Nella documentazione di Primo, PLovati utilizza ( o suggerisce) per il TU l' utilizzo delle serie di Fibonacci.
Questo ( se ho capito bene) viene suggerito per:
- a) rapporto fra larghezza della colonna e suo spessore
- b) distribuzione delle spire nelle sezioni
Il fascino della sezione aurea è notevole, tuttavia chiedo a PG e agli altri, se esista qualche giustificazione a questo. Non riesco a capire se esista un fondamento o sia uno 'scherzo' new age di PLovati.
Relativamente ai nuclei, ricordo di aver letto che Callegari suggeriva preferibilmente l' uso della sezione quadra, dicendo che questo portava alla minore induttanza dispersa ( non ricordo però di aver letto nessuna sua dimostrazione al riguardo. Un atto di fede, quindi.)
Relativamente agli avvolgimenti, lo splittaggio al 50% della sezione piu' esterna porta alla redistribuzione delle f.e.m., in maniera tale da avere anche in questo caso una riduzione della Ld. Però non ho mai trovato nessun documento che dimostri cosa avviene redistribuendo in maniera diversa le spire delle varie sezioni primarie.
Qualche info ulteriori su Fibonacci ed i TU?
Mauro
I TU del signor Fibonacci
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In quanto a leakage, la sezione quadrata in quanto approssimante una sezione ideale (quella circolare) è la migliore.
In termini estetici, con i normali lamierini EI vengono delle ciofeche pazzesche. In più Crowhurst suggerisce un dimensionamento economicamente ottimale prossimo a quello ottenuto con la sezione aurea. In quanto al rapporto di resistenze, il rapporto alla Fibonacci è un puro sfizio.
Per quanto riguarda la stratificazione, penso (ma non ho trovato un metodo di calcolo che giustifiche questa intuizione) che dal momento ceh le spire più vicine al nucleo sono più strettamente accoppiate tra loro, converrebbe stratificare meno al centro e via via di più man mano che ci si allontana.
In che maniera? Quale la geometria migliore? Ad intuito alla Fibonacci, ma è un atto di fede, allo stato delle cose.
_________
Piergiorgio
In termini estetici, con i normali lamierini EI vengono delle ciofeche pazzesche. In più Crowhurst suggerisce un dimensionamento economicamente ottimale prossimo a quello ottenuto con la sezione aurea. In quanto al rapporto di resistenze, il rapporto alla Fibonacci è un puro sfizio.
Per quanto riguarda la stratificazione, penso (ma non ho trovato un metodo di calcolo che giustifiche questa intuizione) che dal momento ceh le spire più vicine al nucleo sono più strettamente accoppiate tra loro, converrebbe stratificare meno al centro e via via di più man mano che ci si allontana.
In che maniera? Quale la geometria migliore? Ad intuito alla Fibonacci, ma è un atto di fede, allo stato delle cose.
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Piergiorgio
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