Mi riallaccio come al solito a una moltitudine di indicazioni reperibili in rete, fra cui T.L. ex TNT e molti altri. (...) E quali sono i circuiti e gli IC, in audio, che meritano questo tipo di cure?
Grazie
Non saprei dire adesso se sono efficaci o no i foglietti di rame incollati sugli integrati. A sentimento direi che, se sono incollati e basta, non servono praticamente a nulla. Però...
Questa estate, mentre andavo un po' dietro ad alcune questioni postemi da un amico in merito al possibile "suono" dei telai che si ritrovano in un sito dedicato ai grundig vintage curato da Massimo Ambrosini (con tanto di forum dedicato), mi sono fatto alcune prove sul mio CDP - un vetusto Philips 600 - e a un altro che poi ho praticamente regalato a un amico - un Sony MDP 11 o qualcosa del genere.
Da quello che è emerso le schermature o meglio il modo in cui sono connesse "suonano" e pure parecchio. Non sto adesso a riportare tutti gli antefatti ma mi limito soltanto a riportare qui quella che mi è parsa una regola generalizzabile: più la schermatura è "specializzata" (cioè dedicata e mirata agli stadi che deve schermare) e migliori sono i risultati sonori ottenibili.
Oltre a questo, specie nei CDP o comunque in apparecchi che per vari motivi funzionano anche oltre la banda audio, occorre curare che non si formino, oltre agli anelli di massa "palesi" (che cioè risultano tali già per connessione ohmica), anche anelli di massa "occulti" (che cioè sono tali per via di accoppiamenti capacitivi spurii che, salendo in frequenza, "chiudono" verso massa sezioni di telaio o collegamenti che si comportano a quelle frequenze "come se" fossero normali anelli di massa).
Non potendosi evitare del tutto la formazione di questi loop di massa ad alta frequenza, occorre adottare gli accorgimenti più opportuni in modo da ottenere che la loro "chiusura" non avvenga verso collegamenti di massa a caso ma piuttosto avvenga di preferenza verso collegamenti di massa prestabiliti a priori. Ciò, per quel che sono riuscito a cavarci io (qualcosa, anche se non certo miracoli), lo si ottiene o chiudendo esplicitamente verso masse predefinite tali potenziali anelli, oppure aumentando ad arte le capacità parassite verso determinate "fughe" di massa in modo da favorire una via di scarico per i disturbi che li indirizzi dove è più conveniente, cioè lontano dalle masse destinate a fare da ritorno ai segnali che interessano (audio o di altro tipo).
Per quel che riguarda la faccenda "suono dei contentori" i rimedi sembrerebbero riassumibili in una sola regola: oltre al contenitore destinato alla schermatura generale dell'apparecchio dai disturbi ricevuti o trasmessi verso l'esterno, occorre costruire un livello intermedio di schermatura (più "locale") interposto tra i singoli stadi principali del circuito (DAC, sezione di uscita, decoder digitale, controller, alimentatore e anche front-end analogico del lettore CD) che si occupi, oltre che di rafforzare la schermatura verso disturbi provenienti dal mondo esterno, anche di instaurare una schermatura da interferenze e diafonie *proveniente dagli stadi adiacenti interni*, prima di tutto quelli dell'altro canale stereo dell'apparecchio.
E, buon ultimo non fidarsi mai troppo delle "basse impedenze" d'uscita dei vari stadi per permettersi il lusso di fare a meno, per esempio, dei cavetti schermati all'interno di un'apparecchio. Questo perché alle frequenze in cui i disturbi sono più vivi che mai (oltre la banda audio) la cosiddetta "bassa impedenza di uscita" (specie se ottenuta solo a furia di controreazione) potrebbe rivelarsi non sufficientemente bassa da "uccidere" i disturbi che dovessero incidere sul circuito che, presunto "autovaccinato", poi tanto vaccinato potrebbe non esserlo affatto.
Tutto imho e tutto sperimentato più o meno a braccio. Attendo conferme o smentite da chi ha fatto altre prove. In buona sostanza si tratta di problemi di compatibilità (o anche autocompatibilità) elettromagnetica che fanno capolino, non del tutto a sorpresa, anche negli apparecchi audio, soprattutto modellandone e "colorandone" il rumore di fondo.
Ciao
Piercarlo