JJT ha scritto:Accetto le critiche di chi ne sa di più, ma devo dire che trattandosi di una simulazione cui scopo era minimizzare la THD...
oltre ad essere il dato meno affidabile che puoi ottenere da una simulazione del genere, la THD è l'ultimo dei problemi. Specie in un SET.
È vero che un amplificatore Single-Ended a triodi suona meglio tanto minore è la sua THD, ma questo è vero se e
solo se questo usa una circuitazione semplice e priva di NFB o altri "trucchi" atti a ridurre "artificialmente" la THD (ed in particolare se la THD di ciascuno stadio che lo compone è minimizzata singolarmente, anziché cercare di minimizzare la THD complessiva sfruttando le cancellazioni). In effetti, questo è probabilmente
l'unico caso in cui esista realmente una qualche correlazione tra THD e qualità del suono percepita: in ampli più complessi e/o retroazionati questo non è più vero, come ampiamente dimostrato da numerosi studi scientifici rigorosi (casomai non bastassero le esperienze in tal senso di intere generazioni di audiofili).
Scusa se te lo dico così brutalmente, ma non mi capacito di come sia possibile che, ancora oggi, si possa considerare la THD come un parametro in qualche modo significativo. NON lo è in alcun modo. Ignoralo!!!
Molto più importante (all'ascolto) è casomai l'andamento dello spettro di distorsione. In generale, più rapido è il "decadimento" delle armoniche al crescere del loro ordine (cioè meno armoniche di ordine elevato ci sono) e meglio è. Anche se numericamente la THD (che non conta un bel niente) è maggiore (a causa della maggior quantità di 2a armonica).
In generale, orientativamente, la presenza prevalente di 2a armonica (in quantità "ragionevoli", tanto per mettere un numero diciamo <= 1% ad 1W) conferisce al suono un carattere "soft", dolce e "ricco". La presenza di quantità relative non trascurabili di 3a armonica conferisce invece un carattere più "sharp": più "vivace" e "dinamico", ma anche più "duro", "aggressivo". Il giusto equilibrio tra le ampiezze relative di 2a e 3a armonica ed il comportamento regolare di tali ampiezze relative rispetto alle variazioni di ampiezza del segnale è uno dei "segreti" del buon suono di molti amplificatori.
Le armoniche di ordine superiore al 3o sono invece sempre deleterie, percepite come difetti: "confusione", perdita di dettaglio, aberrazioni timbriche, perdita di "fuoco", "spigolosità", fatica d'ascolto, ecc. Meno ce ne sono e meglio è. I prodotti di distorsione armonica sono tanto peggiori (e sensibili) quanto più alto è il loro ordine. Quantità (apparentemente) insignificanti di armoniche di ordine elevato sono molto più dannose di quantità apparentemente "intollerabili" di 2a e 3a armonica.
Riducendo la THD a discapito del "decadimento spettrale" (come fanno il NFB e la "cancellazione armonica") la qualità percepita del suono anziché migliorare
peggiora sensibilmente. Tanto più quanto più aumenta il rapporto relativo tra le armoniche di ordine elevato e quelle di ordine più basso.
Quindi... occhio. Il NFB può andare bene (ed anzi spesso è indispensabile) con i pentodi (usati come tali) o con lo stato solido, ma con i triodi è quasi sempre meglio evitarla.
Tanto per citare un caso concreto, ad un certo punto, mosso da curiosità, provai ad introdurre del NFB locale (tra la placca della finale ed il catodo della driver) nel mio 6C33C SET. Alle simulazioni (ed anche alle misure reali sul prototipo) i risultati erano semplicemente spettacolari: THD praticamente "azzerata", banda passante estesissima ed ultrapiatta, impedenza di uscita ridotta ai minimi termini... una favola. Peccato che, al contrario, all'ascolto suonasse da incubo: un citofono!
Altra cosa importante è l'andamento della distorsione, al variare della frequenza e soprattutto al variare dell'ampiezza del segnale: la distorsione deve sempre crescere monotonicamente con il segnale, mai ridursi al crescere di questo!
Inoltre, ad avere una qualche importanza è soprattutto la distorsione ai bassi e bassissimi livelli di segnale, nei dintorni dello zero, non quella alla max potenza!
(per convincersene basta pensare a come è fatto un segnale audio: a qualsiasi livello tu stia ascoltando, il segnale passa sempre per lo zero, ad ogni semionda, mentre i livelli più alti li raggiunge solo sporadicamente, nei picchi più alti. Ovvio quindi che all'ascolto la distorsione ai livelli più bassi si faccia sentire molto di più che non quella sui picchi).
Altro fattore fondamentale, che
non puoi vedere con una semplice simulazione (o misura) in regime "stazionario" (con segnali di ingresso periodici), è la risposta ai transienti. In modo particolare il comportamento dell'ampli quando il segnale di ingresso ha escursioni dinamiche che vanno da piccoli segnali al limite della soglia del rumore a segnali al limite del clipping (o anche oltre) e viceversa. Nonché proprio il comportamento nel recovery dal clipping, ecc.
È soprattutto da questo punto di vista (fondamentale nella riproduzione della musica, che è una continua sequenza di "transienti") che la polarizzazione fissa (con negativo di griglia, oppure a diodi, batterie, ecc) fa una differenza enorme.
Il motivo è che le inevitabili non-linearità dei dispositivi (in particolare quelle di ordine pari) causano un fenomeno noto come "rettificazione": aggiungono cioè al segnale (nella fattispecie alle correnti catodiche) una "componente continua" (un discostamento rispetto allo zero del valor medio), di ampiezza variabile in funzione dell'ampiezza del segnale stesso.
Con la polarizzazione "automatica" R//C questo causa una (lenta) modulazione del BIAS (integrata e "memorizzata" dal condensatore di by-pass catodico) che fa sì che il funzionamento (il punto di lavoro effettivo) dei tubi in un ogni dato istante sia funzione della "storia" precedente del segnale. Il che ha effetti evidenti e tutt'altro che positivi all'ascolto...
JJT ha scritto: sempre che metti i led o i zener la distorsione aumenta.
hai verificato che i punti di lavoro dei tubi fossero esattamente gli stessi nei due casi? Se le differenze sono macroscopiche, è uno dei motivi possibili. Un altro è che tu stia usando modelli di dispositivi inadeguati allo scopo (ad es. troppo "potenti").
Per funzionare bene i diodi impiegati devono essere scelti in modo da lavorare ben lontano dal "ginocchio" delle rispettive curve I/V in tutto il range di funzionamento "utile" dell'amplificatore. In tal caso il comportamento dei diodi è approssimabile a quello di un resistore di valore molto piccolo e pertanto gli effetti sulla distorsione complessiva dell'ampli sono del tutto trascurabili.
In caso contrario (se usi diodi non adatti e quindi finisci per lavorare "sul ginocchio", o comunque in una zona delle curve caratterizzata da curvatura pronunciata) la resistenza dinamica non è trascurabile e per giunta è fortemente non lineare, per cui è ovvio che questi introducano distorsioni significative. Per quello anche in pratica non puoi usare diodi qualsiasi ma devi scegliere quelli più "giusti" caso per caso.
JJT ha scritto:Se mi trovate il modello spice di led e zener, che siano più validi da quelli standard presenti su LTSpice, volentieri cancello gli RC.
per le simulazioni al posto del diodo usa banalmente una batteria (generatore di tensione) ideale, con tensione pari alla Vd/Vz del diodo. Tanto nessun modello di triodo sarà mai abbastanza preciso da rendere significativi gli effetti dei diodi sulla distorsione (se usi i diodi giusti).
JJT ha scritto:Idem per la R di carico in due rate
anche qui, nulla che tu possa simulare (facilmente). Nella simulazione metti pure una sola R. È solo nel circuito reale che è opportuno "dividerla" in due.
JJT ha scritto:(anche se non capisco quale problema possa esserci con solo 250V@ 1mA)
un resistore reale non è solo un resistore... è non è mai perfettamente lineare. I suoi parametri variano tanto con la corrente che ci scorre (ed in questo caso quello non è un grosso problema) che con la tensione che cade ai suoi capi (e questo invece lo è, dato che ai capi di quel resistore si sviluppa l'intera tensione di uscita dal driver).