
Basterebbe già conoscere il tipo di materiale, l'induzione a cui lavora, la Rdc degli avvolgimenti e l'induttanza di leakage. Avete mai visto qualcuno che fornisce questi dati?
Concordo pienamente; io infatti, i pochi trasformatori che mi faccio avvolgere per mio diletto, me li faccio avvolgere sulla base di questi parametri.
Che non sono necessariamente quelli migliori, ma sono quelli che
io reputo migliori (o almeno minimi !)
insomma... nel caso specifico non mi farei troppi problemi sulla qualità del trasformatore, quanto sul tenere sufficientemente bassa l'impedenza di tutta l'alimentazione.
Io ho giusto due trasformatori per un progetto simile: uno avvolto bovinamente

da un noto costruttore e uno fatto avvolgere su mie specifiche.
Se volete ve li presto (o ci mettiamo d'accordo su un parametro di prova) e si potrà udire subito l'eventuale differenza (io so già come vanno !

)
Saluti.
Paolo Caviglia
Inviato: 15 nov 2005, 15:16
da plovati
torno al messaggio originale.
si parlava di un trasformatore per un pre-phono con pc86, ovvero al più 10mA (a tirarli) per stadio.
Originariamente inviato da d_oris - 15/11/2005 : 02:54:34
OK, mi sembrava che la discussione riguardasse i trafo in generale. Avendo potenza da sprecare, su un pre io valuterei il suggerimento che Titano continua a dare qua e là: uno stabilizzatore shunt, magari a tubi.
Siccome poi lo stadio da alimentare è composto da SRPP, una ottimizzazione del punto di lavoro permetterebbe di avere richiesta di corrente costante dall'alimentatore, per cui un comportamente migliore di tutat la catena.
In questo caso (stabilizzatore shunt su carico costante) il trasformatore in sè, una volta che non satura e non disperde flusso dovrebbe avere ben poca influenza sull'insieme.
PS: gli stabilizzatori shunt NON CI SONO nel sito del progetto PRIMO..
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Piergiorgio
Inviato: 15 nov 2005, 19:23
da nullo
Marco aveva gentilmente postato questo nella discussione Alimentare i driver, aveva promesso anche una lezione a l riguardo ma... ha detto che è molto impegnato con gli studi... aspetteremo ancora un pò.
Roberto
Inviato: 15 nov 2005, 20:06
da titano
Secondo la mia modesta opinione le valutazioni sui trasformatori di alimentazione non posso prescindere dalle "condizioni al contorno". Tanto per cominciare bisognerebbe valutare prima che tipo di circuito verrà servito dal nostro alimentatore...Mauro ha centrato nel segno con una osservazione che è stranamente passata inosservata:
"Se faccio un ampli "elementare" con basso PSRR (l' esoterismo lo vuole cosi...) con tensioni non stabilizzate, è certo che sento anche il suono del contatore Enel, Ma cosa succede con topologie più "immuni" ?"
La cosa è di non poco conto a mio avvisto. A seconda della diversa applicazione un alimentatore può assolvere a compiti molto differenti e puntare l'attenzione solo sul trasformatore non può che fornire una visione limitata ed incompleta. Tanto per cominciare si dovrebbe valutare che tipo di stadio stiamo alimentando, le caratteristiche di reiezione ai disturbi e soprattutto pensare agli inevitabili loop di corrente che spesso e volentieri si chiudono proprio nel nostro meraviglioso alimentatore. Se state pensando ad un godibilissimo ampli SE minimale forse è meglio che vi prepariate a spendere qualcosa meno per i trasformatori e qualcosa di più per i condensatori di alimentazione...stadio asimmetrico certo, ma i loop ci sono ugualmente e si chiudono proprio dove pensavate di stare al sicuro solo valutando il basso ripple in uscita...
Ho sentito dire che una soluzione plausibile dovrebbe essere quella di abbassare l'impedenza di tutto l'alimentatore...beh certo, ma forse sarebbe meglio valutare anche l'andamento in frequenza, le rotazioni di fase e la presenza di eventuali risonanze. Siamo proprio sicuri poi che i nostri meravigliosi condensatori da 500uF/500V siano capaci di coprire tutta la banda audio senza risentire delle loro componenti parassite?
Inoltre, siamo certi che avere tutto a bassa impedenza sia un bene? O forse sarebbe meglio avere un gate ad alta impedenza che mi separi completamente dalla rete, trafo e raddrizzatori e solo dopo questo punto un circuito di chiusura a bassa impedenza "vicino a massa"? Ci avete mai pensato? Non è meglio andare a massa velocemente invece di far passare il segnale audio anche per il phon che la moglie del nostro vicino sta usando proprio in quel momento?
Io sono convinto che l'influenza dell'alimentatore vada eliminata per passi, a partire da un ottimale PSRR dell'intero amplificatore per arrivare alla gestione dei loop di segnale in modo tale che essi non si debbano chiudere sull'alimentatore. Questo per far si che la progettazione del trasformatore sia libera da vincoli di natura "sonica" e possa esser progettato per ottenere un prodotto efficiente, solido e ben dimensionato senza richiedergli di fare quello che altri stadi possono fare in modo più coerente.
Una breve nota a margine. Il layout fa parte dell'alimentatore ed il suo sbroglio è probabilmente più importante di quanto non lo sia quello della parte di segnale. Viste le impedenze in gioco ed il fatto che un cattivo layout può distruggere la bontà della fase di progettazione, esso va considerato come parte integrante del progetto. Pensate in corrente! Perché non va dove vorremmo noi ma solo dove gli conviene…e spesso è proprio il punto dove non dovrebbe passare.
Io stesso ho notato differenze DRAMMATICHE nei test che ho portato a termine sulle circuitazioni proposte da Callegari su CHF. Per DRAMMATICHE intendo proprio il senso più intimo e profondo del termine...
Il discorso è molto ampio e coinvolge secondo me tutti i blocchi del classico amplificatore a valvole. A partire da un ripassino generale su cosa sia il bias e a che diavolo serve...il quale è direttamente legato alla stabilità della tensione di alimentazione nel 99% dei progetti audio...bella roba.
Apriamo un'altra discussione? Direi che abbiamo vagheggiato più che a sufficienza in questo loco.
Nullo ha ragione...mea culpa, mi ero ripromesso di scrivere qualche nota sulle alimentazioni stabilizzate, cercherò di rimediare nelle prossime sere...
I link che hai postato mostrano il progetto di uno stabilizzatore shunt di livello eccelso. Tanto eccelso da essere piuttosto difficile da montare e gestire, senza contare che il suo costo è notevole. Il problema al momento è che l'opamp utilizzato è fuori produzione, serve il suo sotituto OP656. Il giocattolino, da solo, costa una trentina di euro. I mos della supertex li ho presi in USA, da Mouser.
Sto ancora cercando di racimolare tutti i componenti senza svenarmi…
Secondo me vale la pena utilizzarlo per una realizzazione no compromise nel caso di elettroniche a tubi in classe A. Per uno stadio fono lo vedo come la soluzione ideale.
Personalmente, vista la sua architettura, lo trovo perfetto nel caso si pensi ad una soluzione due telai.
Nel telaio alimentazione potresti mettere trasformatore, raddrizzatori (diodi, i tubi in questo caso servono a poco...) e singolo filtro LC ben dimensionato. Nel telaio principale invece ci starebbero bene il regolatore shunt ed il circuito. Così facendo dovresti dire addio ad ogni problema di interferenza elettromagnetica proveniente dal raddrizzamento e dal trasformatore.
Una soluzione alternativa molto più semplice da gestire ed infinitamente meno costosa è quella di pensare ad uno shunt regulator usando dei diodi a vuoto come la serie OA2 OB2, anteceduta da un buon CCS. Questo tipo di shunt l'ho provato con immensa soddisfazione. Funziona bene c'è poco da fare. I diodi a vuoto sono molto silenziosi e forniscono un percorso di chiusura a massa molto "pronto" (sono sempre in conduzione, a differenza degli elementi regolatori "serie"), breve ed a bassa impedenza. Hanno qualche limite sulle alte frequenze per questo solitamente si bypassano con piccoli condensatori da circa 0.05UF.
Il CCS semplicemente chiude i boccaporti...la sua impedenza è cosi elevata che il circuito audio praticamente non vede l'alimentatore e le correnti di ritorno invece di andare a spasso e lasciarsi modulare da tutto l'alimentatore si chiudono a massa velocemente ed in modo indolore.
Una soluzione economica e funzionale è quella di usare un comune LM317 come generatore di corrente costante bufferato (per l'alta tensione) da un mosfet o un BJT...il classico IRF840 fa il suo dovere senza fare una piega.
Da provare. Non resta che sapere che tensione ti serve e valutare se c'è una combinazione adeguata nella serie standard di diodi a vuoto.
Marco
Inviato: 15 nov 2005, 20:17
da plovati
Io stesso ho notato differenze DRAMMATICHE nei test che ho portato a termine sulle circuitazioni proposte da Callegari su CHF. Per DRAMMATICHE intendo proprio il senso più intimo e profondo del termine...
Originariamente inviato da titano - 15/11/2005 : 14:06:42
Urge 3D apposito
Una soluzione alternativa molto più semplice da gestire ed infinitamente meno costosa è quella di pensare ad uno shunt regulator usando dei diodi a vuoto come la serie OA2 OB2, anteceduta da un buon CC
Originariamente inviato da titano - 15/11/2005 : 14:06:42
S. Questo tipo di shunt l'ho provato con immensa soddisfazione.
Idem, 3D dedicato. Su tuo suggerimento sto provando una soluzione simile su un pre di linea. Ho pero' qualche difficoltà nel dimensionamento.
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Piergiorgio
Inviato: 15 nov 2005, 20:26
da titano
Una soluzione alternativa molto più semplice da gestire ed infinitamente meno costosa è quella di pensare ad uno shunt regulator usando dei diodi a vuoto come la serie OA2 OB2, anteceduta da un buon CC
Originariamente inviato da titano - 15/11/2005 : 14:06:42
S. Questo tipo di shunt l'ho provato con immensa soddisfazione.
Idem, 3D dedicato. Su tuo suggerimento sto provando una soluzione simile su un pre di linea. Ho pero' qualche difficoltà nel dimensionamento.
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Piergiorgio
Originariamente inviato da plovati - 15/11/2005 : 14:17:49
Posta i dati che vediamo che si può fare...
Marco
Inviato: 15 nov 2005, 21:41
da mauropenasa
Titano ha sintetizzato molto bene il mio "pensiero" in merito.
Non trovo nulla da eccepire, e vedo che lui ha le idee chiare. Spero che condividerle in pieno non porti alla "noia" o al "omologazione" di pensiero...
Anche gli altri interventi sono codivisibili, proprio nell' ottica degli elementi di fondo su cui ha puntualizzato Titano (prescindere da un certo circuito ecc...).
Evidentemente si dovrà aprire un' altro 3D su un tema più ampio, come PSU per varie topologie....
Il tema "sfiorato", su le influenze da rete e PSU sul audio è molto complesso e dibattuto, ma qualche "bega" in più non nuoce....
Il mio scetticismo sulle tecniche di dimensionamento pure e semplici nasce proprio dalla mancanza di dati esplicativi, a sostenere le varie tesi.
Io sono certo di essere molto più "sordo" dei miei strumenti, e di non sentire i -100 dB di THD e rumore (soglie su cui girano varie misurazioni standard nelle elettroniche diffuse), ma ciò nonostante tutti siamo in grado di "percepire" differenze tra vari setup.
Da "progettista" penso: che cavolo posso dimensionare se non so quali sono gli elementi che fanno la differenza ?
Ho letto molti interventi in vari forum, Pubblicazioni di vari "luminari", tesi di vario tipo. ma tutti si fermano sugli elementi di base e nessuno va oltre al "cosi suona meglio". (per capirci, lo capisco anche io che uno snubber fa il suo lavoro, in AC, ma dimostrarmelo in DC senza conoscere il circuito specifico è dura... anche per un luminare....)
Hai voglia disquisire sul impedenza del PSU del ampli, Quando non hai il controllo dei parametri chiave, e non sai che pesci pigliare (vedi quesito di Titano: "non è forse meglio alzarla, l' impedenza, per aumentare il disaccoppiamento ?").
ai posteri l' ardua sentenza....
ciao
Mauro
Inviato: 15 nov 2005, 23:57
da plovati
Posta i dati che vediamo che si può fare...
Originariamente inviato da titano - 15/11/2005 : 14:26:14
aperto nuovo 3D :
http://www.audiofaidate.org/forum/viewtopic.php?t=191
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Piergiorgio
Inviato: 22 nov 2005, 01:56
da mrttg
Ciao a tutti,
avrei intenzione di fare un poco di misure indicative e poi naturalmente condividerle... qualcuno ha il piano costruttivo di una LISN (ne avevo uno su di una rivista EMC americana che non trovo).
Grazie in anticipo MRTTG.
Inviato: 23 nov 2005, 16:26
da Larry Lomax
Buongiorno a tutti i vecchi amici e a quelli nuovi. Questo è il mio primo post in questo forum ma sia Marco che Piergiorgio mi conoscono da vecchia data. Ovvero appena mi sono iscritto mi hanno scoperto subito

, consentitemi di fargli tanti saluti.
Ma vorrei ritornare in tema di trasformatori di alimentazione. Premetto che concordo con Titano per ciò che ha esposto. Ma mi permetto di semplificare un tantinello il discorso del trasformatore che alimenta... quello che vi pare. Non vi scandalizzate, i problemi di alimentazione non sono tipici solo ed esclusivamente degli amplificatori esoterici hi-end, ma di tutti gli apparati simili.
Perciò vi pregherei di tenere presente alcuni fatti poco tecnici ma molto filosofici.
I trasformatori di alimentazione a volta fanno pena. Perchè?
Avete pensato ai costruttori commerciali a quale competizione sono sottoposti? Il costo di produzione deve rimanere basso. Voi come costruttori fai-da-te siete soggetti a questa competizione?
Un trasformatore ideale ha un costo adeguato all'apparato da alimentare. A ingegneria ti torturano con i costi e con l'ottimizzazione della produzione. Ma quanti ampli dovete costruire?
Il vostro "bricco" necessita di 10mA a 250Vdc ovvero 2.5W. Scegliete un trasformatore da 2.5W di potenza? Da 25W? O da 250W? Cosa vi farebbe propendere per l'uno o per l'altro? Il prezzo? Sul serio?
Ho letto che qualcuno vorrebbe costruire un trasformatore di alimentazione come un trasformatore di uscita. Perchè? Visto che:
Il trasformatore di alimentazione viene sempre alimentato a 50Hz. Quindi:
Nessun flusso disperso alle alte frequenze, non ci sono!
Accoppiare primario e secondario alternandoli. Per trasferire sul secondario tutte le armoniche di rete e tutti i disturbi che ci circolano alle alte frequenze?
I flussi dispersi a 50Hz dovuti alla saturazione del nucleo. Lo sapevate che maggiore è il carico minore sono i flussi dispersi? Ma solo su trasformatori commerciali. Lo sapevate che quando comprate un trasformatore da 100W questo è stato disegnato con il ferro necessario per il flusso a pieno carico o almeno all'80% del carico nominale e se lo lasciate senza carico si surriscalda il ferro a causa dell'induzione troppo alta?
Quindi più grosso è il trasformatore "COMMERCIALE" non fatto apposta per l'applicazione vostra, più sarà alto il flusso magnetico disperso a parità di carico.
Ma se il trasformatore lo si prende piccolo allora la resistenza e l'impedenza degli avvolgimenti primario e secondario andrà ad inficiare la stabilità della tensione in uscita.
Non continuo per non farvi venire una crisi esistenziale, spero solo di avervi convinto che un buon trasformatore di alimentazione appositamente progettato, sperimentato e costruito per il vostro carico esosterico è importante e nel caso di un alimentatore per un ampli a valvole non è facile trovare un trasformatore di commercio adeguato.
Non è neppure facile trovare chi sa come farlo in modo adeguato anche su vostre specifiche.
Un bel problema eh! :o
Ciao alla prossima.