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Inviato: 21 nov 2006, 16:02
da mr2a3
. . . . . . continuo a cap**la poco!

Ho letto il 3D di Giame “La controreazione, ovvero del Negative Feedback” purtroppo, e ne capisco i motivi visto l’intento didattico, al momento è ancora indietro.
Per questo anziché porre lì la mia domanda, mi sarebbe sembrato un “salto mortale,” ho preferito aprire un 3D nuovo.

Adesso cerco di spiegarmi.

Finche si tratta di applicare la formula non ho problemi.
Arrivo anche al grafichino che di solito accompagna le spiegazioni, intendo quello con la sinusoide perfetta con gobbetta su una semionda che, riportata in ingresso invertita di fase, diventa una sinusoide praticamente perfetta (se il FB è sufficiente).

Quando però provo a “visualizzare” graficamente un caso concreto . . . . torno a zero. :(
Ad esempio se immagino un triodo SE con la sua brava retta di carico già la controreazione di tensione mi dà problemi, non è il meccanismo generico con cui funziona ad essermi oscuro (dove l’ampli guadagna di più ne “riporta indietro” di più ecc. ecc.) quanto l’entità massima di questa riduzione, che mi sembra limitata visto che curve del triodo e retta di carico quelle sono (non parliamo di come si possa “vedere” la riduzione di impedenza di uscita).
A meno che il FB abbia l’effetto di modificare la pendenza della retta di carico, cosa che però nessuno sembra dire, Giame incluso per cui . . . . . . al solito non vorrei trovarmi come Wilcoyote a sterzare essendo già fuori strada :D

Grazie e ciao
Massimo
EDIT: Tremendo il nostro "correttore di parolacce" le becca nche all'interno delle parole :?

Inviato: 21 nov 2006, 17:46
da Giaime
Ciao Massimo!

Beh, immaginiamo dunque il caso di un triodo SE visto come "blocchetto amplificatore": il suo ingresso è la griglia, ed è ad impedenza d'ingresso infinita (modellizzazione... non saltatemi addosso). La sua uscita è l'anodo, e come impedenza d'uscita ha la rp del triodo.

Se applico FB, di fattore B, tra anodo e griglia (tralasciamo per il momento il condensatore, che dovrò necessariamente inserire, poichè griglia e anodo sono a potenziali DC diversi), la "formuletta" dice che il mio amplificatore ha una nuova impedenza d'uscita, data da:

Z' = Z / (1 - A*B)

Nel nostro triodo, se lo carichiamo con un carico Rl, avrà un guadagno "ad anello aperto" pari a:

A = - µ*Rl / (rp + Rl)

Ed ecco che la nostra nuova impedenza d'uscita possiamo esprimerla così:

Z' = rp(rp + Rl) / [rp - Rl*(µ * B - 1)]

Che di solito, per sistemi reazionati negativamente, è inferiore alla normale impedenza d'uscita dello stadio, data da (rp*Rl)/(rp + Rl).

In pratica la cosa la potresti vedere non tanto nel senso che ti altera la retta di carica: sono proprio le curve anodiche a cambiare, e a diventare quelle di un triodo con un mu più basso e rp più bassa. Equivalentemente, potresti anche vederla come una retta di carico più elevata, ma è una forma di stretching mentale che forse ti distoglie da quello che è il reale funzionamento della cosa...

Spero di non aver fatto grossi errori, nel caso correggetemi :)


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 21 nov 2006, 23:52
da mr2a3
Beh, immaginiamo dunque il caso di un triodo SE visto come "blocchetto amplificatore": il suo ingresso è la griglia, ed è ad impedenza d'ingresso infinita (modellizzazione... non saltatemi addosso). La sua uscita è l'anodo, e come impedenza d'uscita ha la rp del triodo.

Se applico FB, di fattore B, tra anodo e griglia (tralasciamo per il momento il condensatore, che dovrò necessariamente inserire, poichè griglia e anodo sono a potenziali DC diversi),


In realtà io pensavo ad un classico SE "due stadi" con FB globale, direi però che il ragionamento generale non dovrebbe cambiare(?), tra l'altro forse mi fa anche comodo visto che mi piacerebbe arrivare a capire l'effetto del Cathode Feedback (vedi trafo di gruppo).
la "formuletta" dice che il mio amplificatore ha una nuova impedenza d'uscita, data da:

Z' = Z / (1 - A*B)

Nel nostro triodo, se lo carichiamo con un carico Rl, avrà un guadagno "ad anello aperto" pari a:

A = - µ*Rl / (rp + Rl)

Ed ecco che la nostra nuova impedenza d'uscita possiamo esprimerla così:

Z' = rp(rp + Rl) / [rp - Rl*(µ * B - 1)]

Che di solito, per sistemi reazionati negativamente, è inferiore alla normale impedenza d'uscita dello stadio, data da (rp*Rl)/(rp + Rl).
Diciamo che "ci arrivo" a livello intuitivo, in realtà provando da solo i passaggi mi aggroviglio con l'algebra :(
In pratica la cosa la potresti vedere non tanto nel senso che ti altera la retta di carica: sono proprio le curve anodiche a cambiare, e a diventare quelle di un triodo con un mu più basso e rp più bassa.
Questa invece la capisco benissimo, se infatti si ha a che fare con una valvola con rp minore i vincoli che vedevo non ci sono più.
Equivalentemente, potresti anche vederla come una retta di carico più elevata, ma è una forma di stretching mentale che forse ti distoglie da quello che è il reale funzionamento della cosa...

Spero di non aver fatto grossi errori, nel caso correggetemi :)


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org




Originariamente inviato da Giaime - 21/11/2006 :  11:46:49
Per il momento i ringrazio, provo a ragionare un po' per vedere se riesco a "farla girare" anche pensando ad uno stadio finale caricato da un trafo e con CF, poi eventualmente richiedo aiuto :D

Ciao
Massimo

Inviato: 22 nov 2006, 02:09
da Giaime
In realtà io pensavo ad un classico SE "due stadi" con FB globale, direi però che il ragionamento generale non dovrebbe cambiare(?), tra l'altro forse mi fa anche comodo visto che mi piacerebbe arrivare a capire l'effetto del Cathode Feedback (vedi trafo di gruppo).

Originally posted by mr2a3 - 21/11/2006 : 17:52:59
Uhm. Col cathode feedback, andiamo a complicare le cose, essendo reazione serie in tensione. Magari sarà l'oggetto di una prossima "puntata" :)

Il SE due stadi con FB globale, presa dal secondario del TU, in questo caso devi vederlo globalmente come un "blocchetto amplificatore": vale ciò esposto prima (anche se le formule si riferiscono ad un altro caso, per cui non c'entrano più), ossia l'impedenza d'uscita diminuisce:

Z' = Z / (1 - A*B)

dove Z era la tua impedenza d'uscita ad anello aperto, A il guadagno open loop (occhio: per far funzionare le equazioni di solito deve essere negativo, per cui se il tuo amp guadagna 20, metti -20), B un numero positivo che indica il rapporto di reazione, ossia nel tuo caso, quanta parte del segnale all'uscita viene riportato all'ingresso.

Scusatemi per le spiegazioni sommarie ma dopo svariate ore di lezione il cervello va in sovradissipazione :x


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 22 nov 2006, 19:38
da Piercarlo
Finche si tratta di applicare la formula non ho problemi.
Arrivo anche al grafichino che di solito accompagna le spiegazioni, intendo quello con la sinusoide perfetta con gobbetta su una semionda che, riportata in ingresso invertita di fase, diventa una sinusoide praticamente perfetta (se il FB è sufficiente).
Fin quando si continuerà a visualizzare la controreazione in questo modo, quasi avesse una "coscienza" degli inviluppi del segnale reazionato, si continuerà a non capire un bel nulla di come funziona.

I circuiti non "vedono" forme d'onda ma solo valori istantanei di tensione o corrente su cui si regolano di conseguenza. Di tutto il resto il circuito non ha alcun tipo di "percezione" e non può averne...

Provate a visualizzare lo stato del circuito istante per istante; *tenendo conto di tutti i fattori in gioco - soprattutto, nel caso di retroazione, dei ritardi di adeguanto del segnale di uscita rispetto a quello di ingresso - e guardate un po' cosa succede. Alle formule pensateci dopo...

Ciao
Piercarlo

Inviato: 22 nov 2006, 20:14
da mauropenasa
I circuiti non "vedono" forme d'onda ma solo valori istantanei di tensione o corrente su cui si regolano di conseguenza. Di tutto il resto il circuito non ha alcun tipo di "percezione" e non può averne...
Vero,
questo concetto, specie legato alle varianti di reazione come nel caso in questione di reazione corrente/tensione, si capisce meglio ragionando come "contrapposizione di forze" in campo, istante per istante, più che come "coefficienti di reazione" numerici....

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 22 nov 2006, 22:00
da Giaime
si capisce meglio ragionando come "contrapposizione di forze" in campo, istante per istante, più che come "coefficienti di reazione" numerici....

Originally posted by mauropenasa - 22/11/2006 : 14:14:29
Ma di fatti Mauro: si dà per scontato che uno abbia "l'idea" di cosa sta succedendo lì dentro, ossia che il tal triodo non vede più il segnale all'ingresso, ma un segnale più piccolo perchè... etc etc. Pensavo fosse più o meno chiaro il concetto "spannometrico", anche perchè è quello ahimè più difficile da comunicare tramite parole scritte in un forum.


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 23 nov 2006, 06:01
da mr2a3
Non vorrei aver dato un'impressione sbagliata, che i circuiti vedano solo valori istantanei mi era chiaro fin dall'inizio, il mio problema era come costruire la retta di carico di una valvola finale, per semplicità un SE, in presenza di controreazione.

E la spiegazione di Giame mi ha aiutato, anche se non sapendo come ottenere queste "nuove curve" ho semplicemente rimosso un vincolo.
Anche per questo (forse) speravo che in qualche modo a variare fosse la retta di carico, così infatti avrei potuto facilmente costruire un grafico anche in presenza di feedback.

Ciao
Massimo

Inviato: 23 nov 2006, 06:06
da Piercarlo
Ma di fatti Mauro: si dà per scontato che uno abbia "l'idea" di cosa sta succedendo lì dentro, ossia che il tal triodo non vede più il segnale all'ingresso, ma un segnale più piccolo perchè... etc etc. Pensavo fosse più o meno chiaro il concetto "spannometrico", anche perchè è quello ahimè più difficile da comunicare tramite parole scritte in un forum.
Il guaio è che il modo in cui si presenta solitamente la controreazione con le sue care formulette, spesso fa perdere di vista che esse tendono a dare un risultato "finale" e non la percezione per così dire "intima" di come il circuito lo raggiunge. Un po' come quando si dice che un elemento reattivo "sfasa" un segnale. Sì, *alla fine* il risultato della sua azione è uno sfasamento delle componenti di un segnale ma nel mentre questo sfasamento si attua istante per istante quello che conta è solamente la velocità con cui varia lo stimolo a cui viene sottoposto (in tensione o in corrente) quell'elemento reattivo. Dal punto di vista delle formule non cambia ovviamente niente ma dal punto di vista per così dire dell' "insight" che si ha del comportamento di un circuito può cambiare veramente molto - al punto da condizionarti sulle scelte che puoi adottare o meno per far fronte a un problema (o, alle volte, anche per decidere di *non* farvi fronte).

E' tardi non posso "spandermi" più di tanto... ;-)

Buonanotte!
Piercarlo

Inviato: 23 nov 2006, 06:23
da Piercarlo
Non vorrei aver dato un'impressione sbagliata, che i circuiti vedano solo valori istantanei mi era chiaro fin dall'inizio, il mio problema era come costruire la retta di carico di una valvola finale, per semplicità un SE, in presenza di controreazione.
In linea di massima credo che possa aiutarti in queste cose una considerazione di fondo: la controreazione può essere, in ciascun istante, solo additiva (in senso algebrico): non può fare prodotti di alcun genere.

Cosa significa questo? Che se tu vedi una qualsiasi funzione di trasferimento come un problema di derivate, la controreazione può agire soltanto aggiungendo o togliendo *costanti* che possono sì "appiattire" (o espandere se è positiva) le variazioni di quella funzione ma non ne può cambiare il comportamento qualitativo (almeno fino a quando lo scambio di energia che avviene all'interno dell'anello non diviene rigenerativo... ma è un altro discorso). La tua retta di carico sotto retroazione sarà la stessa che senza retroazione semplicemente con le sue variazioni opportunamente scalate e "appiattite", niente di più. Il che, visto dall'esterno, apparirà, entro certi limiti, "come se" il circuito di uscita avesse un'impedenza di generatore più bassa... cha va benissimo fintanto che si tiene a mente che è un comportamento "come se fosse" e non un "come è" realmente.
Quando ci si dimentica di questo "cavillo" si può andare incontro a sorprese... e anche qualche guaio o "stranezza" come circuiti che, pur apparendo al mondo esterno con le stesse caratteristiche nominali poi suonano in modo "incomprensibilmente" diverso.

Sperando di non aver detto troppe cavolate....

buonanotte! :-)
Piercarlo

Inviato: 23 nov 2006, 06:40
da Piercarlo
In linea di massima credo che possa aiutarti in queste cose una considerazione di fondo: la controreazione può essere, in ciascun istante, solo additiva (in senso algebrico): non può fare prodotti di alcun genere.
Mi vien da aggiungere. Finché un circuito controreazionato si può trattare senza tener conto di problemi di tempi di reazione e stabilità ad essi connessi, la controreazione può essere pensata come un mezzo per spostare il peso, nelle equazione che descrivono il comportamento del circuito, dalle variabili alle costanti, facendo diventare numericamente preponderanti queste ultime. Alla fine tutti i vari "effetti" delle forme classiche di retroazione (serie, parallelo ecc.) si possono ricondurre a questo semplice fatto. Il "serbatoio" che fa da contrappeso "costante" alle variabili del circuito è naturalmente il guadagno ad anello aperto che è un gran ben di Dio finché rimane... costante. Altrimenti succede che la parte costante di questo guadagno (la sua media in effetti) deve controreazionare la parte "incostante" di questo stesso guadagno ad anello aperto. Questa "autocontroreazione" su se stessa, quando il guadagno ad anello aperto è elevato e lo è anche il guadagno di anello, non va a intaccare più di tanto le prestazioni "classiche" migliorative della NFB (banda passante e impedenze) ma va a compromettere di brutto la costanza del lavoro di "appiattimento" delle variabili, incluse soprattutto (ma non solo) le distorsioni.

In soldonissimi è in effetti come lavorare con un tasso di retroazione *effettivo* minore di quello atteso... con tutte le conseguenze del caso.

Ribuonanotte (per davvero...)

Ciao
Piercarlo

Inviato: 23 nov 2006, 16:13
da mauropenasa
Massimo, ti faccio io una sintesi veloce della situazione:

Come ha cercato di spiegare anche Giaime, il prima ed il dopo dell'azione del classico feedback in corrente catodico (o di emettitore o di source) è sintetizzabile (mi si permetta la semplificazione) come un' appiattimento della curva di trasferimento, ossia riducendo la transconduttanza (o transimpedenza in altri casi) di un fattore proporzionale a quello di reazione.

Ipotizzando di avere un dispositivo che ha una trasconduttanza di 10mA/V senza reazione, con una reazione di 6dB, ossia un rapporto di reazione di 2, avrai un dispositivo con 5mA/V.
Questo, come dice Giaime, porta ad una dilatazione delle curve Vg versus Ia.
Se si prende come riferimento i grafici postati nel preconcetto, si ha una spaziatura orizzontale di n quadretti, e Pergiorgio ha tracciato le sue rette di carico su di essi. Se si ipotizza di applicare una degenerazione di 2, avremmo lo stesso grafico, che lavora nella stessa zona intermedia scelta da Piergiorgio, ma con una spaziatura "dilatata", per cui per ottenere uno swing di corrente anodica uguale a prima si deve raddoppiare lo swing di tensione di griglia.
La retta di carico, graficamente, tenderà a diventare pià orizzontale, perchè le spaziature di Vg raddoppiano, mentre la Ia resta sostanzialmente invariata.....
Di per se questo non è una cosa particolarmente utile in se, ma la cosa bella di questa azione è che in pratica si migliora la "precisione di correlazione tra le 2 grandezze" senza uscire dal range ipotizzato come valido senza reazione.
Ovviamente sia la riduzione virtuale della impedenza interna che le altre dinamiche rendono le condizioni di carico del circuito migliorate (sempre stando sul preconcetto), perchè essendo la retta di carico di base più piatta, esiste un margine maggiore di "angolo" prima di arrivare a condizioni di veriticalità critiche (verticalità = sforare in zona non lineare, quella della parte bassa molto incurvata)
Il discorso è un poco contorto ma graficamente si vedrebbe meglio...

Resta vero che anche graficamente si può intuire che tanto più si ha guadagno in origine tanto più è possibile rendere precise le curve, invece in casi con poco margine di guadagno i problemi tendono semplicemente a venire "traslati" in alcune zone del grafico, per cui i vantaggi si devono centellinare...

Scusate per la cattiva esposizione (su un triodo poi.... già tanto che io riesca a vederci dentro qualcosa.... :D )

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 23 nov 2006, 17:49
da Giaime
Uhm, il buon Mauro mi mette in confusione :)

Stiamo un po' confondendo i 3 tipi di feedback di cui abbiamo discusso. Dunque:

- Massimo nel primo post si riferiva ad un feedback parallelo in tensione, ossia preleva una tensione sul secondario del TU e la re-immette (scalata) all'ingresso dell'amplificatore, ossia al catodo della valvola driver della finale;

- E' più o meno equivalente a quanto ho descritto io, parlando di reazione anodo-griglia: in questo caso non c'è di mezzo la valvola driver, ma il discorso è equivalente, seppur col distinguo dell'impedenza d'ingresso che si comporta in modo diverso in quel caso (scaricando i problemi sullo stadio driver...);

- Poi si è menzionato il CFB: feedback serie in tensione, ma non ne abbiamo discusso;

- Alla fine Mauro, al quale va il mio ringraziamento per la luce che getta tra noi, menziona la reazione dovuta alla classica resistenza di catodo non bypassata, ossia reazione serie in corrente.

Argh!! Facciamo un po' di chiarezza!!! 8)


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 23 nov 2006, 18:22
da mauropenasa
Hai ragione, Giaime,
io ho spiegato la reazione tipica corrente tensione da "resistenza catodica".

Di per se le cose (viste come conseguenza di reazione applicata) non cambiano molto, nel senso che nel mio caso "dilatiamo le curve" agendo direttamente sulla polarizzazione di griglia (alla fine della fiera), mentre nel caso tensione tensione (o anodica -griglia) succede la stessa cosa, nel senso che alla tensione di griglia effettiva si viene a sottrarre una "porzione di tensione" prelevata dalla uscita, solo che nella questione ci mettiamo dentro sia i problemi di miller che quelli legati al fatto di mettere maggiormente in gioco le dinamiche di trasferimento del dispositivo....

In sintesi, nel mio esempio la transconduttanza viene ridotta partendo dal parametro chiave di essa, la corrente, nel caso di reazione anodo-griglia si riduce non la transconduttanza in quanto tale ma il guadagno in tensione che essa genera su Ra.

ovviamente dovrei andare su un terreno a me più consono, almeno i BJT o le celle operazionali, per dare indicazioni che non siano al limite del grottesco.... :oops:

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 24 nov 2006, 05:51
da Giaime
Invece quando NON parli del tuo campo sei sempre chiarissimo!!! :o

:D :D


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 24 nov 2006, 16:17
da mr2a3
Grottesco?

Sarà ma a me sull'argomento sembrano le spiegazioni più chiare che ho ricevuto/trovato sul web o sui libri (da autodidatta) che ho letto.
A partire dalla "rievocazione" del ruolo delle costanti nelle derivate, cose che non maneggiavo dai lontani tempi dellle scuole superiori, per me quasi da lacrimuccia :)

Giame direi che quando avrai tempo di riprendere il 3D didattico sulla controreazione, se integrerai questa "visione dall'interno" di Piercarlo e Mauro farai qualcosa di realmente nuovo rispetto a quanto disponibile su CHF ecc. ecc.

Grazie a tutti!
Massimo

Inviato: 24 nov 2006, 16:56
da Giaime
Giame direi che quando avrai tempo di riprendere il 3D didattico sulla controreazione, se integrerai questa "visione dall'interno" di Piercarlo e Mauro farai qualcosa di realmente nuovo rispetto a quanto disponibile su CHF ecc. ecc.

Grazie a tutti!
Massimo


Originally posted by mr2a3 - 24/11/2006 : 10:17:07
Certo Massimo, sarebbe il momento. Se tutto va bene, durante le feste di Natale avrò di nuovo tempo per lavorarci (se passo gli esami al primo turno: sennò...).
Mi segno il titolo di questo thread, per futura referenza :)


Saluti termoionici
Giaime Ugliano

http://giaime.altervista.org

Inviato: 28 nov 2006, 05:14
da Piercarlo
Giame direi che quando avrai tempo di riprendere il 3D didattico sulla controreazione, se integrerai questa "visione dall'interno" di Piercarlo e Mauro farai qualcosa di realmente nuovo rispetto a quanto disponibile su CHF ecc. ecc.
In attesa che Giaime raggiunga felicemente le vacanze natalizie senza l'incubo di esami da rifare, ne aprofitto per dare un suggerimento: mi piacerebbe che invece di trattare la controreazione nel solito modo, con la solita classificazione in tipi e il solito corredino di formulette, ci si provasse un po' ad approfondire "l'insight" su quello che secondo me è il vero *cuore* di un sistema retroazionato - cioè la creazione di un anello che trasforma un accrocchio di componenti in un *sistema* con regole proprie, dovute proprio al fatto che *costituisce un sistema* che, pur appoggiandosi alle proprietà dei componenti che fanno parte di tale sistema (guadagno di potenza, risposta in frequenza ecc.), ne costituiscono però una sovrastruttura con *vita propria*.

Il paragone che mi viene più spesso in mente per descrivere il tipo di "salto" qualitativo che avviene tra "prima" della costituzione dell'anello e "dopo" di essa, è quello della connessione in un circuito chiuso di induttanze e capacità che da vita ad un sistema - il circuito risonante - i cui comportamenti, pur appoggiandosi alle proprietà fisiche degli elementi che lo compongono (e che rimangono di per sé immutate), sono peculiari proprio al suo essere circuito risonante, che esistono fintanto che esiste il circuito: altrimenti condensatori e induttanze ritornano ad essere semplicemente se stessi senza altre conseguenze.

La faccenda potrebbe sembrare un invito a fare accademia ma:

1) da questa faccenda dipendono le caratteristiche e le modalità di un *grosso* problema potenzialmente presente in qualsiasi circuito retroazionato, quello della stabilità (al punto che qualcuno una volta mi ha detto: "un circuito retroazionato incondizionatamente stabile è un circuito: (a) spento; (b) guasto; (c) morto").

2) Questa stessa faccenda sposta sotterraneamente, in un circuito, l'accento dalla sua risposta in frequenza alla sua risposta temporale che più o meno si assomigliano finché lo stimolo a cui viene sottoposto il sistema è più lungo dei tempi di risposta di quest'ultimo (e gli da quindi il tempo di assestarsi) ma si somigliano sempre meno via via che i tempi di stimolo e di adeguamento allo stimolo divengono sempre più direttamente confrontabili se non sovrapponibili.

3) Anche se per evitare di incorrere in instabilità, il guadagno dei circuito viene regolato in modo tale che quando lo stimolo raggiunge velocità pericolosamente troppo vicine a quelle di reazione proprie del sistema, rimane il fatto che, a rigore, non si può veramente parlare di "stabilità assoluta" di un circuito retroazionato ma solo di stabilità *relativa* cioè il circuito si può definire relativamente stabile fin quando gli stimoli provocano (come *non possono fare a meno di provocare*) inneschi che si estinguono in tempi tali da non danneggiare la risposta del sistema ma non può *mai* essere assolutamente stabile, cioè privo di inneschi. Non lo può essere *proprio* perché è un circuito controreazionato.

4) Ho il forte sospetto che buona parte dell'arricchimento spettrale della distorsione che si verifica in un sistema controreazionato, più che dipendere dal "ricircolo" di componenti sinusoidali che costituiscono lo stimolo (ricircolo che in effetti non c'è, almeno nei termini in cui viene lasciato intendere di solito: un circuito non ha memoria della sua vita e "sente" solo il presente delle condizioni istantanee in cui si trova - ha però una "memoria" legata ai suoi tempi di reazione, altrimenti il problema della stabilità non si porrebbe neppure), dipenda anzitutto dalla produzione di questi "microinneschi" che, soprattutto ad alta frequenza, costituiscono a tutti gli effetti una sorta di "alone" di rumore aggiunto al segnale che, in presenza di segnali diversi da toni sinusoidali puri, porta, imho, alla generazione di componenti nuove della distorsione di intermodulazione la cui entità assoluta potrebbe dipendere non tanto dalle frequenze che compongono lo stimolo quanto dalla velocità con cui varia il suo inviluppo nel tempo.

Mi fermo qua... Ora tirate fuori i cannoni se volete... ;)

Ciao
Piercarlo

Inviato: 28 nov 2006, 20:01
da mauropenasa
Piercarlo,
Cerco di sintetizzare il pensiero di molti frequentatori di forum non necessariamente avvezzi alle problematiche superiori del NFB:

E....quindi....che conclusioni ne devo trarre.... dalle tue analisi ?

Ossia, come mi devo comportare per introdurre un NFB senza incorrere in problemi enormi ?

Tempo frequenza ed ampiezza: come le combino per ottenere un sistema reazionato che stia insieme in banda audio ?

Io credo che non si possa prescindere dal cercare di spiegare come si sviluppa un calcolo di massima di dimensionamento NFB, preliminarmente, come tenta di fare Giaime, spesso in vece di altri "più quotati" frequentatori.

Sicuramente avremmo 4 formulette, ma se intrise di ragionamenti potrebbero essere interessanti. Ad esempio, l' applicazione anche elementare del famoso quadripolo reazionato, in alcune sue varianti accademiche determina una funzione di trasferimento completamente diversa, con tanto di prestazioni dinamiche stravolte.

Chiaramente i frequentatori di questo forum prediligono una infarinatura che gli permetta di capire qualche rudimento, non ambiscono a disquisire su tematiche superiori, che coinvolgono pure una matematica ed una analisi superiore.

ciao

Mauro
http://www.webalice.it/mauro.penasa/index.html

Inviato: 28 nov 2006, 22:36
da Piercarlo
Chiaramente i frequentatori di questo forum prediligono una infarinatura che gli permetta di capire qualche rudimento, non ambiscono a disquisire su tematiche superiori, che coinvolgono pure una matematica ed una analisi superiore.
Nemmeno io ambisco alla matematica superiore o "roba" simile. Non la so e solitamente non mi è mai servita a comprendere le cose prima ma semmai le cose comprese prima mi sono servite poi a capire cosa mai volessero dire i matematici... Le considerazioni che ho fatto sopra le ho raggiunte usando unicamente l'immaginazione per cercare di capire meglio le cose che avevo sotto il naso. In un certo senso il mio messaggio vero è questo: usate quanto più potete l'immaginazione! :)

Ciao
Piercarlo

Inviato: 28 nov 2006, 23:53
da Piercarlo
Ossia, come mi devo comportare per introdurre un NFB senza incorrere in problemi enormi ?
Mah... secondo me la controreazione o se ne applica tanta (per compensare anche i suoi stessi effetti nocivi) oppure è meglio non applicarla affatto perché fa più danni che altro. Nel vecchio thread di giaime vi era inserito un grafico di Baxandall che, del tutto inaspettatamente, ha confermato questa mia impressione.

A proposito... qualcuno sa se da qualche parte esiste una raccolta degli scritti di Baxandall? Sono anni che cerco di leggere qualcosa di sostanzioso di suo (magari libri se ne ha fatti!) e non lo trovo mai! :oops:

Ciao
Piercarlo