stereosound ha scritto: Uno dei problemi fondamentali è la ripetitività di un evento...ogni esperienza di ascolto è sempre diversa e si basa sul confronto tra la somma delle precedenti e quella nuova... quindi non può "esistere" una condizione perfettamente ripetibile ...purtroppo per chi ci crede!

non ci siamo.
Tu stai parlando di un evento a livello cognitivo. Quello non ha praticamente NULLA a che fare con la qualità del suono. Se hai la luna storta, potresti anche ascoltare Furtwängler dal vivo (...ritornato apposta per te dall'oltretomba, con tutti i Berliner di allora al seguito) e tanto non ti piacerebbe. Mentre se invece sei dell'umore giusto, una musica che tocca le corde giuste è capace di scatenare reazioni emotive incontrollabili anche se la senti da una radiolina gracchiante.
Quindi, dal punto di vista dell'audio quella è una informazione che non ci interessa affatto, non ce ne facciamo assolutamente nulla. Non ci riguarda. Punto.
Io parlo di suono fisico. E di percezione dello stesso, intesa a "basso livello". Non di interpretazione e reazioni emotive.
A basso livello (pre-cognitivo), la percezione è oggettiva. E perfettamente correlata al suono fisico.
Avevo ipotizzato questa distinzione molto tempo fa, in un'altra discussione (finita poi in caciara). Mi fu risposto "e chi lo dice". Bene, dopo essermi ampiamente documentato, sorbendomi un bel po' di amene letture in materia di psicoacustica, neuroscienze e ricerche correlate, si direbbe che tutti gli studiosi del settore la pensino proprio così. Ci avevo preso in pieno.
Tra parentesi, il termine "correlato" è quanto mai appropriato, dato che i modelli più accreditati (come ad es. quello di Ando, di cui postai alcuni articoli in altri thread) prevedono che la percezione umana sia basata proprio su meccanismi di auto- e cross- correlazione dei segnali derivanti dagli stimoli acustici provenienti dalle orecchie. Cosa che spiega in modo immediato e naturale un gran numero di fenomeni e peculiarità, dalla percezione dell'altezza dei suoni alla ricostruzione delle fondamentali mancanti, ecc.
E moltissimo potrebbe spiegare in campo audio. Ad esempio sull'importanza del rumore correlato, sulla sensibilità alla distorsione di ordine elevato anche se a livelli apparentemente insignificanti, ecc. E perfino (anzi, in modo particolare, dato che si tratta proprio di rumore correlato) sui famosi problemi legati all'influenza delle vibrazioni sui circuiti audio che tanto stanno a cuore ad alcuni... (no, la "non-invarianza" non c'entra una beata mazza, il motivo è un altro).
Tutto sta' a voler smettere di credere alle favole, tornare con i piedi per terra e cominciare a lavorare sul serio...

Ciao, Paolo.
«Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»