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Inviato: 10 mar 2007, 15:20
da plovati
Egregio prof. Bassanelli,

nessun astio da parte mia, solo una rassegnata certezza: quella che non avrebbe compreso.
Diversi suoi interventi scritti (la conosco esclusivamente attraverso quello che lei stesso scrive) denotano infatti un rifiuto aprioristico di capire le ragioni di chi si sente deluso dal tanto strombazzato nuovo corso di CHF.
Ad alcune critiche puntuali circa la QUALITA' della rivista, le contrappone dei NUMERI. Non sono in discussione quelli, ma già che se ne fa scudo, le consiglio di citare delle cifre realistiche: mi pare veramente improponibile sostenere che in Italia ci siano più di 20mila DONNE che leggono CHF, secondo i sui dati (disponibili sul sito Blupress). Molti iscritti di audiofaidate sarebbero ben felici di conoscerne anche solo 10!

La proposta di collaborazione tra CHF e forum, puo' concretizzarsi solo nella sponsorizzazione da parte sua di alcuni momenti di incontro, seminari tecnici, dimostrazioni, incontri con i progettisti della scuderia CHF. Non certamente nell'inviare articoli, cosa che riguarda il singolo e che alcuni iscritti ad audiofaidate già fanno.

L'occasione di aprire una vetrina sul mondo dell'autocostruzione (non Kit) al Top Audio dovrebbe essere una priorità per una rivista portabandiera dell'autocostruzione audio, come CHF.
Ho già provato a chiedere ad APAF la disponibilità di una sala al Top Audio dell'ultima edizione, ma non mi hanno nemmeno degnato di una risposta.
Evidentemente serve un patrocinio di altra caratura, pertanto speravo in una sua adesione a questa proposta.
Mi spiace non l'abbia ritenuta degna di essere supportata.

Magari audioreview... :)

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Piergiorgio

Inviato: 10 mar 2007, 15:41
da mariovalvola
Prima di congedarmi da voi, credo di dovervi qualche risposta oltre a fornirvi qualche ulteriore spunto di riflessione. Anche perché, leggendo i vostri commenti, emergono diverse note critiche assai pungenti sulla mia persona e sulla mia rivista.
Su di me molto si può dire, giacché faccio il mestiere di giornalista da oltre 23 anni, l’imprenditore da oltre 19 anni e l’editore da più di 12 anni, dando lavoro a una dozzina di persone e ad oltre 80 collaboratori. Chi si diletta a criticare dovrebbe prima dimostrare di saper fare quello che gli altri, secondo lui, fanno male. Altrimenti è tutto troppo facile e molto comodo…
Se lei andasse in banca lamentandosi della qualità servizio e si sentisse rispondere che per criticare una banca bisogna sapere fare i banchieri?

Deve sapere cucinare e gestire una trattoria per esprimere il parere su un pranzo non esemplare?

Per testare e giudicare un apparecchio audio, molti suoi giornalisti, lo sanno forse progettare e costruire?

Devo , quindi concludere che per criticare la Sua Rivista e quello che scrive, bisogna essere editori, e/o avere un curriculum vitae sovrapponibile al Suo?

:D :D



Mario Straneo

Inviato: 11 mar 2007, 00:16
da d_oris
egr. prof. Bassanelli
sono uno di quelli che, in questi anni, hanno continuato ad acquistare CHF per inerzia.
qui sul forum ce ne sono tanti altri, forse tantissimi altri.
ho continuato ad acquistarlo perchè in fondo 5 euro al mese erano una giusta 'sottoscrizione' per portare avanti un progetto editoriale al quale molti di noi devono l'alfabetizzazione.

ora che mi sono sentito uno dei centoeoltremila di cui lei si fa scudo, ho capito che il mio compito è finito. CHF è ridecollato, viva CHF. Viva il direttore che inconsapevolmente si è dato la zappa sui piedi davanti a quelli che in questi anni hanno prima contribuito ai risultati e poi se lo sono sentiti anche rinfacciare.

l'edicola di via massarenti a Bologna (dove mi sono sempre rifornito) non venderà più quell'unica copia che riceveva e che mi aspettava lì ogni mese.

Dario

una domanda ancora: ma dove sono le 20mila donne?
io conosco decine ingegneresse elettroniche e tutte ogni volta che passano per casa mia mi dicono: carine quelle lampadine con i tubetti vicino, a che servono? a parte il dato surreale, a quale inserzionista pubblicitario può interessare questo dato?

Inviato: 11 mar 2007, 00:36
da MBaudino
io conosco decine ingegneresse elettroniche


Originariamente inviato da d_oris - 10/03/2007 :  18:16:33
Parlando di cose serie, le porti al contest?
Mauro :)

Inviato: 11 mar 2007, 01:25
da d_oris
le ingegneresse no. hanno in genere sembianze di ominidi. peraltro quelle della mia generazione cominciano ad essere vecchiotte. bisogna chiedere ai più giovani allievi ingegneri, mi dicono che le nuove generazioni siano più affrontabili.

D.

Parlando di cose serie, le porti al contest?
Mauro :)


Originally posted by MBaudino - 10/03/2007 : 18:36:06

Inviato: 11 mar 2007, 02:29
da gluca
un torinese
Torinese a chi? Pelato si ... ma torinese no. Diciamo esiliato a Torino (quando ci sto). Bella città trallaltro ... molto migliorata nella forma e nella sostanza rispetto agli anni dell'università.
carine quelle lampadine con i tubetti vicino
Ho verificato che le 866A piacciono molto al gentil sesso (anche a me a dire il vero)
Grazie per l’apertura di fiducia
La concedo a tutti per carattere e forma mentis. Com'è tormentato il mondo dell'audiofilia italiano! Scopro leggendo qua ed altrove di vere e proprie rancorose faide ... Ma perchè? E' un hobby per pazzi?
Ho già provato a chiedere ad APAF la disponibilità di una sala al Top Audio dell'ultima edizione, ma non mi hanno nemmeno degnato di una risposta.
Non mi meraviglia la (non) risposta. In fondo l'autocostruttore è un cliente in meno perso dai produttori professionali e tutto sommato il materiale autocostruito a volte ha un impatto sonoro non malvagio se paragato agli apparecchi "hi-end" ... vorrei proprio vedere come la prenderebbero se il tuo preconcetto facesse sfigurare un pre blasonato. D'altra parte, probabilmente la maggior parte dei clienti audiofili anzi hi-endofili snobberebbero lo stand degli autocostruttori. Non credo che il Top Audio possa avere alcuna utilità ad ospitare un gruppo di scapestrati saldatori.

Per fortuna c'è l'autocontest

Have a nice day.
Gianluca





---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 13 mar 2007, 04:21
da Piercarlo
CHF, CHF, CHF... Io sono uno di quei lettori che l'ha sempre comprata per una sola onesta ragione: è, con tutti i suoi MOLTI difetti, l'unica che c'è. A ciò aggiungo pure che le riviste di elettronica ed alta fedeltà che compravo con entusiasmo, certe volte con vera e propria libidine, sono morte e sepolte da decenni: "CQ Elettronica" (grossomodo fino al 1982; dopo divenne un qualcosa che con la vecchia rivista aveva in comune soltanto la testata) e "Audiovisione", che chiuse i battenti nel '78-79 dopo una manciata di anni in edicola. Tutto quello che è venuto dopo (o ha continuato dopo) si è dissolto nel veleno più insidioso che può prendere una rivista settoriale tecnica o scientifica: LA NOIA - Tutte le riviste per passioni "specializzate" sono diventate nel corso degli anni regolamrente NOIOSE, RIPETITIVE e in definitiva POCO INTERESSANTI.

Salvo qualche sporadica fiammata di articoli stimolanti, la maggior parte delle uscite di queste riviste per appassionati e hobbisti (di cui CHF è solo il rappresentante di uno specifico settore ma che, nelle linee generali, segue la stessa china delle altre) ti lasciano alla fine della lettura con un solo commento muto: "che l'ho comprata a fare? Dov'è il sugo?"

Non è un "veleno" che riguarda solo le riviste per hobbisti; "Le Scienze", rivista un tempo da me seguita con passione, è divenuta negli ultimi anni una rivista sempre più improntata alla "scienza immagine" e "scienza spettacolo" e quindi sempre più illeggibile. La stessa fine ha cominciato a farla anche quella che un tempo era la regina delle riviste di elettronica: Electronic World. Che è ancora regina semplicemente perché non ci sono altri pretendenti al trono e non per qualità intrinseche che sono andate sempre più sbiadendo nel tempo.

Per l'idea che mi sono fatto, il motivo del declino di qualità di quasi tutto questo comparto di riviste, risiede in un solo "puntone": da veicolo di informazione e di FORMAZIONE sono diventati veicoli di rappresentanze e diatribe professionali più o meno corporative, che dibattitono di problemi settoriali e professionali di cui all'hobbbista e all'appassionato non gliene può fregare di meno (ed è il caso de "Le Scienze" e in parte di "Electronic World" che, da rivista si sta sempre più rapidamente trasformando in un bollettino specializzato di settore, dello stesso genere di specializzazione - e di superficialità - che caratterizza per esempio i contenuti di un giornale finanziario) oppure sono diventati dei prodotti fini a se stessi (e questo è il caso di CHF e di altre riviste concepite con lo stesso taglio editoriale: la "rivista-minestrone") che, al di là dei titoli e dei più o meno buoni propositi dichiarati, non hanno nel loro progetto editoriale nessuna missione culturale specifica per il settore ma soltanto la finalità di vendere se stesse un numero dopo l'altro.
Da veicolo di formazione/informazione sono diventate semplicemente un *prodotto da vendere*. Da qui la formula "rivista-minestrone" che, come i bricocenter, cercano di dare l'aria di offrire di tutto quando di *completo* per uno specifico argomento o settore NON C'E' PROPRIO NIENTE.

Al Brico, già che ci sei andato, comunque qualcosa comperi, fosse anche solo un sacchetto di rondelle. La rivista--minestrone comunque la comperi anche se poi di quello che c'è dentro ti interessano giusto due pagine (perlopiù volutamente incomplete sotto il profilo dell'argomento che interessa, visto che se si "completa" il numero dopo rimarrà invenduto... a conferma del fatto che questo genere di riviste sono concepite, sotto il profilo culturale, solo come un prodotto, SENZA ALCUNA IDENTITA' da proporre ai propri lettori/interlocutori e sulla base della quale costruire un rapporto duraturo e continuativo con essi).

Se questo continuerà ad essere l'andazzo per questo tipo di riviste, potranno cambiare le gestioni, le coreografie grafiche degli impaginatori e tutti gli orpelli che solitamente si cambiano per non cambiare niente, ma queste riviste continueranno ad essere come minimo INSODDISFACENTI per chi le compra... che prima o poi, uniche o no, finirà per abbandonarle e basta. Se nel piatto ti lasciano da mangiare solo scarti e schifezze prima o poi quel piatto lo lasci lì ad andare in malora da solo, anche se il convento non te ne passa un altro. Ci sono, in questa come in tutte le cose, limiti arrivati ai quali dici: "adesso basta".

Provo a immaginare cosa farei io se potessi "lanciare" una rivista come CHF. Anzitutto comincerei a dare la caccia ai VERI esperti del settore (che possono essere, ma non necessariamente sono, personaggi già noti o popolari: l'accento deve essere posto sulla COMPETENZA, non sulla popolarità) e gli proporrei almeno di fare da "referee" per la rivista: detto in altro modo di assumersi l'incarico di giudicare, tra il materiale che arriva, quello che scientificamente sta in piedi dalla spazzatura da cestinare Magari un referee per ogni argomento specifico (per gli amplificatori, i preamplificatori, i diffusori, il digitale e altro) i cui meriti per giudicare la qualità del lavoro entrante siano, per quanto attiene il loro settore specifico, documentati, riconosciuti e indiscussi.

E a capo di tutto ci metterei una persona che abbia chiaro tutto il quadro dei legami e delle interazioni tra i componenti del settore che deve supervisionare. Per esempio a capo di una rivista di astrofisica, in grado di dare una DIREZIONE al lavoro della rivista stessa, ci metterei Margherita Hack, non altri. Che poi si faccia vedere una volta ogni due mesi non ha importanza: ciò che è importante è che contribuisca, con la sua azione e presenza, a definire una IDENTITA' senza la quale anche la miglior rivista diventa solo un mucchietto di carta rilegata.

Dare un'identità a una rivista significa in un certo qual modo trasformarla in una "persona" che HA UNA STORIA DA RACCONTARE E DA VIVERE PER SE E PER GLI ALTRI. E' questo che ti fa CORRERE all'edicola per cercare il prossimo numero, dove appunto continua *il resto della storia*. E storia non è un'accozzaglia di aneddoti a puntate. O, se proprio deve esserlo, deve esserlo all'interno di una cornice di orientamento come lo sono, per esempio, i racconti delle "Mille e una notte": un racconto che contiene altri racconti legati da un filo conduttore organico e non messi insieme a casaccio.

Per fare questo bisogna trovare UN personaggio che costituisca l'ossatura di questa "identità" e che dia le direttive su dove e come far procedere "la storia" da raccontare attraverso la rivista. Che poi significa trovare qualcuno che abbia LUI una storia da raccontare, punto.

E penso che questo sia ora il limite di riviste come CHF in italia: non c'è "una storia" da raccontare ne un "contastorie" ma ci sono soltanto mucchietti di frammenti e detriti di molte storie poco e male amalgamate tra loro, il cui risultato finale è il non raccontare nessuna storia, il non avere nessuna identità precisa da proporre.
E senza questa identità il lettore/interlocutore alla fine potrà dirsi una sola cosa: "se non mi servi a niente, se non hai niente da dirmi, non hai nessuna strada da indicarmi e nessun obiettivo da propormi e insomma se devo fare sempre tutto da solo come prima.... che ti compro a fare?".

Per il momento la chiudo qua. spero di non aver detto troppe cavolate.

Ciao
Piercarlo

Inviato: 13 mar 2007, 04:50
da gluca
Ringrazio Mario(Valvola) per avermi fatto dare un occhiata a vecchi numeri di sound practice e revue audiophile. Non ci sono più riviste di questo spessore nel panorama internazionale?

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 13 mar 2007, 14:21
da MBaudino
Ho un paio di annate di SP, alcune annate di Glass Audio: sei sicuro che siano poi molto meglio di CHF? Forse leggermente meglio, ma la diffusione internazionale, la lingua inglese, la maggior scelta nel numero di autori ( anche per soli limiti linguistici), la maggiore diffusione hanno semplificato la vita ai loro editori (fino a quando non hanno chiuso, per altro).
CHF rimane un patrimonio 'dell' umanità diy' da tutelare; se la sua utilità in epoca no-web (anni 90) era indiscutibile, la successiva diffusione di informazioni disponibili a tutti, ne ha probabilmente mutato il contorno. Trovo strana la posizione di CHF e dei suoi autori nei confronti del Web; sia in termini conflittuali con i forum sia per l' assenza di un sito in grado almeno di coagulare interesse, se non di fornire servizi.
Mauro

Inviato: 13 mar 2007, 15:07
da Luc1gnol0
Ho un paio di annate di SP, alcune annate di Glass Audio: sei sicuro che siano poi molto meglio di CHF?
Originariamente inviato da MBaudino - 13/03/2007 : 09:21:45
CHF è stata, nei suoi anni d'oro, probabilmente la migliore rivista al mondo di DIY audio: ed il suo seguito internazionale (abbonamenti) ancora oggi lo sta a dimostrare. Con qualche dubbio verso MJ per la sterminata panoplia di proposte (parlo da "valvolaro" qui).

E secondo me non c'entra il fatto che allora non c'era il web, anche perché sul finire degli anni '90 Internet c'era eccome, oltreoceano (basti vedere cosa è ancora oggi la vecchia JOE LIST, o meglio, gli archivi della stessa mantenuti da Tim Reese).

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Ciao, Luca

Inviato: 13 mar 2007, 15:39
da MBaudino
Naturalmente sui gusti non si discute. Ho iniziato ad usare internet verso il 1998 (poco e con estrema lentezza), piu' massicciamente nel 2000.

Sulla base dell' affermazione di Plovati, relativa ai numeri d'oro di CHF (diciamo dal 10 al 30) confrontati con i nuovi, ho provato a rivedermeli con il 'mio' occhio attuale . Se i vecchi numeri di CHF non fossero mai esistiti e venissero stampati domani, non proverei ad esempio verso gli articoli di Ciro Marzio ed amici l' interesse che avevano suscitato a suo tempo. L' Orfeo sarebbe uno dei tanti finali e così via.
Mauro

Inviato: 13 mar 2007, 18:04
da Luc1gnol0
Se i vecchi numeri di CHF non fossero mai esistiti e venissero stampati domani, non proverei ad esempio verso gli articoli di Ciro Marzio ed amici l' interesse che avevano suscitato a suo tempo. L' Orfeo sarebbe uno dei tanti finali e così via
Originariamente inviato da MBaudino - 13/03/2007 : 10:39:55
Personalmente non credo sia un caso se forse il rammarico principale del Direttore Generale Blue Press consista nel non esser riuscito a ricreare, a ricoinvolgere QUEL gruppo di persone (squadra che vince non si cambia?).

Io non mi limiterei alle "ciromarziate", o alla considerazione di tipo storico o storicistico, per quanto il sig. Ciro Marzio è stato, per certi versi, a certi effetti, un motore di straordinaria fecondità con il suo gruppo Euterpe.

Non devo essere io a sottolineare a te i "fatti" di quei numeri: gli articoli di "Historia", i progetti importanti come l'OTL di Camorani e Bersani, molti numeri di "Una valvola al mese" (che dire della carrellata sugli invertitori con la 6SL7 con i numerosi consigli e dubbi avanzati), i progetti didattici ad altissima valenza culturale come Triodino o Scherzo, alcuni dei migliori pezzi di Nardi dedicati alle elettroniche (srpp, cathode follower, phono22, hidotrac, 2A3PSE, Papero), l'opera benemerita di Callegari, Aloia su GY50 e APPS, la serie della "finestra sul cortile", certi (MOLTI) numeri della posta (c'era qualcuno che poco tempo fa ha chiesto consigli sulla progettazione di un ferro asimmetrico per 845, c'era un progetto completo - ed eccellente - di Callegari in qualche numero della serie "40"), le "novità" come la polarizzazione di catodo e griglia a batteria, ecc, ecc... E neanche (devo ricordare a te) i "limiti" di quell'impostazione, di quel momento (diffusori, stato solido, ambiente, ecc, ecc...), o meglio, le opportunità, il gran futuro ormai dietro le spalle.

Non è (ancora) un caso (sempre secondo me) che la consorella FdS rilucesse di contributi importanti in quei tempi: a partire dall'ormai vuoto di senso "Manifesto", penso a prove come quella delle Quad di Majandi e Pons, o dell'Audio Tekne di Chiomenti e Delfino, dei VAC di Nardi, degli Audio Note Japan di Nardi e Chiomenti, l'articolo dell'ing. Russo citato in un altro thread ecc, ecc...

Con tutte le cautele del caso, ritengo infine che possa essere dovuta anche a tanta "autorevolezza" ed "indipendenza" (virgolette d'obbligo! GMB era un venditore di pubblicità, ancor prima che un Direttore appassionato) una parte della difficoltà di vendere pubblicità oggi su queste riviste (che più non sono così come allora): visto che "siamo" freschi di Top Audio, mi viene ora in mente come, parlando con un operatore, mi sia sentito rispondere più o meno così: - "Non faccio pubblicità su queste riviste, perché non fanno vendere. Audio Review ed anche Suono, pur con numeri minori, invece si che fanno vendere."

Questo è il settore, questi i corifei e corifanti (mi sto "ingegnerlorenzoruss-izzando"?), le riviste del terzo canale, i recensori del destro canale. FORSE ingaggiando il sig. Bebo Moroni, il Direttore Generale Blue Press sta tentando qualcosa del genere per FdS, ma non so proprio cosa possa "inventarsi" per la "refrattaria" CHF: e francamente, a queste condizioni, non mi interessa affatto, se non per un piccolo dolore in fondo al cuore.

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Ciao, Luca

Inviato: 13 mar 2007, 18:29
da MBaudino
Indubbiamente hai ragione.
Le stesse cose, però, riviste nel 2007 non avrebbero lo stesso sale. Un esempio per tutti. Gli articoli di Callegari sui TU , a parte la comodità dell' italiano, puoi con fatica ricostruirli (forse non interamente) a partire dal Lee e dal Radiotron; ti devi sbattere con le misure anglosassoni ovviamente (ci sono comunque diversi aspetti innovativi nel testo di Callegari, soprattutto alcune figure da lui ricalcolate con fatica ed impegno). Ai tempi di CHF queste fonti non erano disponibili, non erano note ai semplici hobbysti o erano a pagamento.
Quale possa essere il ruolo di una rivista come CHF ai tempi di internet non mi è chiarissimo; il semplice schema non è però sufficiente. La valenza didattica è fondamentale ( Aloia per tutti), ma soprattutto lo deve essere l' autorevolezza ed il rigore (nei limiti del pubblico a cui la rivista è destinata).
Per questo motivo, vedo male la presenza di articoli mai terminati, articoli come gli ultimi due di Nardi che continuo a considerare piu' dannosi per CHF che inutili per i lettori, il continuo rinviare (è almeno dal numero 48 o giu' di li' che Chiappetta parla dell' armonizzatore, a puntate periodiche, senza mai averlo presentato).
Gli stessi articoli di Euterpe, visti oggi, li leggerei in una luce completamente diversa dall' epoca, li riterrei inadeguati per il 2007.
Una rivista su carta è indubbiamente utile, continuerò comunque a comprarla, ma mi attendo una ulteriore concreta svolta verso l' autorevolezza ed approfondimento dei contenuti.
Al di là delle prese in giro per gli svarioni occorsi dal numero 82 in poi (presa in giro piu' dovuta ai proclami enfatici del direttore che ai reali disguidi occorsi), vedo segnali effettivamente positivi ( comitato tecnico ecc) ma poi non vedo sufficiente concretizzazione. Work in progress?
Mauro

Inviato: 13 mar 2007, 18:56
da plovati
Lee, Radiotron e molti altri articoli prima indisponibili per i comuni appassionati sono ora gratuitamente scaricabili da internet, anche grazie ad audiofaidate.

Quello che è sempre mancato a CHF, anche negli anni d'oro, è stato la possibilità di approfondimento e i corretti riferimenti bibliografici.

Quanto sarebbe stata utile una banale traduzione di qualche articolo di Crowhurst o una discussione attualizzata sul Williamson o sul Powtron..
E perchè non rendere disponibili i gerber o i PDF dei CS per i progetti?

I tempi sono cambiati, ma i contenuti di molti articoli storici di CHF restano validi. Potrebbero essere ripresi, aggiornati e documentati meglio. Per questo pero' ci vuole gente diversa...

Ne approfitto per sollecitare la collaborazione di qualcheduno di buona volontà che si prenda a carico la sezione [url=http://uno%20sguardo%20sul%20mondo]uno sguardo sul mondo[/url], magari abbonandosi anche a MJ e Audioxpress per recensire gli schemi più interessanti che vi compaiono.

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Piergiorgio

Inviato: 13 mar 2007, 19:52
da Luc1gnol0
Ne approfitto per sollecitare la collaborazione di qualcheduno di buona volontà che si prenda a carico la sezione [url=http://uno%20sguardo%20sul%20mondo]uno sguardo sul mondo[/url], magari abbonandosi anche a MJ e Audioxpress per recensire gli schemi più interessanti che vi compaiono.
Originariamente inviato da plovati - 13/03/2007 : 13:56:32
Lingua a parte (ed è già un bel problema), su CHF se ne occupava essenzialmente Luca Chiomenti: conosci qualche Chiomenti tu, qui? :?:

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Ciao, Luca

Inviato: 13 mar 2007, 20:41
da gluca
Volendo potrei abbonarmi io ... io problema è:

1) io sono scarso come background culturale
2) non ci sono vincoli di copyright??

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------

Inviato: 13 mar 2007, 20:51
da plovati
Volendo potrei abbonarmi io ... io problema è:

1) io sono scarso come background culturale
2) non ci sono vincoli di copyright??


Originally posted by gluca - 13/03/2007 :  15:41:16
Per mettere qualche schema ogni tanto? Non credo. Il web è pieno di schemi presi da MJ. E se poi si lamentano, in giapponese, chi li capisce? :)

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Piergiorgio

Inviato: 13 mar 2007, 21:05
da mrttg
Volendo potrei abbonarmi io ... io problema è:

1) io sono scarso come background culturale
2) non ci sono vincoli di copyright??


Originally posted by gluca - 13/03/2007 : 15:41:16
Per mettere qualche schema ogni tanto? Non credo. Il web è pieno di schemi presi da MJ. E se poi si lamentano, in giapponese, chi li capisce? :)

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Piergiorgio


Originally posted by plovati - 13/03/2007 : 15:51:35
Ciao non abbiamo iscritti Giapponesi?? :D 8)

Tiziano

Se fai l' abbonamento a MJ chiediamo anche quel famoso con il frazionamento TU

Inviato: 13 mar 2007, 21:09
da Luc1gnol0
Volendo potrei abbonarmi io
Originariamente inviato da gluca - 13/03/2007 : 15:41:16
OH! gluca! :)

Se non ci fossi tu (mi ero pentito di aver risposto a plo...), novello Parsifal, a controbilanciare l'armatevi e partite dei "culi di pietra" come me! :oops:

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Ciao, Luca

Inviato: 13 mar 2007, 21:16
da gluca
mmm... per il giapponese la vedo dura ... per audioxpress vedo stasera cosa ci vuole per l'abbonamento tanto avevo già voglia di vedere qualcosa anche su carta. spero non ci siano problemi con la mia carta di credito falsa

gianluca c*** di pietra

---------> DISCLAIMER: ooops credo di aver detto una fesseria ... scusate <---------