Molto importante a mio parere sottolineare l'importanza, per la nostra percezione, delle informazioni temporali, prima ancora di quelle di natura statica come ad esempio la distorsione armonica.
Giaime, io penso di sapere cosa ti frulla per il capino

, ma forse non è proprio così.
Qui non abbiamo a che fare con altoparlanti riallineati temporalmente o altre diavolerie del genere, tipo sfasamenti delle elettroniche; qui
molto più semplicemente siamo di fronte ad un sistema ambiente-altoparlanti a dispersione mooolto controllata che, certo, non ha evidenti pasticci di progettazione, ma la cui risposta non può essere simulata da nessun software attualmente esistente.
Purtroppo, in sistemi non invarianti, non c'è nessun modo di misurare alcunchè a priori (se non la correttezza dei collegamenti e la sicurezza elettrica

).
Per ottenere i risultati voluti bisogna solo avere un modello
che funzioni cui assogettare la pregettazione del sistema e poi vedere il risultato che si ottiene.
Il trucco di Russo è tutto qui (e dimmi poco !).
Quello che dobbiamo chiederci è come mai, in 70 anni di progettazione audio, tolti i primi 20 anni di pionierismo (e ne rimangono sempre 50 !) nessuno si sia mai preso la briga di percorrere strade nuove, rimanendo sempre sull'
ipse dixit che ha bloccato il progresso della scienza per tanti secoli.
Un solo esempio:
Perchè si continuano a costruire diffusori acustici (lato note basse) di qualità di forma parallelepipeda ed in legno ? Il 99% dei diffusori hi-fi in commercio sono costruiti così e potrei anche capirlo per diffusori economici -fino a 300 Euro- in cui la forma parallelepipeda favorisce l'inserimento in ambiente, l'immagazzinamento e il trasporto ed il legno è un materiale facilmente ed economicamente rivestibile e lavorabile.
Ma che senso ha produrre diffusori da 8-1000 Euro o più costruiti così ? perchè non si sono sperimentati materiali alternativi, che conferiscono alla cassa una maggior rigidezza (metallo o cemento, che è estremamente economico, resine ecc...).
Perchè non si costruiscono diffusori (lato note basse) che hanno forma sferica o emisferica, che -senza dubbio- conferirebbe all'insieme maggior rigidezza che la classica forma a parallelepipedo ? Esclusivamente perchè
più di 70 anni fa un tal Olson
sulla base della rudimentale tecnologia e dei rozzi metodi di misura di allora stabilì che tale forma non era adatta a diffusori acustici e che la miglior forma -nel migliore dei mondi possibili

- era la forma parallelepipeda.
Se anche nel resto del mondo elettronico si fosse ragionato così saremmo ancora alle radio a galena o al massimo ai monotriodi "Charleston" (definizione di Aloia

).
Il resto del mondo è andato avanti e la sola industria dell'audio di qualità è rimasta indietro
sul piano dell'elaborazione concettuale dei metodi migliori per la riproduzione sonora.
Un altro esempio personale (scusatemi):
Ho iniziato ad interessarmi alla "stereofonia" nel 1971, dopo un'iniziale passione per la radiantistica.
In 36 anni (e dico: 36 anni !) ho ascoltato
un solo sistema stereo che mi desse l'illusione dell'ascolto della registrazione originale, nell'ambiente in cui è avvenuta.
I casi sono due:
- O io, nella mia vita audiofila, ho ascoltato solo tre sistemi stereo e sono un po' sordastro

- Oppure c'è una tara di fondo che impedisce ad un sistema stereo di essere qualcosa di più che solo "carino" o "coinvolgente"
Vedete voi. ; )
Sul fatto che un sistema non invariante possa essere immisurabile con le normali procedure di test, vi lascio un aneddoto su cui riflettere.
Riguarda l'industria dei sistemi di posizionamento satellitare (che, perbacco, è quasi avanzata, dal punto di vista tecnologico di quella dell'audio hi-end...

).
In questa branca dell'elettronica la
non invarianza spadroneggia ; ) .
Ebbene: prima di Natale sono stato a Roma, presso una Ditta della "Tiburtina Valley" per ragioni mie; Ditta nella quale si stava mettendo a punto un programma di test della nuova costellazione satellitare europea Galileo.
Pur avendo allestito un test set notevole in un nuovo laboratorio,
l'unico modo per certificare la qualità del sistema di ricezione era solo quello di effettuare la misura, confrontarla con riferimenti noti e dire: la misura va bene o: la misura non va bene.
Il va bene o non va bene, in questi casi, ha una variabilità pari a due ordini di grandezza. Neppure il più scalcinato tester cinese del più scalcinato laboratorio audiofilo è così impreciso.
Eppure ciò è quello che passa il convento, quando si lavora nell'ambito di sistemi non invarianti: bisogna modellizzare con la massima accuratezza possibile, realizzare un'apparecchiatura che funzioni sulla base del modello e poi sperare in bene; ma l'unica prova della bontà del risultato è il risultato stesso
in quel ben preciso intervallo temporale .
Scusate la sbrodolata.
P.S. il sistema dell'Ing. Russo può funzionare bene non perchè ha buone misure (avrà sicuramente anche quelle !) ma perchè verosimilmente è progettato sulla base di un modello più realistico della riproduzione audio rispetto a quello che le industrie audio ci hanno propinato per decenni -questa è, ovviamente, la mia opinione-.
Cordialmente.
Paolo Caviglia